In this thesis I dealt with the theories of the anthropologist Franz Boas, considered the father of American cultural anthropology and a great researcher in the field. He was the first to give importance to the native and his point of view, favoring the rise of the school of "culture and personality". He became the teacher of an entire generation of the most important American anthropologists of the second half of the twentieth century, including Ruth Benedict, Margaret Mead, and Ralph Linton, to each of whom I have dedicated a chapter. In the first one I analyzed the thought of the anthropologist Benedict, who introduced the concept of "cultural model", intended as the overall cultural identity of each society, which can be obtained from the organic collection of its elements, which conditions the personality of its members. I dedicated the second chapter to the scholar Margaret Mead. The anthropologist considers the experiences of early childhood and adolescence to be fundamental in the formation of the individual's character. These determine a process of inculturation by which the individual becomes an effective member of a culture, internalizing its values in relation to its dispositions. Mead's gaps in the study of culture-personality dynamics will be filled by the research of Kardiner and Linton. The latter, dealt with in the third chapter, while recognizing himself in the school of "culture and personality" and thus placing himself in line with Benedict and Mead, redefined the concept of personality, elaborating that of "basic personality", thus explaining the differences that can be found between individuals within a common cultural horizon and a homogeneity of fundamental attitudes. Finally, I highlighted how in recent decades anthropology has established itself as a scientific knowledge, able to read reality through the study of the symbols and meanings that human beings give to the manifestations of their daily lives, helping to find tools and ideas for a necessary reflection and understanding of our complex and tumultuous present. If it is true that cultural anthropology cannot build "a better world", nor a better man, it can offer some tools so that there is a reciprocal dynamic of modification between man and the environment aimed at inclusion and peaceful coexistence.

In questa tesi mi sono occupata delle teorie dell’antropologo Franz Boas, considerato il padre dell’antropologia culturale americana e grande ricercatore sul campo. Fu il primo a dare importanza al nativo ed al suo punto di vista, favorendo il sorgere della scuola di «cultura e personalità». Diventò maestro di un'intera generazione dei più importanti antropologi statunitensi della seconda metà del ‘900, fra cui Ruth Benedict, Margaret Mead, e Ralph Linton ad ognuno dei quali ho dedicato un capitolo. Nel primo ho analizzato il pensiero dell’antropologa Benedict, la quale ha introdotto il concetto di “modello culturale”, inteso come identità culturale complessiva di ogni società, ricavabile dalla raccolta organica dei suoi elementi, il quale condiziona la personalità dei suoi membri. Ho dedicato il secondo capitolo alla studiosa Margaret Mead. L’antropologa considera fondamentali nella formazione del carattere dell’individuo le esperienze della prima infanzia e dell’adolescenza. Queste determinano un processo di inculturazione mediante il quale l’individuo diventa membro effettivo di una cultura, interiorizzandone i valori in rapporto alle disposizioni. Le lacune di Mead nello studio delle dinamiche cultura-personalità verranno colmate dalle ricerche di Kardiner e Linton. Quest’ultimo, trattato nel terzo capitolo, pur riconoscendosi nella scuola di “cultura e personalità” e collocandosi quindi in linea di continuità con Benedict e Mead ridefinì il concetto di personalità, elaborando quello di “personalità di base”, spiegando in tal modo le differenze riscontrabili tra gli individui nell’ambito di un orizzonte culturale comune e di una omogeneità degli atteggiamenti fondamentali. Ho infine evidenziato come negli ultimi decenni l'antropologia si sia affermata come un sapere scientifico, in grado di leggere la realtà attraverso lo studio dei simboli e dei significati che gli esseri umani conferiscono alle manifestazioni della propria vita quotidiana, contribuendo a trovare strumenti e spunti per una necessaria riflessione e comprensione del nostro complesso e tumultuoso presente. Se è vero che l’antropologia culturale non può costruire “un mondo migliore”, né un uomo migliore, può offrire alcuni strumenti in modo che vi sia una reciproca dinamica di modificazione tra l’uomo e l’ambiente finalizzata all’inclusione ed alla convivenza pacifica.

Ruth Benedict, Margaret Mead e Ralph Linton: l’alterità come finestra sulla ricchezza della diversità umana

ARGENTERO, FRANCESCA
2022/2023

Abstract

In questa tesi mi sono occupata delle teorie dell’antropologo Franz Boas, considerato il padre dell’antropologia culturale americana e grande ricercatore sul campo. Fu il primo a dare importanza al nativo ed al suo punto di vista, favorendo il sorgere della scuola di «cultura e personalità». Diventò maestro di un'intera generazione dei più importanti antropologi statunitensi della seconda metà del ‘900, fra cui Ruth Benedict, Margaret Mead, e Ralph Linton ad ognuno dei quali ho dedicato un capitolo. Nel primo ho analizzato il pensiero dell’antropologa Benedict, la quale ha introdotto il concetto di “modello culturale”, inteso come identità culturale complessiva di ogni società, ricavabile dalla raccolta organica dei suoi elementi, il quale condiziona la personalità dei suoi membri. Ho dedicato il secondo capitolo alla studiosa Margaret Mead. L’antropologa considera fondamentali nella formazione del carattere dell’individuo le esperienze della prima infanzia e dell’adolescenza. Queste determinano un processo di inculturazione mediante il quale l’individuo diventa membro effettivo di una cultura, interiorizzandone i valori in rapporto alle disposizioni. Le lacune di Mead nello studio delle dinamiche cultura-personalità verranno colmate dalle ricerche di Kardiner e Linton. Quest’ultimo, trattato nel terzo capitolo, pur riconoscendosi nella scuola di “cultura e personalità” e collocandosi quindi in linea di continuità con Benedict e Mead ridefinì il concetto di personalità, elaborando quello di “personalità di base”, spiegando in tal modo le differenze riscontrabili tra gli individui nell’ambito di un orizzonte culturale comune e di una omogeneità degli atteggiamenti fondamentali. Ho infine evidenziato come negli ultimi decenni l'antropologia si sia affermata come un sapere scientifico, in grado di leggere la realtà attraverso lo studio dei simboli e dei significati che gli esseri umani conferiscono alle manifestazioni della propria vita quotidiana, contribuendo a trovare strumenti e spunti per una necessaria riflessione e comprensione del nostro complesso e tumultuoso presente. Se è vero che l’antropologia culturale non può costruire “un mondo migliore”, né un uomo migliore, può offrire alcuni strumenti in modo che vi sia una reciproca dinamica di modificazione tra l’uomo e l’ambiente finalizzata all’inclusione ed alla convivenza pacifica.
ITA
In this thesis I dealt with the theories of the anthropologist Franz Boas, considered the father of American cultural anthropology and a great researcher in the field. He was the first to give importance to the native and his point of view, favoring the rise of the school of "culture and personality". He became the teacher of an entire generation of the most important American anthropologists of the second half of the twentieth century, including Ruth Benedict, Margaret Mead, and Ralph Linton, to each of whom I have dedicated a chapter. In the first one I analyzed the thought of the anthropologist Benedict, who introduced the concept of "cultural model", intended as the overall cultural identity of each society, which can be obtained from the organic collection of its elements, which conditions the personality of its members. I dedicated the second chapter to the scholar Margaret Mead. The anthropologist considers the experiences of early childhood and adolescence to be fundamental in the formation of the individual's character. These determine a process of inculturation by which the individual becomes an effective member of a culture, internalizing its values in relation to its dispositions. Mead's gaps in the study of culture-personality dynamics will be filled by the research of Kardiner and Linton. The latter, dealt with in the third chapter, while recognizing himself in the school of "culture and personality" and thus placing himself in line with Benedict and Mead, redefined the concept of personality, elaborating that of "basic personality", thus explaining the differences that can be found between individuals within a common cultural horizon and a homogeneity of fundamental attitudes. Finally, I highlighted how in recent decades anthropology has established itself as a scientific knowledge, able to read reality through the study of the symbols and meanings that human beings give to the manifestations of their daily lives, helping to find tools and ideas for a necessary reflection and understanding of our complex and tumultuous present. If it is true that cultural anthropology cannot build "a better world", nor a better man, it can offer some tools so that there is a reciprocal dynamic of modification between man and the environment aimed at inclusion and peaceful coexistence.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/108249