Lo scopo di questo lavoro è quello di approfondire la complessa relazione che intercorre tra la tecnologia e la cultura odierna, mettendone in luce, in particolare, l’impatto sulla comunicazione e sui modelli di pensiero. La comunicazione è un fenomeno complesso che presuppone un’azione sociale e cognitiva. Il medium è il mezzo che consente la produzione e l’emissione del messaggio. Questo agevola i processi di comunicazione, consentendo di superare i limiti spaziali, temporali e materiali, tuttavia, “ponendosi in mezzo”, trasforma l’esperienza delle persone (Biscaldi, 2019). La comunicazione verbale umana nasce presupponendo il solo utilizzo della voce. L’organizzazione orale del pensiero è una particolarità individuabile in tutte le popolazioni appartenenti a società primarie, ossia prive di scrittura (Denicolai, 2011). Tale forma di oralità ha presentato caratteristiche ricorrenti ed omogenee per le quali Ong (1982) ha coniato la definizione di psicodinamica dell’oralità. Tuttavia, il processo di sviluppo dall’oralità integrale ad un uso pieno della scrittura passa, in alcuni casi, attraverso gradi sfumati di oralità nei quali il mezzo scrittorio interagisce con i meccanismi di un sistema di comunicazione affidato alla memoria e alla voce condizionandoli in modo progressivo ed essendone, a sua volta, condizionato senza annullarsi di colpo. Nel momento in cui nasce e si diffonde un nuovo strumento comunicativo insorgono sempre numerosi dibattiti circa l’analisi degli effetti a breve e a lungo termine dello stesso. Nello specifico, i nuovi mezzi di comunicazione, a partire dalla scrittura alfabetica nella Grecia classica, sono stati incolpati, nel corso della loro evoluzione e affermazione, di generare un impoverimento del sapere e di compromettere, in negativo, le capacità cognitive dell’uomo. Bolter e Grusin (1999), in merito all’interpretazione di un nuovo medium e all’identificazione di questo come nuovo rispetto ad uno più obsoleto, fanno riferimento al fatto che ogni nuova tecnologia opera, nei confronti delle precedenti, una trasmigrazione e un inglobamento della stessa: più media, più o meno eterogenei, dunque, si fondono. In particolare, il Web 2.0 ha rimediato le forme precedenti, modificando l’esperienza individuale e collettiva in quanto, sfruttando l’innata propensione dell’uomo all’aggregazione collaborativa, contribuisce a risvegliare la parola e la mentalità collettiva, offrendo nuovi spazi di significato comunitari finalizzati alla costruzione di una rete globale di pensiero. La tecnologia contemporanea ha legittimato la creatività degli individui nella relazione con i dispositivi: l’utente si serve di linguaggi multipli all’interno di uno spazio in cui può agire attivamente dando significato alla propria presenza nel network (Denicolai, 2011). Qualsiasi forma di organizzazione sociale presuppone, poi, da parte degli individui, partecipazione e la collaborazione. Levy (1994) paragona l’intelligenza collettiva ad un grande cervello complessivo che permette agli individui di unire le loro forze intellettuali, immaginative, creative e le loro conoscenze (Cerciello, 2012). L’infrastruttura della nuova conoscenza si riferisce, quindi, al sistema di risorse, di tecnologie, di strumenti e di piattaforme digitali che supportano la creazione, la condivisione, la conservazione e l'accesso alla conoscenza nell'era digitale.
Forme di comunicazione e modelli di pensiero: l'impatto della tecnologia nello scenario culturale odierno.
SIVERA, CHIARA
2022/2023
Abstract
Lo scopo di questo lavoro è quello di approfondire la complessa relazione che intercorre tra la tecnologia e la cultura odierna, mettendone in luce, in particolare, l’impatto sulla comunicazione e sui modelli di pensiero. La comunicazione è un fenomeno complesso che presuppone un’azione sociale e cognitiva. Il medium è il mezzo che consente la produzione e l’emissione del messaggio. Questo agevola i processi di comunicazione, consentendo di superare i limiti spaziali, temporali e materiali, tuttavia, “ponendosi in mezzo”, trasforma l’esperienza delle persone (Biscaldi, 2019). La comunicazione verbale umana nasce presupponendo il solo utilizzo della voce. L’organizzazione orale del pensiero è una particolarità individuabile in tutte le popolazioni appartenenti a società primarie, ossia prive di scrittura (Denicolai, 2011). Tale forma di oralità ha presentato caratteristiche ricorrenti ed omogenee per le quali Ong (1982) ha coniato la definizione di psicodinamica dell’oralità. Tuttavia, il processo di sviluppo dall’oralità integrale ad un uso pieno della scrittura passa, in alcuni casi, attraverso gradi sfumati di oralità nei quali il mezzo scrittorio interagisce con i meccanismi di un sistema di comunicazione affidato alla memoria e alla voce condizionandoli in modo progressivo ed essendone, a sua volta, condizionato senza annullarsi di colpo. Nel momento in cui nasce e si diffonde un nuovo strumento comunicativo insorgono sempre numerosi dibattiti circa l’analisi degli effetti a breve e a lungo termine dello stesso. Nello specifico, i nuovi mezzi di comunicazione, a partire dalla scrittura alfabetica nella Grecia classica, sono stati incolpati, nel corso della loro evoluzione e affermazione, di generare un impoverimento del sapere e di compromettere, in negativo, le capacità cognitive dell’uomo. Bolter e Grusin (1999), in merito all’interpretazione di un nuovo medium e all’identificazione di questo come nuovo rispetto ad uno più obsoleto, fanno riferimento al fatto che ogni nuova tecnologia opera, nei confronti delle precedenti, una trasmigrazione e un inglobamento della stessa: più media, più o meno eterogenei, dunque, si fondono. In particolare, il Web 2.0 ha rimediato le forme precedenti, modificando l’esperienza individuale e collettiva in quanto, sfruttando l’innata propensione dell’uomo all’aggregazione collaborativa, contribuisce a risvegliare la parola e la mentalità collettiva, offrendo nuovi spazi di significato comunitari finalizzati alla costruzione di una rete globale di pensiero. La tecnologia contemporanea ha legittimato la creatività degli individui nella relazione con i dispositivi: l’utente si serve di linguaggi multipli all’interno di uno spazio in cui può agire attivamente dando significato alla propria presenza nel network (Denicolai, 2011). Qualsiasi forma di organizzazione sociale presuppone, poi, da parte degli individui, partecipazione e la collaborazione. Levy (1994) paragona l’intelligenza collettiva ad un grande cervello complessivo che permette agli individui di unire le loro forze intellettuali, immaginative, creative e le loro conoscenze (Cerciello, 2012). L’infrastruttura della nuova conoscenza si riferisce, quindi, al sistema di risorse, di tecnologie, di strumenti e di piattaforme digitali che supportano la creazione, la condivisione, la conservazione e l'accesso alla conoscenza nell'era digitale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
740833_siverachiara_740833_tesiintera.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.82 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.82 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/108287