In un mondo sempre più globalizzato la metropoli urbana diventa sede di grandi opportunità ma anche di minacce per salute. In questa dissertazione ci si è domandati se esistesse un modello di servizi che sappia rispondere ai bisogni di salute che nella città si manifestano, tenendo conto di quelli che sono i suoi determinanti sociali, come li definisce l’OMS, fuori da istituzioni chiuse come potrebbero essere ospedali, comunità e case di cura. Per rispondere a questo interrogativo è stato preso ad oggetto di studio il progetto Habitat-Microaree, nato a Trieste – città già famosa per la lotta all’istituzionalizzazione – dall’impulso dell’Azienda Sanitaria per promuovere salute e sviluppo di comunità, e poi esteso a territori limitrofi come quello di Muggia. Quest’ultimo, per il suo peculiare assetto sociale e di co-progettazione avviata dal Comune in partenariato con la Cooperativa Sociale La Collina, è stato oggetto di un’osservazione sul campo, durata due settimane e sostenuta con la metodologia del case study, nel quale si è indagato, anche attraverso interviste ad operatrici e cittadinanza, come questa modalità di intervento strettamente legata al territorio e ai suoi abitanti, ed incentrata sulla costruzione di relazioni, possa rispondere ai bisogni si salute insieme a quelli di comunità. Ne è risultata un’esperienza ricca, che ha dimostrato la potenzialità di un servizio capace di conoscere il territorio e le persone con cui opera, per genare un bene del quale si possa fruire assieme e per promuovere cittadinanza attiva valorizzando le risorse di cui il territorio e la popolazione stessa dispone. Popolazione che ora è partecipe, attiva, secondo le logiche di empowerment offerto da un servizio capace di rispondere alle complessità del reale in maniera attenta, etica e sostenibile, un’alternativa possibile per rispondere alla (o alle) crisi di un sistema ancora troppo poco attento alle reali necessità di salute della popolazione, che sono complesse, intrecciate, multiformi e sfaccettate, come lo è la stessa esistenza umana, che nelle Microaree viene preservata e coltivata.

Curare nella città e promuovere cittadinanza. L'esperienza delle Microaree di Muggia

SIRIGU, MARTA
2022/2023

Abstract

In un mondo sempre più globalizzato la metropoli urbana diventa sede di grandi opportunità ma anche di minacce per salute. In questa dissertazione ci si è domandati se esistesse un modello di servizi che sappia rispondere ai bisogni di salute che nella città si manifestano, tenendo conto di quelli che sono i suoi determinanti sociali, come li definisce l’OMS, fuori da istituzioni chiuse come potrebbero essere ospedali, comunità e case di cura. Per rispondere a questo interrogativo è stato preso ad oggetto di studio il progetto Habitat-Microaree, nato a Trieste – città già famosa per la lotta all’istituzionalizzazione – dall’impulso dell’Azienda Sanitaria per promuovere salute e sviluppo di comunità, e poi esteso a territori limitrofi come quello di Muggia. Quest’ultimo, per il suo peculiare assetto sociale e di co-progettazione avviata dal Comune in partenariato con la Cooperativa Sociale La Collina, è stato oggetto di un’osservazione sul campo, durata due settimane e sostenuta con la metodologia del case study, nel quale si è indagato, anche attraverso interviste ad operatrici e cittadinanza, come questa modalità di intervento strettamente legata al territorio e ai suoi abitanti, ed incentrata sulla costruzione di relazioni, possa rispondere ai bisogni si salute insieme a quelli di comunità. Ne è risultata un’esperienza ricca, che ha dimostrato la potenzialità di un servizio capace di conoscere il territorio e le persone con cui opera, per genare un bene del quale si possa fruire assieme e per promuovere cittadinanza attiva valorizzando le risorse di cui il territorio e la popolazione stessa dispone. Popolazione che ora è partecipe, attiva, secondo le logiche di empowerment offerto da un servizio capace di rispondere alle complessità del reale in maniera attenta, etica e sostenibile, un’alternativa possibile per rispondere alla (o alle) crisi di un sistema ancora troppo poco attento alle reali necessità di salute della popolazione, che sono complesse, intrecciate, multiformi e sfaccettate, come lo è la stessa esistenza umana, che nelle Microaree viene preservata e coltivata.
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