La presente tesi è dedicata ad aspetti differenti dell'attuale proibizione dell'interesse nell'Islam. La questione è di cruciale importanza da un punto di vista economico: un settore che vale oltre 2.000 miliardi di dollari di asset infatti è nato e si sviluppa a partire da questa e altre proibizioni. Nel primo capitolo è preso in analisi il processo di formazione della definizione della ribā, attraverso tre dei quattro strumenti principali del diritto musulmano: nell'analisi di questa dissertazione si è deciso di escludere, infatti, il consenso generale, privo di un'effettiva misurabilità e influenza nelle interpretazioni del concetto. Da questi strumenti derivano le tre definizioni di ribā, sviluppate a partire dalle quattro sure in cui essa viene citata; dai più importanti ḥadīṯ; e dal ragionamento analogico. Nel secondo capitolo, dedicato interamente alla finanza islamica, vengono descritte le conseguenze che questa proibizione ha avuto sull'economia contemporanea, prima nei paesi musulmani e poi nel resto del mondo. Viene illustrato il funzionamento di alcuni contratti interest-free, e delineati i tratti fondamentali dello sviluppo dell'industria finanziaria islamica. Si è scelto di presentare tre casi studio, tre nodi nevralgici del sistema finanziario islamico: Bahrain, Gran Bretagna e Malaysia. Vengono a questo proposito illustrate le caratteristiche che oggi permettono agli economisti musulmani di ritenere che questi paesi rappresentino casi di successo. Infine nel terzo capitolo, riprendendo alcuni temi precedentemente affrontati, vengono presentate le moderne obiezioni alla proibizione dell'interesse, nonché le critiche all'identificazione di questo con il termine coranico ribā. I filoni di critica si sono dipanati seguendo vie diversissime. Alcuni studiosi hanno ripreso l'esegesi di antichi commentatori, in particolare Al-Ǧassās (m. 981), per determinare se questo vero e proprio pilastro della tradizione giuridica islamica sia una fonte affidabile. Altri hanno analizzato a fondo la composizione dell'interesse moderno, concludendo che oggi ci si trova di fronte a qualcosa di completamente diverso dall'oggetto della proibizione coranica.
Al-ribā, l'usura.
NIGRELLI, VITTORIO
2014/2015
Abstract
La presente tesi è dedicata ad aspetti differenti dell'attuale proibizione dell'interesse nell'Islam. La questione è di cruciale importanza da un punto di vista economico: un settore che vale oltre 2.000 miliardi di dollari di asset infatti è nato e si sviluppa a partire da questa e altre proibizioni. Nel primo capitolo è preso in analisi il processo di formazione della definizione della ribā, attraverso tre dei quattro strumenti principali del diritto musulmano: nell'analisi di questa dissertazione si è deciso di escludere, infatti, il consenso generale, privo di un'effettiva misurabilità e influenza nelle interpretazioni del concetto. Da questi strumenti derivano le tre definizioni di ribā, sviluppate a partire dalle quattro sure in cui essa viene citata; dai più importanti ḥadīṯ; e dal ragionamento analogico. Nel secondo capitolo, dedicato interamente alla finanza islamica, vengono descritte le conseguenze che questa proibizione ha avuto sull'economia contemporanea, prima nei paesi musulmani e poi nel resto del mondo. Viene illustrato il funzionamento di alcuni contratti interest-free, e delineati i tratti fondamentali dello sviluppo dell'industria finanziaria islamica. Si è scelto di presentare tre casi studio, tre nodi nevralgici del sistema finanziario islamico: Bahrain, Gran Bretagna e Malaysia. Vengono a questo proposito illustrate le caratteristiche che oggi permettono agli economisti musulmani di ritenere che questi paesi rappresentino casi di successo. Infine nel terzo capitolo, riprendendo alcuni temi precedentemente affrontati, vengono presentate le moderne obiezioni alla proibizione dell'interesse, nonché le critiche all'identificazione di questo con il termine coranico ribā. I filoni di critica si sono dipanati seguendo vie diversissime. Alcuni studiosi hanno ripreso l'esegesi di antichi commentatori, in particolare Al-Ǧassās (m. 981), per determinare se questo vero e proprio pilastro della tradizione giuridica islamica sia una fonte affidabile. Altri hanno analizzato a fondo la composizione dell'interesse moderno, concludendo che oggi ci si trova di fronte a qualcosa di completamente diverso dall'oggetto della proibizione coranica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/10818