Introduzione: Durante il tirocinio ho partecipato alla realizzazione di un progetto, iniziato nel 2011 da Aspromiele, definito ¿progetto propoli¿, finalizzato a valutare la possibilità di incrementare l'importanza della propoli nell'ambito di un'azienda apistica. All'interno di questo progetto ho seguito attività di posizionamento delle reti di raccolta del propoli, campionamento del materiale e preparazione dei campioni in forma idroalcolica per le analisi, verifica delle relazioni tra i risultati analitici e le caratteristiche dei luoghi di raccolta, in particolare la copertura forestale del suolo, ricavata tramite i Piani Forestali Territoriali della Regione Piemonte. Scopo della Tesi: Inquadramento su composizione, attività terapeutiche, aspetti tossicologici e allergologici, metodologie di raccolta e di estrazione, normativa sulla propoli. Identificazione di diverse tipologie di propoli in funzione della zona di raccolta e della vegetazione che la caratterizza. Valutazione della resa quantitativa del metodo di raccolta. Discussione dei risultati: I dati sulla copertura forestale sono relativi all'area di un cerchio avente un raggio di tre km dal punto in cui era situato l'apiario, per una superficie totale di circa 2827 ha; esso rappresenta l'area che un'ape può esplorare dal proprio alveare. E' stato effettuato un dosaggio HPLC dei flavonoidi totali.Conclusione: Dai dati ottenuti dalle analisi effettuate da Aspromiele si evince che la propoli raccolta in ambienti montani presenta una percentuale di cera inferiore rispetto a quella prodotta in ambito collinare, mentre il titolo di flavonoidi del campione raccolto in ambiente collinare è superiore; la resa quantitativa è stata particolarmente bassa in montagna, sfavorita dalla stagione climatica molto piovosa, mentre nella media in ambiente collinare, dove è stato possibile mantenere le reti per un periodo più lungo. Confrontando questi dati con i dati ottenuti negli anni precedenti si può affermare che tutti i campioni sono di ottima qualità, in quanto presentano un titolo in flavonoidi superiore al 2 %. La percentuale di cera rientra negli standard di qualità, per i campioni raccolti a Mattie e a Thures di Cesana, ovvero non supera il 30%, probabilmente per il minor tempo di posa delle reti. Per i campioni raccolti a Bardassano si è ottenuta una percentuale di cera troppo elevata; ciò dimostra che non conviene lasciare le reti posizionate per tutta la stagione, perchè le api tendono a costruire delle cellette di cera sotto la rete per ottimizzare lo spazio in un momento di elevata importazione nettarifera (ad es. di melata). Questo fa si che la percentuale di cera aumenti esageratamente, e quindi conviene monitorare i momenti in cui viene importata la propoli, sfruttandoli per il posizionamento delle reti, che andranno asportate prima di un imminente raccolto di miele. I dati necessari per ottenere una correlazione concreta tra propoli e territorio non sono ancora disponibili: probabilmente la ricerca si completerà nel giro di qualche anno, fatta salva la disponibilità di fondi. Questo tirocinio mi ha permesso di fare la conoscenza di persone esperte nel campo tecnico-pratico, sia in apicoltura che in laboratorio di trasformazione, utili per il proseguimento del mio percorso formativo, relativo alla valorizzazione della produzione di propoli piemontese.
Prime valutazioni sulla correlazione tra caratteristishe del territorio e produzione di propoli
GATTI, LORENZO
2013/2014
Abstract
Introduzione: Durante il tirocinio ho partecipato alla realizzazione di un progetto, iniziato nel 2011 da Aspromiele, definito ¿progetto propoli¿, finalizzato a valutare la possibilità di incrementare l'importanza della propoli nell'ambito di un'azienda apistica. All'interno di questo progetto ho seguito attività di posizionamento delle reti di raccolta del propoli, campionamento del materiale e preparazione dei campioni in forma idroalcolica per le analisi, verifica delle relazioni tra i risultati analitici e le caratteristiche dei luoghi di raccolta, in particolare la copertura forestale del suolo, ricavata tramite i Piani Forestali Territoriali della Regione Piemonte. Scopo della Tesi: Inquadramento su composizione, attività terapeutiche, aspetti tossicologici e allergologici, metodologie di raccolta e di estrazione, normativa sulla propoli. Identificazione di diverse tipologie di propoli in funzione della zona di raccolta e della vegetazione che la caratterizza. Valutazione della resa quantitativa del metodo di raccolta. Discussione dei risultati: I dati sulla copertura forestale sono relativi all'area di un cerchio avente un raggio di tre km dal punto in cui era situato l'apiario, per una superficie totale di circa 2827 ha; esso rappresenta l'area che un'ape può esplorare dal proprio alveare. E' stato effettuato un dosaggio HPLC dei flavonoidi totali.Conclusione: Dai dati ottenuti dalle analisi effettuate da Aspromiele si evince che la propoli raccolta in ambienti montani presenta una percentuale di cera inferiore rispetto a quella prodotta in ambito collinare, mentre il titolo di flavonoidi del campione raccolto in ambiente collinare è superiore; la resa quantitativa è stata particolarmente bassa in montagna, sfavorita dalla stagione climatica molto piovosa, mentre nella media in ambiente collinare, dove è stato possibile mantenere le reti per un periodo più lungo. Confrontando questi dati con i dati ottenuti negli anni precedenti si può affermare che tutti i campioni sono di ottima qualità, in quanto presentano un titolo in flavonoidi superiore al 2 %. La percentuale di cera rientra negli standard di qualità, per i campioni raccolti a Mattie e a Thures di Cesana, ovvero non supera il 30%, probabilmente per il minor tempo di posa delle reti. Per i campioni raccolti a Bardassano si è ottenuta una percentuale di cera troppo elevata; ciò dimostra che non conviene lasciare le reti posizionate per tutta la stagione, perchè le api tendono a costruire delle cellette di cera sotto la rete per ottimizzare lo spazio in un momento di elevata importazione nettarifera (ad es. di melata). Questo fa si che la percentuale di cera aumenti esageratamente, e quindi conviene monitorare i momenti in cui viene importata la propoli, sfruttandoli per il posizionamento delle reti, che andranno asportate prima di un imminente raccolto di miele. I dati necessari per ottenere una correlazione concreta tra propoli e territorio non sono ancora disponibili: probabilmente la ricerca si completerà nel giro di qualche anno, fatta salva la disponibilità di fondi. Questo tirocinio mi ha permesso di fare la conoscenza di persone esperte nel campo tecnico-pratico, sia in apicoltura che in laboratorio di trasformazione, utili per il proseguimento del mio percorso formativo, relativo alla valorizzazione della produzione di propoli piemontese.File | Dimensione | Formato | |
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