Al contrario dei molteplici studi presenti per il trattamento dei sarcomi dei tessuti molli (Soft tissue sarcoma, STS) mediante chirurgia compartimentale nell’uomo, in medicina veterinaria tale tecnica è stata descritta raramente. In medicina umana, a partire dal 1980, i sarcomi sono stati classificati come intra- o extracompartimentali, a seconda del loro rapporto con la fascia, dove, con il termine compartimento si definisce l’unità anatomo-funzionale caratterizzata da tessuti con la stessa origine ontogenica, delimitati da margini di tessuto connettivo ben definiti. Un singolo muscolo delimitato dalle proprie fasce rappresenta un esempio di compartimento anatomico. La suddivisione dell’organismo in compartimenti ha permesso di modificare l’approccio chirurgico ai sarcomi, suggerendo che alcuni tessuti, quali la fascia muscolare e le strutture ossee, fungessero da barriere “naturali” in grado di limitare l’espansione neoplastica. Tradizionalmente, in medicina veterinaria, la tecnica chirurgica per il trattamento dei STS, soprattutto di grado basso e intermedio, è l’escissione ad ampio margine. Prima dell’introduzione della chirurgia compartimentale, si considerava, infatti, incompleta qualsiasi procedura chirurgica che rimuovesse un margine inferiore a 2-3 cm di tessuto sano lateralmente e in profondità rispetto alla neoplasia. Talvolta, però, la resezione ad ampio margine potrebbe non essere attuabile a causa della localizzazione della neoplasia oppure per eventuali comorbidità del paziente: per questo motivo è stato proposto un approccio di tipo multimodale che consiste nell’associazione di un trattamento chirurgico alla chemioterapia o alla radioterapia. L’obiettivo dello studio è quello di descrivere la tecnica chirurgica di escissione compartimentale eseguita in tre cani affetti da sarcoma intramuscolare, analizzarne vantaggi e svantaggi e confrontare la gestione dei sarcomi dei tessuti molli in medicina veterinaria e in medicina umana. Materiali e metodi: sono stati analizzati tre casi di escissione compartimentale eseguita nell’Ospedale Veterinario Universitario di Grugliasco (OVU) tra il 2018 e il 2022. Tutti i soggetti presentavano un sarcoma delimitato in un ventre muscolare e la fascia era integra. In seguito ad escissione compartimentale (rimozione completa del muscolo e delle fasce, con i suoi capi di origine e fine) le masse neoplastiche sono state analizzate mediante esame istologico che ha caratterizzato i sarcomi in: emangiosarcoma a carico del muscolo splenio, condrosarcoma a carico del muscolo semitendinoso e tumore della parete perivascolare a carico del muscolo bicipite femorale. Per tutti i pazienti è stato ottenuto un follow-up di almeno 30 giorni. Risultati e considerazioni: Dal confronto tra le i dati presenti in letteratura e i risultati dei tre cani trattati con tecnica di escissione compartimentale eseguiti nell’OVU, pur considerandone il numero limitato, si evince la possibilità di applicare tale tecnica anche in medicina veterinaria per ottenere una rimozione completa ed efficace di alcuni sarcomi dei tessuti molli, consentendo di preservare l’arto e garantendo il medesimo effetto di controllo locale del tumore di una amputazione. La scelta di tale opzione chirurgica è, inoltre, rafforzata dall’attuale ridotta possibilità di sfruttare, in medicina veterinaria, la radioterapia a causa della scarsa disponibilità dei macchinari presso le strutture veterinarie e degli ingenti costi per il cliente.
Chirurgia compartimentale per il trattamento dei sarcomi intramuscolari del cane: descrizione di tre casi
LIUT, ANDREA VALENTINA
2022/2023
Abstract
Al contrario dei molteplici studi presenti per il trattamento dei sarcomi dei tessuti molli (Soft tissue sarcoma, STS) mediante chirurgia compartimentale nell’uomo, in medicina veterinaria tale tecnica è stata descritta raramente. In medicina umana, a partire dal 1980, i sarcomi sono stati classificati come intra- o extracompartimentali, a seconda del loro rapporto con la fascia, dove, con il termine compartimento si definisce l’unità anatomo-funzionale caratterizzata da tessuti con la stessa origine ontogenica, delimitati da margini di tessuto connettivo ben definiti. Un singolo muscolo delimitato dalle proprie fasce rappresenta un esempio di compartimento anatomico. La suddivisione dell’organismo in compartimenti ha permesso di modificare l’approccio chirurgico ai sarcomi, suggerendo che alcuni tessuti, quali la fascia muscolare e le strutture ossee, fungessero da barriere “naturali” in grado di limitare l’espansione neoplastica. Tradizionalmente, in medicina veterinaria, la tecnica chirurgica per il trattamento dei STS, soprattutto di grado basso e intermedio, è l’escissione ad ampio margine. Prima dell’introduzione della chirurgia compartimentale, si considerava, infatti, incompleta qualsiasi procedura chirurgica che rimuovesse un margine inferiore a 2-3 cm di tessuto sano lateralmente e in profondità rispetto alla neoplasia. Talvolta, però, la resezione ad ampio margine potrebbe non essere attuabile a causa della localizzazione della neoplasia oppure per eventuali comorbidità del paziente: per questo motivo è stato proposto un approccio di tipo multimodale che consiste nell’associazione di un trattamento chirurgico alla chemioterapia o alla radioterapia. L’obiettivo dello studio è quello di descrivere la tecnica chirurgica di escissione compartimentale eseguita in tre cani affetti da sarcoma intramuscolare, analizzarne vantaggi e svantaggi e confrontare la gestione dei sarcomi dei tessuti molli in medicina veterinaria e in medicina umana. Materiali e metodi: sono stati analizzati tre casi di escissione compartimentale eseguita nell’Ospedale Veterinario Universitario di Grugliasco (OVU) tra il 2018 e il 2022. Tutti i soggetti presentavano un sarcoma delimitato in un ventre muscolare e la fascia era integra. In seguito ad escissione compartimentale (rimozione completa del muscolo e delle fasce, con i suoi capi di origine e fine) le masse neoplastiche sono state analizzate mediante esame istologico che ha caratterizzato i sarcomi in: emangiosarcoma a carico del muscolo splenio, condrosarcoma a carico del muscolo semitendinoso e tumore della parete perivascolare a carico del muscolo bicipite femorale. Per tutti i pazienti è stato ottenuto un follow-up di almeno 30 giorni. Risultati e considerazioni: Dal confronto tra le i dati presenti in letteratura e i risultati dei tre cani trattati con tecnica di escissione compartimentale eseguiti nell’OVU, pur considerandone il numero limitato, si evince la possibilità di applicare tale tecnica anche in medicina veterinaria per ottenere una rimozione completa ed efficace di alcuni sarcomi dei tessuti molli, consentendo di preservare l’arto e garantendo il medesimo effetto di controllo locale del tumore di una amputazione. La scelta di tale opzione chirurgica è, inoltre, rafforzata dall’attuale ridotta possibilità di sfruttare, in medicina veterinaria, la radioterapia a causa della scarsa disponibilità dei macchinari presso le strutture veterinarie e degli ingenti costi per il cliente.File | Dimensione | Formato | |
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