Introduction: Body dysperception is one of the pivotal symptoms of anorexia nervosa, and patients suffering from this disorder also report high levels of body dissatisfaction. Only a small proportion of studies have investigated the implicit mechanisms related to body recognition in patients with AN and how body self-recognition is affected by body perception. The aim of this study is to investigate the specific role of perceived body image on body self-recognition and whether the level of body dissipation in patients with anorexia nervosa, has associations with the level of illness severity. To this end, the self-advantage effect was exploited, which predicts better performance in discrimination tasks when one's own body parts are implicitly recognized over those of others. Materials and Methods: For this study, 17 patients with anorexia nervosa and 50 clinically healthy women over the age of 18 years were recruited and underwent two tasks, the body-size estimation task and the self-advantage task, in a single session. Finally, self-report questionnaires were given to the participants to check whether or not there was the presence of eating disorders, psychopathological traits, and body image disorders. Results: For the Body-size Estimation Task, the mean value in percentage of dispersion was calculated, which was found to be 10.19% for healthy controls and 16.8% for patients. Based on these mean values, the two samples were divided into two subgroups: high and low level of dispersion. The results of the Self-Advantage Task in the control sample showed that in the low-dispersion subgroup, self-advantage was present in both the Real and Perceived scenarios, in which real image and perceived image are almost identical, In contrast, in the high-dispersion subgroup, self-advantage emerged only in the Perceived scenario, thus indicating effective implicit body self-recognition for the perceived image and not the real image. The two patient samples (low-dispersion and high-dispersion) showed the same trend as the control group, although statistical analysis could not be done due to the small sample size. The self-report questionnaires showed that for healthy controls, no differences emerged between the high- and low-dispersion subgroups, thus suggesting a dissociation between explicit and implicit body dispersion. Finally, patients show higher levels of body dissatisfaction than healthy controls. Conclusions: The data suggest that perceived body image has a top-down modulation on body self-recognition and that the implicit body self-recognition mechanism is specific to Perceived rather than Real image; It is further hypothesized that the identification of such subjects with perceived, rather than Real image, is so profound that it influences an implicit effect such as self-advantage. The study suggests from a clinical point of view, to pay attention even when explicit measures do not indicate a high level of body dissatisfaction, because this, does not necessarily imply that there is a low level of dispersion. For patients with high dissipation, specific rehabilitation techniques in a virtual environment might be suggested.
Introduzione: La dispercezione corporea è uno dei sintomi cardine dell’anoressia nervosa e pazienti che soffrono di questo disturbo riportano anche alti livelli di insoddisfazione corporea. Soltanto una ridotta parte di studi ha indagato i meccanismi impliciti relativi al riconoscimento del proprio corpo in pazienti con AN e come il riconoscimento del sé corporeo sia influenzato dalla percezione del proprio corpo. L’obiettivo di questo studio è di investigare il ruolo specifico dell’immagine percepita del proprio corpo sul riconoscimento del sé corporeo e se il livello di dispercezione corporea nelle pazienti con anoressia nervosa, abbia delle associazioni con il livello di gravità di malattia. A tal fine, è stato sfruttato l’effetto di self-advantage, che prevede una performance migliore in compiti di discriminazione quando vengono implicitamente riconosciute le proprie parti del corpo rispetto a quelle altrui. Materiali e metodi: Per questo studio sono state reclutate 17 pazienti con anoressia nervosa e 50 donne clinicamente sane, di età superiore ai 18 anni, e sono state sottoposte in un’unica sessione a due task, il body-size estimation task e il self-advantage task. Infine sono stati consegnati alle partecipanti dei questionari self-report per verificare se ci fosse o meno la presenza di disturbi alimentari, di tratti psicopatologici e di disturbi dell’immagine corporea. Risultati: Per il Body-size Estimation Task è stato calcolato il valore medio in percentuale della dispercezione che è risultato essere di 10,19% per i controlli sani e di 16,8% per le pazienti. Sulla base di questi valori medi, i due campioni sono stati suddivisi in due sottogruppi: ad alto e a basso livello di dispercezione. I risultati del self-advantage Task nel campione di controllo hanno mostrato che nel sottogruppo a basso livello di dispercezione, il self-advantage era presente sia nello scenario Reale sia nello scenario Percepito, in cui immagine reale e immagine percepita sono quasi identiche, Al contrario, nel sottogruppo ad alto livello di dispercezione, è emerso il self-advantage solo nello scenario Percepito, indicando quindi un efficace riconoscimento implicito del sé corporeo per l’immagine percepita e non per quella reale. I due campioni di pazienti (a bassa dispercezione ed alta dispercezione) mostrano lo stesso andamento del gruppo di controllo, nonostante non sia stato possibile fare analisi statistiche per la dimensione ridotta del campione. Dai questionari self-report è emerso che per i controlli sani non emergono differenze tra i sottogruppi ad alto e a basso livello di dispercezione, suggerendo quindi una dissociazione tra dispercezione corporea esplicita ed implicita. Infine le pazienti mostrano più elevati livelli di insoddisfazione corporea rispetto ai controlli sani. Conclusioni: I dati suggeriscono che l’immagine corporea percepita abbia una modulazione top-down sul riconoscimento del sé corporeo e che il meccanismo di riconoscimento implicito del sé corporeo sia specifico per l’immagine Percepita piuttosto che per quella Reale; Si ipotizza inoltre che l’identificazione di tali soggetti con l’immagine percepita, piuttosto che con quella reale, sia talmente profonda da influenzare un effetto implicito quale il self-advantage. Lo studio suggerisce da un punto di vista clinico, di porre attenzione anche nel momento in cui le misure esplicite non indicano un alto livello di insoddisfazione corporea, perchè ciò, non implica necessariamente che vi sia un basso livello di dispercezione. Per i pazienti ad alta dispercezione potrebbero essere suggerite tecniche riabilitative specifiche in ambiente virtuale.
La dispercezione corporea in pazienti con anoressia nervosa e soggetti di controllo sani: analisi attraverso un task di percezione della propria immagine corporea e riconoscimento implicito
RIMONDOTTO, MARTINA
2022/2023
Abstract
Introduzione: La dispercezione corporea è uno dei sintomi cardine dell’anoressia nervosa e pazienti che soffrono di questo disturbo riportano anche alti livelli di insoddisfazione corporea. Soltanto una ridotta parte di studi ha indagato i meccanismi impliciti relativi al riconoscimento del proprio corpo in pazienti con AN e come il riconoscimento del sé corporeo sia influenzato dalla percezione del proprio corpo. L’obiettivo di questo studio è di investigare il ruolo specifico dell’immagine percepita del proprio corpo sul riconoscimento del sé corporeo e se il livello di dispercezione corporea nelle pazienti con anoressia nervosa, abbia delle associazioni con il livello di gravità di malattia. A tal fine, è stato sfruttato l’effetto di self-advantage, che prevede una performance migliore in compiti di discriminazione quando vengono implicitamente riconosciute le proprie parti del corpo rispetto a quelle altrui. Materiali e metodi: Per questo studio sono state reclutate 17 pazienti con anoressia nervosa e 50 donne clinicamente sane, di età superiore ai 18 anni, e sono state sottoposte in un’unica sessione a due task, il body-size estimation task e il self-advantage task. Infine sono stati consegnati alle partecipanti dei questionari self-report per verificare se ci fosse o meno la presenza di disturbi alimentari, di tratti psicopatologici e di disturbi dell’immagine corporea. Risultati: Per il Body-size Estimation Task è stato calcolato il valore medio in percentuale della dispercezione che è risultato essere di 10,19% per i controlli sani e di 16,8% per le pazienti. Sulla base di questi valori medi, i due campioni sono stati suddivisi in due sottogruppi: ad alto e a basso livello di dispercezione. I risultati del self-advantage Task nel campione di controllo hanno mostrato che nel sottogruppo a basso livello di dispercezione, il self-advantage era presente sia nello scenario Reale sia nello scenario Percepito, in cui immagine reale e immagine percepita sono quasi identiche, Al contrario, nel sottogruppo ad alto livello di dispercezione, è emerso il self-advantage solo nello scenario Percepito, indicando quindi un efficace riconoscimento implicito del sé corporeo per l’immagine percepita e non per quella reale. I due campioni di pazienti (a bassa dispercezione ed alta dispercezione) mostrano lo stesso andamento del gruppo di controllo, nonostante non sia stato possibile fare analisi statistiche per la dimensione ridotta del campione. Dai questionari self-report è emerso che per i controlli sani non emergono differenze tra i sottogruppi ad alto e a basso livello di dispercezione, suggerendo quindi una dissociazione tra dispercezione corporea esplicita ed implicita. Infine le pazienti mostrano più elevati livelli di insoddisfazione corporea rispetto ai controlli sani. Conclusioni: I dati suggeriscono che l’immagine corporea percepita abbia una modulazione top-down sul riconoscimento del sé corporeo e che il meccanismo di riconoscimento implicito del sé corporeo sia specifico per l’immagine Percepita piuttosto che per quella Reale; Si ipotizza inoltre che l’identificazione di tali soggetti con l’immagine percepita, piuttosto che con quella reale, sia talmente profonda da influenzare un effetto implicito quale il self-advantage. Lo studio suggerisce da un punto di vista clinico, di porre attenzione anche nel momento in cui le misure esplicite non indicano un alto livello di insoddisfazione corporea, perchè ciò, non implica necessariamente che vi sia un basso livello di dispercezione. Per i pazienti ad alta dispercezione potrebbero essere suggerite tecniche riabilitative specifiche in ambiente virtuale.File | Dimensione | Formato | |
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