Dove la Queerness Incontra il Mainstream: Negoziare la Visibilità Attraverso lo Schermo Televisivo

This research aims to outline an evolution of the representation of the queer individual on television. The analysis finds its starting point in the documentary miniseries Visible: Out On Television, created by Apple TV+ in 2020. The program pieces together the history of the visibility of the LGBTQ+ community on US television by reporting testimonies of prominent personalities who have worked in this field with the support of archive images, providing a chronology that starts from the first forays of queer subjects into the medium up to the situation of the present day. Using the documentary as a basis, it was decided to reflect on the changes in the ways the “queer” individual is represented over time, but not before having clearly defined what is meant by this term. In fact, the first chapter aims to provide a key to understanding the research starting from an analysis of the word “queer”: this expression comes to this day loaded with meanings linked to its uses in the past, which will be addressed and then contextualized within the “queer theory”, an approach to gender studies that proves to be innovative. Speaking of which, the contributions of De Lauretis, Butler and Preciado will be useful to frame the conception of gender from a queer perspective, starting to shift the discourse on the potential of its representation. Having outlined these premises, the study continues by relating the term “queer” to the main object of the analysis, that is television. The meeting between these realities will allow to observe that the inclusion of the queer individual in the medium has been and still is subject to negotiations, despite the fact that the contemporary television scene seems to boast of numerous examples that contribute to its visibility. The notion of “disidentification” theorized by Muñoz will come in handy to establish that entering the mainstream landscape forces the queer individual to adopt a series of survival strategies to guarantee being able to appear in the context of the dominant culture. Its representation is in fact part of a dynamic of tamed visibility, which Ferrante will define as the surging of a “homonormative regime of visibility”. Subsequently, a reflection on the concept of “queer storytelling” will allow to point out its potential and limits, highlighting its fundamental role in the creation of the queer community itself but certifying that her overexposure entails risks when it comes to representing the most marginalized realities. Having completed this introductory digression, the two chapters that follow feature a similar structure: the second chapter presents examples of representation of the queer individual in television programs belonging to the unscripted genre, while the third does the same for the scripted genre. Both chapters open with a brief overview of the first cases of queer representation in the reference category and then propose two case studies belonging to the current television scene. For the unscripted genre, some reality shows and docuseries are taken into consideration, while for the scripted genre, films and television series are involved. The objective is to detect the development of negotiations in the different types of content with their implications in the contemporary debate: for each of the cases, specific aspects relevant to the purposes of the research will be analyzed. Finally, the results will be briefly reviewed to note the evolution of the dynamics over time.

La ricerca si propone di tracciare un’evoluzione della rappresentazione dell’individuo queer in televisione. L’analisi trova il suo spunto di partenza nella miniserie documentario Visible: Out On Television, realizzata da Apple Tv+ nel 2020. Il programma ricostruisce la storia della visibilità della comunità LGBTQ+ nella televisione statunitense restituendo una cronologia che inizia dalle prime incursioni di soggetti queer nel medium fino ad arrivare alla situazione di oggi. Sulla base del documentario, è stato scelto di ragionare sui cambiamenti delle modalità di rappresentazione dell’individuo “queer” nel tempo, non prima di aver ben definito cosa si intende con questo termine. Il primo capitolo vuole infatti fornire una chiave di lettura della ricerca partendo da un’analisi della parola “queer”: essa arriva al giorno d’oggi carica di significati legati ai suoi utilizzi del passato, che verranno affrontati per poi contestualizzarla all’interno della “queer theory”, un approccio agli studi di genere che si rivela innovativo. A proposito, i contributi di De Lauretis, Butler e Preciado saranno utili per inquadrare la concezione di genere in prospettiva queer, cominciando a spostare il ragionamento sul potenziale della sua rappresentazione. Dopo aver tracciato queste premesse, il lavoro continua mettendo in relazione il termine “queer” con l’oggetto principale dell’analisi, ovvero la televisione. L’incontro tra queste realtà permetterà di constatare che l’inserimento dell’individuo queer nel medium è stato ed è ancora oggi soggetto a delle negoziazioni, nonostante il palinsesto contemporaneo sembri vantare di numerosi esempi che contribuiscono alla sua visibilità. La nozione di “disidentification” teorizzata da Muñoz verrà in aiuto per stabilire che l’approdo nel panorama mainstream obbliga l’individuo queer ad assumere una serie di strategie di sopravvivenza per avere la garanzia di poter apparire nel contesto della cultura dominante. La sua rappresentazione si inserisce infatti in una situazione di visibilità addomesticata, che Ferrante definirà come l’affermarsi di un “regime di visibilità omonormativo”. In seguito, una riflessione sul concetto di “queer storytelling” permetterà di evidenziarne le potenzialità e i limiti, mettendo in luce il suo ruolo fondamentale nella creazione della stessa comunità queer ma attestando che una sovraesposizione di questa comporta dei rischi quando si tratta di rappresentare le realtà più marginalizzate. Terminata questa parentesi introduttiva, i due capitoli che seguono hanno una struttura simile: il secondo capitolo presenta degli esempi di rappresentazione dell’individuo queer in programmi televisivi appartenenti al genere unscripted, mentre il terzo compie la stessa operazione per il genere scripted. Entrambi i capitoli si aprono con una breve panoramica dei primi casi di rappresentazione queer nella categoria di riferimento per poi proporre due casi di studio appartenenti al palinsesto attuale. Per il genere unscripted vengono presi in considerazioni alcuni reality show e docuserie, mentre per lo scripted intervengono film e serie televisive. L’obiettivo è quello di rilevare lo sviluppo delle negoziazioni nelle diverse tipologie di contenuti insieme alle loro implicazioni nel dibattito contemporaneo: per ognuno dei casi saranno analizzati aspetti specifici pertinenti ai fini della ricerca. Infine, i risultati verranno ripercorsi brevemente per constatare l’evoluzione delle dinamiche nel tempo.