La sofferenza è una parte fondamentale e complessa dell’esperienza umana, tuttavia gli sforzi della medicina, delle neuroscienze e della psicologia si sono incentrati principalmente sul dolore e sulla comprensione e la cura di esso. L’obiettivo di questo elaborato è di riportare l’attenzione sulla sofferenza come entità in relazione col dolore, ma allo stesso tempo fondamentalmente distinta da esso: inizialmente, fornendo una differenziazione dal punto di vista etimologico, e in seguito clinico e pratico. Le radici del divario tra dolore e sofferenza vengono ricondotte al dualismo cartesiano, e in seguito all’approccio biomedico, i quali vengono criticati in quanto ciecamente riduzionisti e alienanti rispetto alla dimensione della sofferenza umana, che si estende oltre il semplice danno tissutale e interessa l’individuo nella sua totalità. Per questo motivo, viene sottolineata la necessità di considerare non solo gli aspetti biologici del dolore, ma anche gli altri fattori che concorrono vicendevolmente al sorgere della sofferenza. In questo contesto, la co-patogenesi di dolore cronico e depressione risulta esemplificativa nell’illustrare i meccanismi, di natura non solo biologica, ma anche psicologica e interpersonale, attraverso cui dolore e sofferenza si intersecano e si fondono in un processo di causalità circolare. In seguito, riconsiderando la comune percezione delle esperienze di dolore e sofferenza come intrinsecamente negative, viene proposto un approccio che le ricollochi in una dimensione di neutralità, evidenziando la loro potenzialità trasformativa, attraverso un’analisi di esse secondo le dottrine dalla religione cristiana e buddista, e della filosofia contemporanea. Al fine di unificare i concetti esaminati, e proporre un modello appropriato alla comprensione e al trattamento sia del dolore che della sofferenza, viene introdotto il modello bio-psico-sociale di George Engel, il quale considera il costante dialogo tra dinamiche biologiche, psicologiche, interpersonali, contestuali, e anche spirituali, nel determinare la salute dell’individuo. Tale approccio emerge come olistico e interdisciplinare, superando il modello biomedico e la dicotomia corpo-mente, promuovendo la centralità dell’individuo, e aprendo nuovi orizzonti alle discipline che studiano il dolore e la sofferenza umana.

Sofferenza e dolore: due concetti ma una sola realtà. Un'analisi combinata di aspetti biologici, psicologici, sociali e spirituali.

VIRDIS, ALESSIA
2022/2023

Abstract

La sofferenza è una parte fondamentale e complessa dell’esperienza umana, tuttavia gli sforzi della medicina, delle neuroscienze e della psicologia si sono incentrati principalmente sul dolore e sulla comprensione e la cura di esso. L’obiettivo di questo elaborato è di riportare l’attenzione sulla sofferenza come entità in relazione col dolore, ma allo stesso tempo fondamentalmente distinta da esso: inizialmente, fornendo una differenziazione dal punto di vista etimologico, e in seguito clinico e pratico. Le radici del divario tra dolore e sofferenza vengono ricondotte al dualismo cartesiano, e in seguito all’approccio biomedico, i quali vengono criticati in quanto ciecamente riduzionisti e alienanti rispetto alla dimensione della sofferenza umana, che si estende oltre il semplice danno tissutale e interessa l’individuo nella sua totalità. Per questo motivo, viene sottolineata la necessità di considerare non solo gli aspetti biologici del dolore, ma anche gli altri fattori che concorrono vicendevolmente al sorgere della sofferenza. In questo contesto, la co-patogenesi di dolore cronico e depressione risulta esemplificativa nell’illustrare i meccanismi, di natura non solo biologica, ma anche psicologica e interpersonale, attraverso cui dolore e sofferenza si intersecano e si fondono in un processo di causalità circolare. In seguito, riconsiderando la comune percezione delle esperienze di dolore e sofferenza come intrinsecamente negative, viene proposto un approccio che le ricollochi in una dimensione di neutralità, evidenziando la loro potenzialità trasformativa, attraverso un’analisi di esse secondo le dottrine dalla religione cristiana e buddista, e della filosofia contemporanea. Al fine di unificare i concetti esaminati, e proporre un modello appropriato alla comprensione e al trattamento sia del dolore che della sofferenza, viene introdotto il modello bio-psico-sociale di George Engel, il quale considera il costante dialogo tra dinamiche biologiche, psicologiche, interpersonali, contestuali, e anche spirituali, nel determinare la salute dell’individuo. Tale approccio emerge come olistico e interdisciplinare, superando il modello biomedico e la dicotomia corpo-mente, promuovendo la centralità dell’individuo, e aprendo nuovi orizzonti alle discipline che studiano il dolore e la sofferenza umana.
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