This study examines the so-called "third axis" of foucaultian studies, oriented toward the theme of the subject and to which the last courses taught at the Collège de France are mainly devoted. However, an attempt was first made to highlight how, in fact, this interest pervades the author’s work from the very beginning and constitutes a non-explicit but decisive inspiration from the beginnings in the psychoanalytic and psychiatric fields. As much as the historical and social dynamics of power and knowledge seem to focus all the attention of these studies, it has been pointed out that to be urgent, in Foucault, is above all the constitutive effect on the individual that these very "apparatus" deploy. The intention was therefore to bring out, through the analysis of several works covering a time span of at least two decades, the multiple signs of an underlying concern for the processes of subjectivation, despite and against the declared "death of the subject" which has characterized an entire period of Foucault's theoretical production. The analysis was conducted with the aid of significant interviews, conversations and extemporaneous interventions, confirming the omnipresence of this question around the residual thinkability of a subject, beyond the humanistic and metaphysical assumptions. To take a wider perspective on the matter, we then approached the critical thought of Foucault to psychology, through the work of a psychoanalyst like Lacan, whose heterodoxy with respect to the detested ego psychology, has the role of not eluding the heuristic resources of psychoanalysis in the area of anthropogenesis. It has thus come to identify an unexpected affinity in this regard between two otherwise heterogeneous and peculiar thinkers. This convergence emerges, in particular, in the last phase of their respective conceptual elaborations. On the one hand, especially in the last Lacanian seminars, in which one could observe a rethinking, if not a radical turning point, of previous assumptions; on the other hand, interpreting the Foucault of the Courses at the Collège as the outcome of a relentless research around the possibility of an "other" subject, which was carried out mainly with the decisive focus on the notion of "care of the self," beginning with an analysis of the modes of subjectification in the pagan and proto-Christian world. A "minimal" theory of the subject was made possible by the convergence that seemed to emerge from this dual viewpoint. This theory is intended to be free from claims of truth and oriented, rather, to bring out its only possible consistency: that of corporality, with the notions of "jouissance" in Lacan and the "existential" priority given to "pleasure" by Foucault.

Questo studio prende in esame il cosiddetto “terzo asse” degli studi foucaultiani, orientati al tema del soggetto e al quale sono dedicati soprattutto gli ultimi corsi tenuti al Collège de France. Tuttavia, si è cercato dapprima di mettere in rilievo come, in realtà, questo interesse pervada l’opera dell’autore già dai primi lavori e costituisca una ispirazione non esplicita ma decisiva fin dagli esordi in ambito psicanalitico e psichiatrico. Per quanto le dinamiche storiche e sociali di potere e sapere sembrino concentrare tutta l’attenzione di questi studi, si è messo in evidenza come a essere urgente, in Foucault, sia soprattutto l’effetto costitutivo per l’individuo che proprio questi “dispositivi” dispiegano. Si è quindi inteso far emergere, attraverso l’analisi di più opere che coprono un arco temporale di almeno un ventennio, i molteplici segni di una attenzione di fondo per i processi di soggettivazione, nonostante e contro la dichiarata “morte del soggetto” che ha caratterizzato un intero periodo della produzione teoretica di Foucault. L’analisi è stata condotta con l’ausilio non meno significativo di interviste, colloqui e interventi estemporanei, a confermare l’onnipresenza di questa interrogazione intorno alla residua pensabilità di un soggetto, al di là dei presupposti umanistici e metafisici. Per assumere una prospettiva più ampia possibile in merito, si è poi accostato il pensiero critico di Foucault alla psicologia, attraverso l’opera di uno psicanalista come Lacan, la cui eterodossia rispetto alla detestata psicologia dell’io, ha il ruolo di non eludere le risorse euristiche della psicanalisi in materia di antropogenesi. Si è pervenuti così a individuare una imprevista affinità di vedute al riguardo fra due pensatori per il resto eterogenei e peculiari. Questa convergenza emerge, in particolare, nell’ultima fase delle rispettive elaborazioni concettuali. Da un lato, soprattutto negli ultimi seminari lacaniani, nei quali si assisterebbe a un ripensamento, se non a una svolta radicale, degli assunti precedenti; dall’altra interpretando come esito di una ricerca inesausta intorno alla possibilità di un soggetto “altro” il Foucault dei Corsi al Collège, con particolare riferimento cioè alla decisa focalizzazione di questi ultimi sulla “cura di sé”, a partire dall’analisi dei modi di soggettivazione del mondo pagano e protocristiano. La convergenza che è sembrata emergere da questa duplice visuale ha reso possibile elaborare una teoria “minima” del soggetto, destituita da pretese di verità e orientata, piuttosto, a farne emergere la sola consistenza possibile: quella della corporeità, con le nozioni di “godimento” in Lacan e della priorità “esistenziale” attribuita da Foucault al “piacere”.

IL GODERE DELLA VITA Arti della soggettivazione in Michel Foucault

SARDANAPOLI, EZIO
2023/2024

Abstract

Questo studio prende in esame il cosiddetto “terzo asse” degli studi foucaultiani, orientati al tema del soggetto e al quale sono dedicati soprattutto gli ultimi corsi tenuti al Collège de France. Tuttavia, si è cercato dapprima di mettere in rilievo come, in realtà, questo interesse pervada l’opera dell’autore già dai primi lavori e costituisca una ispirazione non esplicita ma decisiva fin dagli esordi in ambito psicanalitico e psichiatrico. Per quanto le dinamiche storiche e sociali di potere e sapere sembrino concentrare tutta l’attenzione di questi studi, si è messo in evidenza come a essere urgente, in Foucault, sia soprattutto l’effetto costitutivo per l’individuo che proprio questi “dispositivi” dispiegano. Si è quindi inteso far emergere, attraverso l’analisi di più opere che coprono un arco temporale di almeno un ventennio, i molteplici segni di una attenzione di fondo per i processi di soggettivazione, nonostante e contro la dichiarata “morte del soggetto” che ha caratterizzato un intero periodo della produzione teoretica di Foucault. L’analisi è stata condotta con l’ausilio non meno significativo di interviste, colloqui e interventi estemporanei, a confermare l’onnipresenza di questa interrogazione intorno alla residua pensabilità di un soggetto, al di là dei presupposti umanistici e metafisici. Per assumere una prospettiva più ampia possibile in merito, si è poi accostato il pensiero critico di Foucault alla psicologia, attraverso l’opera di uno psicanalista come Lacan, la cui eterodossia rispetto alla detestata psicologia dell’io, ha il ruolo di non eludere le risorse euristiche della psicanalisi in materia di antropogenesi. Si è pervenuti così a individuare una imprevista affinità di vedute al riguardo fra due pensatori per il resto eterogenei e peculiari. Questa convergenza emerge, in particolare, nell’ultima fase delle rispettive elaborazioni concettuali. Da un lato, soprattutto negli ultimi seminari lacaniani, nei quali si assisterebbe a un ripensamento, se non a una svolta radicale, degli assunti precedenti; dall’altra interpretando come esito di una ricerca inesausta intorno alla possibilità di un soggetto “altro” il Foucault dei Corsi al Collège, con particolare riferimento cioè alla decisa focalizzazione di questi ultimi sulla “cura di sé”, a partire dall’analisi dei modi di soggettivazione del mondo pagano e protocristiano. La convergenza che è sembrata emergere da questa duplice visuale ha reso possibile elaborare una teoria “minima” del soggetto, destituita da pretese di verità e orientata, piuttosto, a farne emergere la sola consistenza possibile: quella della corporeità, con le nozioni di “godimento” in Lacan e della priorità “esistenziale” attribuita da Foucault al “piacere”.
ITA
This study examines the so-called "third axis" of foucaultian studies, oriented toward the theme of the subject and to which the last courses taught at the Collège de France are mainly devoted. However, an attempt was first made to highlight how, in fact, this interest pervades the author’s work from the very beginning and constitutes a non-explicit but decisive inspiration from the beginnings in the psychoanalytic and psychiatric fields. As much as the historical and social dynamics of power and knowledge seem to focus all the attention of these studies, it has been pointed out that to be urgent, in Foucault, is above all the constitutive effect on the individual that these very "apparatus" deploy. The intention was therefore to bring out, through the analysis of several works covering a time span of at least two decades, the multiple signs of an underlying concern for the processes of subjectivation, despite and against the declared "death of the subject" which has characterized an entire period of Foucault's theoretical production. The analysis was conducted with the aid of significant interviews, conversations and extemporaneous interventions, confirming the omnipresence of this question around the residual thinkability of a subject, beyond the humanistic and metaphysical assumptions. To take a wider perspective on the matter, we then approached the critical thought of Foucault to psychology, through the work of a psychoanalyst like Lacan, whose heterodoxy with respect to the detested ego psychology, has the role of not eluding the heuristic resources of psychoanalysis in the area of anthropogenesis. It has thus come to identify an unexpected affinity in this regard between two otherwise heterogeneous and peculiar thinkers. This convergence emerges, in particular, in the last phase of their respective conceptual elaborations. On the one hand, especially in the last Lacanian seminars, in which one could observe a rethinking, if not a radical turning point, of previous assumptions; on the other hand, interpreting the Foucault of the Courses at the Collège as the outcome of a relentless research around the possibility of an "other" subject, which was carried out mainly with the decisive focus on the notion of "care of the self," beginning with an analysis of the modes of subjectification in the pagan and proto-Christian world. A "minimal" theory of the subject was made possible by the convergence that seemed to emerge from this dual viewpoint. This theory is intended to be free from claims of truth and oriented, rather, to bring out its only possible consistency: that of corporality, with the notions of "jouissance" in Lacan and the "existential" priority given to "pleasure" by Foucault.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/108212