Hoarding Disorder is a psychopathological condition characterised by an intense and persistent difficulty associated with separation from one's possessions, which occurs irrespective of their actual value. Those affected by this disorder perceives a subjective need to store their possessions and the thought of throwing them away generates significant discomfort. These objects are accumulated in a disorderly manner, congesting living spaces and making it impossible to use them. This paper aims to investigate the symptomatological framework of Hoarding Disorder through multiple levels of analysis, identified by taking Tinbergen's four questions as a reference. According to the author, to understand a behaviour it is necessary to know its mechanism of functioning, its ontogenetic development, its phylogenetic evolution and its contribution in terms of evolutionary adaptation. The phylogenetic evolution of Hoarding Disorder can be reconstructed by examining the meaning attributed to this behaviour in different eras, through an anthropological perspective. Archaeological discoveries and contributions from recent literature and news reports make it possible to trace the history of hoarding behaviour, highlighting how it has declined in different ways according to environmental and contextual changes. The ontogenetic development of hoarding behaviour is determined by a multifactorial process, in which genetic vulnerability, attachment and interpersonal bonds and life events interact, influencing the onset and maintenance of the symptomatology. In particular, the joint effect of these factors is reflected in the components that determine the mechanism underlying hoarding behaviour, such as cognitive and emotional regulation abilities. The experimental study described in this paper attempts to answer the last of Tinbergen's questions, namely why hoarding behaviour has been preserved by natural selection. The results showed a cluster of traits characteristic of individuals with high levels of hoarding that can be traced back to the class of disorders defined by Del Giudice as 'defence disorders'. These disorders are characterised by hyperactivation of defence systems and include Depressive Disorders, Anxiety Disorders and certain types of Obsessive-Compulsive Disorder, which are those conditions that present high levels of comorbidity with Hoarding Disorder. Considering Hoarding Disorder as a defence disorder supports the hypothesis that hoarding behaviour can be traced back to a nesting tendency. Indeed, in the animal world, the goal of nest building is to provide a safe environment for oneself and one's offspring to defend themselves from predators. In Hoarding Disorder, hoarded objects may be perceived as factors of material protection from an external environmental or social context experienced as unpredictable or threatening. The intense bonding with objects would thus be due to the security they arouse in the individual as an integral part of the nest. This view of Hoarding Disorder supports the thesis that this diagnosis is more related to anxiety-depressive disorders and offers the possibility of understanding the symptomatology not only from the point of view of the behavioural manifestation, but by delving into its evolutionary and motivational reasons.
Il Disturbo da Accumulo è una condizione psicopatologica che implica un'intensa e persistente difficoltà associata alla separazione dai propri beni, che si manifesta indipendentemente dal valore reale degli stessi. Chi ne è affetto percepisce il bisogno soggettivo di conservare i propri averi e il pensiero di gettarli via genera un disagio significativo. Tali oggetti vengono accumulati in modo disordinato, congestionando gli spazi abitativi e rendendone impossibile l’utilizzo. Il presente elaborato si pone l’obiettivo di approfondire il quadro sintomatologico del Disturbo da Accumulo attraverso multipli livelli di analisi, individuati prendendo come riferimento le quattro domande di Tinbergen. Secondo l’autore, per comprendere un comportamento è necessario conoscerne il meccanismo di funzionamento, lo sviluppo ontogenetico, l’evoluzione filogenetica e il suo contributo in termini di adattamento evoluzionistico. L’evoluzione filogenetica del Disturbo da Accumulo può essere ricostruita esaminando il significato attribuito a tale comportamento a seconda delle diverse epoche, attraverso una prospettiva antropologica. Le scoperte archeologiche e i contributi della letteratura e della cronaca recente permettono di ripercorrere la storia del comportamento di accumulo, evidenziando come esso si sia declinato in modi differenti in funzione dei cambiamenti ambientali e contestuali. Lo sviluppo ontogenetico del comportamento di accumulo è determinato da un processo multifattoriale, in cui vulnerabilità genetica, legami di attaccamento e interpersonali ed eventi di vita interagiscono tra loro influenzando l’esordio e il mantenimento della sintomatologia. In particolare, l’effetto congiunto di tali fattori si riflette sulle componenti che determinano il meccanismo sotteso al comportamento di accumulo, ossia le capacità cognitive e di regolazione emozionale. Lo studio sperimentale descritto nel presente elaborato tenta di rispondere all’ultima delle domande di Tinbergen, ossia per quale ragione il comportamento di accumulo sia stato preservato dalla selezione naturale. Dai risultati ottenuti è emerso un cluster di tratti caratteristico degli individui con livelli elevati di accumulo riconducibile alla classe di disturbi definita da Del Giudice “disturbi da difesa”. Tali disturbi sono caratterizzati da un’iperattivazione dei sistemi di difesa e comprendono i Disturbi Depressivi, i Disturbi d’Ansia e alcuni tipi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo, ossia quei quadri sintomatologici che presentano elevati livelli di comorbidità con il Disturbo da Accumulo. Considerare il Disturbo da Accumulo come un disturbo da difesa supporta l’ipotesi per cui il comportamento di accumulo possa essere ricondotto a una tendenza alla nidificazione. Infatti, nel mondo animale la costruzione del nido è finalizzata alla predisposizione di un ambiente sicuro per sé e la propria prole, al fine di difendersi dai predatori. Nel Disturbo da Accumulo gli oggetti accumulati possono essere percepiti come fattori di protezione materiale da un contesto esterno, sia ambientale che sociale, vissuto come imprevedibile o minaccioso. Il legame intenso con gli oggetti sarebbe quindi dovuto alla sicurezza che essi suscitano nell’individuo in quanto parte integrante del nido. Tale visione del Disturbo da Accumulo avvalora le tesi per cui tale diagnosi sia maggiormente affine a quelle di natura ansioso-depressiva e offre la possibilità di approfondire le ragioni evoluzionistiche e motivazionali
Disturbo da accumulo, sistemi motivazionali ed ipotesi della nidificazione: quale relazione? Uno studio sperimentale.
AZZOLINI, OTTAVIA
2022/2023
Abstract
Il Disturbo da Accumulo è una condizione psicopatologica che implica un'intensa e persistente difficoltà associata alla separazione dai propri beni, che si manifesta indipendentemente dal valore reale degli stessi. Chi ne è affetto percepisce il bisogno soggettivo di conservare i propri averi e il pensiero di gettarli via genera un disagio significativo. Tali oggetti vengono accumulati in modo disordinato, congestionando gli spazi abitativi e rendendone impossibile l’utilizzo. Il presente elaborato si pone l’obiettivo di approfondire il quadro sintomatologico del Disturbo da Accumulo attraverso multipli livelli di analisi, individuati prendendo come riferimento le quattro domande di Tinbergen. Secondo l’autore, per comprendere un comportamento è necessario conoscerne il meccanismo di funzionamento, lo sviluppo ontogenetico, l’evoluzione filogenetica e il suo contributo in termini di adattamento evoluzionistico. L’evoluzione filogenetica del Disturbo da Accumulo può essere ricostruita esaminando il significato attribuito a tale comportamento a seconda delle diverse epoche, attraverso una prospettiva antropologica. Le scoperte archeologiche e i contributi della letteratura e della cronaca recente permettono di ripercorrere la storia del comportamento di accumulo, evidenziando come esso si sia declinato in modi differenti in funzione dei cambiamenti ambientali e contestuali. Lo sviluppo ontogenetico del comportamento di accumulo è determinato da un processo multifattoriale, in cui vulnerabilità genetica, legami di attaccamento e interpersonali ed eventi di vita interagiscono tra loro influenzando l’esordio e il mantenimento della sintomatologia. In particolare, l’effetto congiunto di tali fattori si riflette sulle componenti che determinano il meccanismo sotteso al comportamento di accumulo, ossia le capacità cognitive e di regolazione emozionale. Lo studio sperimentale descritto nel presente elaborato tenta di rispondere all’ultima delle domande di Tinbergen, ossia per quale ragione il comportamento di accumulo sia stato preservato dalla selezione naturale. Dai risultati ottenuti è emerso un cluster di tratti caratteristico degli individui con livelli elevati di accumulo riconducibile alla classe di disturbi definita da Del Giudice “disturbi da difesa”. Tali disturbi sono caratterizzati da un’iperattivazione dei sistemi di difesa e comprendono i Disturbi Depressivi, i Disturbi d’Ansia e alcuni tipi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo, ossia quei quadri sintomatologici che presentano elevati livelli di comorbidità con il Disturbo da Accumulo. Considerare il Disturbo da Accumulo come un disturbo da difesa supporta l’ipotesi per cui il comportamento di accumulo possa essere ricondotto a una tendenza alla nidificazione. Infatti, nel mondo animale la costruzione del nido è finalizzata alla predisposizione di un ambiente sicuro per sé e la propria prole, al fine di difendersi dai predatori. Nel Disturbo da Accumulo gli oggetti accumulati possono essere percepiti come fattori di protezione materiale da un contesto esterno, sia ambientale che sociale, vissuto come imprevedibile o minaccioso. Il legame intenso con gli oggetti sarebbe quindi dovuto alla sicurezza che essi suscitano nell’individuo in quanto parte integrante del nido. Tale visione del Disturbo da Accumulo avvalora le tesi per cui tale diagnosi sia maggiormente affine a quelle di natura ansioso-depressiva e offre la possibilità di approfondire le ragioni evoluzionistiche e motivazionaliFile | Dimensione | Formato | |
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