Che cosa spinge l’uomo a gettarsi nel mondo dell’azione? Chi stabilisce cosa sia il bene e il male? Abbiamo delle verità oggettive e dei punti fermi a riguardo? Come si colloca in tutto ciò il dolore? Queste sono domande importanti a cui nel corso dei secoli si è cercato di dare una risposta. In questo saggio ci soffermeremo in particolare sul pensiero di Leibniz e Locke che hanno affrontato molti quesiti con il filo conduttore comune dell’uneasiness, seppur utilizzando il concetto con significato molto diverso. Questo tema infatti venne introdotto nella seconda edizione dell’opera di Locke An Essay Concerning Human Understanding pubblicata nel 1694. Come noto, l’Essay di Locke fu poi commentato, sotto forma di dialogo, da Leibniz nell'opera Nouveaux Essais sur l'entendement humain , redatti nel 1704 e pubblicati postumi nel 1765. Per quanto riguarda il tema dell’uneasiness è importante osservare i loro diversi punti di vista a riguardo e i numerosi argomenti correlati a tale emozione, intesa da Locke come disagio e da Leibniz come inquietudine. In questo modo è possibile comprendere come ha avuto inizio l’indagine di una sensazione così attuale e molto significativa. Inizieremo ad affrontare il tema presentando la visione di Locke nella prima edizione del saggio: quindi analizzeremo le lettere tra Locke e William Molyneux, il quale porterà alla luce un problema nella logica lockiana dei rapporti tra motivazione e valutazione morale che si rivela incapace di risolvere il problema della «volontà debole». Mostreremo come, per rispondere all’obiezione di Molyneux, Locke, a partire dalla seconda edizione dell’Essay introdusse il concetto di uneasiness che gli permise di separare motivazione e valutazione morale. La quarta edizione dell'Essay, riveduta e ampliata dall'autore stesso e pubblicata ad Amsterdam nel 1700, fu tradotta da Pierre Coste che decise di rendere il termine uneasiness con quello di inquiétude. Mantenendo la traduzione di Coste, nei Nouveaux Essais Leibniz si appropria della nozione lockiana per farne però un uso completamente differente. Il ruolo dell’inquiétude non è fornire un motivo per l'azione, ma, per così dire, uno stimolo all'agire che la mera percezione del bene non può garantire. In questo modo, Leibniz credette di poter ristabilire il nesso tra motivazione e valutazione morale, senza ricadere nella trappola della «volontà debole». La nostra ricostruzione si concluderà con un breve excursus sull’uso del concetto di “disagio” nel Novecento per mostrare come tale concetto abbia assunto una dimensione sconosciuta alla filosofia moderna.

Uneasiness: Disagio o inquietudine? Un dibattito tra Locke e Leibniz

LUCCHINO, ALESSIA
2022/2023

Abstract

Che cosa spinge l’uomo a gettarsi nel mondo dell’azione? Chi stabilisce cosa sia il bene e il male? Abbiamo delle verità oggettive e dei punti fermi a riguardo? Come si colloca in tutto ciò il dolore? Queste sono domande importanti a cui nel corso dei secoli si è cercato di dare una risposta. In questo saggio ci soffermeremo in particolare sul pensiero di Leibniz e Locke che hanno affrontato molti quesiti con il filo conduttore comune dell’uneasiness, seppur utilizzando il concetto con significato molto diverso. Questo tema infatti venne introdotto nella seconda edizione dell’opera di Locke An Essay Concerning Human Understanding pubblicata nel 1694. Come noto, l’Essay di Locke fu poi commentato, sotto forma di dialogo, da Leibniz nell'opera Nouveaux Essais sur l'entendement humain , redatti nel 1704 e pubblicati postumi nel 1765. Per quanto riguarda il tema dell’uneasiness è importante osservare i loro diversi punti di vista a riguardo e i numerosi argomenti correlati a tale emozione, intesa da Locke come disagio e da Leibniz come inquietudine. In questo modo è possibile comprendere come ha avuto inizio l’indagine di una sensazione così attuale e molto significativa. Inizieremo ad affrontare il tema presentando la visione di Locke nella prima edizione del saggio: quindi analizzeremo le lettere tra Locke e William Molyneux, il quale porterà alla luce un problema nella logica lockiana dei rapporti tra motivazione e valutazione morale che si rivela incapace di risolvere il problema della «volontà debole». Mostreremo come, per rispondere all’obiezione di Molyneux, Locke, a partire dalla seconda edizione dell’Essay introdusse il concetto di uneasiness che gli permise di separare motivazione e valutazione morale. La quarta edizione dell'Essay, riveduta e ampliata dall'autore stesso e pubblicata ad Amsterdam nel 1700, fu tradotta da Pierre Coste che decise di rendere il termine uneasiness con quello di inquiétude. Mantenendo la traduzione di Coste, nei Nouveaux Essais Leibniz si appropria della nozione lockiana per farne però un uso completamente differente. Il ruolo dell’inquiétude non è fornire un motivo per l'azione, ma, per così dire, uno stimolo all'agire che la mera percezione del bene non può garantire. In questo modo, Leibniz credette di poter ristabilire il nesso tra motivazione e valutazione morale, senza ricadere nella trappola della «volontà debole». La nostra ricostruzione si concluderà con un breve excursus sull’uso del concetto di “disagio” nel Novecento per mostrare come tale concetto abbia assunto una dimensione sconosciuta alla filosofia moderna.
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