Research and careful analysis of the literature has shown how today’s society has undergone a major acceleration, forcing the younger generation in particular to keep up with a fast-paced and rapidly changing world. The standards that must be observed and constantly surpassed are everywhere, and they mostly concern: performance at work, uniqueness of experiences, the quality of food and calories consumed, the number of people met with whom one has established a “relationship”, the degree of notoriety on social networks, excellence in scholastic achievements, in sport or in the arts; the absolute priority is to perform in any field, excelling and overcoming any being. Failure, mistakes and inadequacy are not allowed, because no area of social life can escape the logic of performance and calculability and its anxious consequences. The imaginary of unlimited growth, therefore, has turned into fear of the future and any hope of prosperity has faded into intensifying conditions of vulnerability. Today, only the market is interested in young people, pushing them towards the avenues of entertainment and consumption. In these cases, what deteriorates is not so much the objects that become obsolete from year to year, but it is their very soul that is no longer able to project itself into a reality where it is possible to see new opportunities and experience new sensations linked to desire and hope. The inability to believe in a near future, to have tools to build it, to replace digital relationships in tangible life relationships, generates social anxiety. The latter has been increased even more by the emotional stress children and adolescents have been subjected to due to the Covid-19 pandemic, significantly impacting their mental health. We are thus faced with young people who decide to disinvest in relationships, choosing to withdraw into their own homes, to get away from judgmental gazes and any possible emotion. The most extreme conditions of these hardships can manifest themselves through two states of social isolation: the Hikikomori and the NEET. The exploration of these phenomena proved to be fundamental in understanding how future teachers and educators could plan interventions to embrace the difficulties of children and decrease school drop-outs, thus promoting their well-being. The proposal, therefore, was to structure and administer, with the collaboration of my colleague Ilaria Ricciardelli, experimental work in two primary schools in the Turin area to analyse how school performance anxiety is influential and to think of possible teaching activities aimed at creating socio-emotional learning experiences.
Dalle ricerche e dall’attenta analisi condotta sulla letteratura è emerso come la società odierna abbia subito un’importante accelerazione, costringendo soprattutto le nuove generazioni a rimanere al passo di un mondo che corre e cambia rapidamente. Gli standard che devono essere osservati e costantemente superati sono ovunque e riguardano maggiormente: il rendimento nell’attività lavorativa, l’unicità delle esperienze vissute, la qualità dei cibi e delle calorie assunte, il numero di persone incontrate con cui si è instaurata una “relazione”, il grado di notorietà sui social, l’eccellenza nei risultati scolastici, nello sport o nelle arti; la priorità assoluta è performare in qualsiasi settore, primeggiando e sovrastando ogni essere. Il fallimento, gli errori e l’inadeguatezza non sono concessi, perché nessun ambito della vita sociale può sfuggire alla logica della prestazione e della calcolabilità e alle sue ansiose conseguenze. L’immaginario della crescita illimitata, quindi, si è trasformato in paura del futuro e ogni speranza di benessere si è sfumata nell’intensificazione delle condizioni di vulnerabilità. Oggi soltanto il mercato si interessa ai giovani, spingendoli verso le strade del divertimento e del consumo, in questi casi, ciò che si deteriora non sono tanto gli oggetti che di anno in anno diventano obsoleti, ma è la loro stessa anima a non essere più in grado di proiettarsi in una realtà dove è possibile scorgere nuove opportunità e provare nuove sensazioni legate al desiderio e alla speranza. L’incapacità di credere in un futuro prossimo, di avere strumenti per costruirlo, di sostituire le relazioni digitali in rapporti di vita tangibili, genera ansia sociale. Quest’ultima è stata incrementata ancora di più dallo stress emotivo a cui i bambini e gli adolescenti sono stati sottoposti a causa della pandemia da Covid-19, impattando in maniera significativa sulla loro salute mentale. Ci si ritrova così difronte a giovani che decidono di disinvestire le relazioni, scegliendo il ritiro nella propria casa, per allontanarsi dagli sguardi giudicanti e da ogni possibile emozione. Le condizioni più estreme di questi disagi possono manifestarsi attraverso due stati di isolamento sociale: gli Hikikomori e i NEET. L’esplorazione di questi fenomeni si è rilevata fondamentale per comprendere come i futuri insegnanti ed educatori potrebbero programmare gli interventi, per abbracciare le difficoltà dei ragazzi e diminuire la dispersione scolastica, favorendone il benessere. La proposta, dunque, è stata quella di strutturare e somministrare, con la collaborazione della collega Ilaria Ricciardelli, un lavoro sperimentale in due scuole primarie del torinese per analizzare quanto l’ansia da prestazione scolastica sia influente e pensare a delle possibili attività didattiche volte a creare delle esperienze di apprendimento socio-emotivo.
Ansia da prestazione e paura del fallimento nella Supersocietà: le fragilità delle nuove generazioni. Uno studio qualitativo nelle scuole primarie del torinese.
LONGO, STELLA
2022/2023
Abstract
Dalle ricerche e dall’attenta analisi condotta sulla letteratura è emerso come la società odierna abbia subito un’importante accelerazione, costringendo soprattutto le nuove generazioni a rimanere al passo di un mondo che corre e cambia rapidamente. Gli standard che devono essere osservati e costantemente superati sono ovunque e riguardano maggiormente: il rendimento nell’attività lavorativa, l’unicità delle esperienze vissute, la qualità dei cibi e delle calorie assunte, il numero di persone incontrate con cui si è instaurata una “relazione”, il grado di notorietà sui social, l’eccellenza nei risultati scolastici, nello sport o nelle arti; la priorità assoluta è performare in qualsiasi settore, primeggiando e sovrastando ogni essere. Il fallimento, gli errori e l’inadeguatezza non sono concessi, perché nessun ambito della vita sociale può sfuggire alla logica della prestazione e della calcolabilità e alle sue ansiose conseguenze. L’immaginario della crescita illimitata, quindi, si è trasformato in paura del futuro e ogni speranza di benessere si è sfumata nell’intensificazione delle condizioni di vulnerabilità. Oggi soltanto il mercato si interessa ai giovani, spingendoli verso le strade del divertimento e del consumo, in questi casi, ciò che si deteriora non sono tanto gli oggetti che di anno in anno diventano obsoleti, ma è la loro stessa anima a non essere più in grado di proiettarsi in una realtà dove è possibile scorgere nuove opportunità e provare nuove sensazioni legate al desiderio e alla speranza. L’incapacità di credere in un futuro prossimo, di avere strumenti per costruirlo, di sostituire le relazioni digitali in rapporti di vita tangibili, genera ansia sociale. Quest’ultima è stata incrementata ancora di più dallo stress emotivo a cui i bambini e gli adolescenti sono stati sottoposti a causa della pandemia da Covid-19, impattando in maniera significativa sulla loro salute mentale. Ci si ritrova così difronte a giovani che decidono di disinvestire le relazioni, scegliendo il ritiro nella propria casa, per allontanarsi dagli sguardi giudicanti e da ogni possibile emozione. Le condizioni più estreme di questi disagi possono manifestarsi attraverso due stati di isolamento sociale: gli Hikikomori e i NEET. L’esplorazione di questi fenomeni si è rilevata fondamentale per comprendere come i futuri insegnanti ed educatori potrebbero programmare gli interventi, per abbracciare le difficoltà dei ragazzi e diminuire la dispersione scolastica, favorendone il benessere. La proposta, dunque, è stata quella di strutturare e somministrare, con la collaborazione della collega Ilaria Ricciardelli, un lavoro sperimentale in due scuole primarie del torinese per analizzare quanto l’ansia da prestazione scolastica sia influente e pensare a delle possibili attività didattiche volte a creare delle esperienze di apprendimento socio-emotivo.File | Dimensione | Formato | |
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