L'inno della Repubblica di Moldavia è una dedica appassionata alla lingua. Ma di che lingua si tratta? E' proprio questa ad essere un nodo fondamentale nel paese. La Repubblica di Moldavia è uno Stato giovane, con una democrazia ancora fragile e un passato travagliato e ancora irrisolto, che porta con sé secoli di pianificazioni linguistiche dettate da ideologie politiche in cui il contatto linguistico tra romeno e russo è stato costante e spesso distorto. La questione penetra in tutti gli strati dell'apparato statale e sociale: dalle istituzioni, alle scuole, alle sedi del potere. La lingua romena in Repubblica di Moldavia è stata soggetta a influenze storiche e politiche che hanno differenziato la sua forma rispetto alla varietà standard parlata in Romania, soprattutto a causa del contatto prolungato e imposto con il russo. Sebbene il fiume Prut segni un confine politico tra i due paesi, non rappresenta una divisione linguistica. La presenza russa nella Repubblica moldava ha portato a politiche di russificazione e a una diglossia, relegando il romeno a un ruolo secondario. Dopo essere stata parte prima dell’Impero zarista, poi della Grande Romania, e infine dell’Unione Sovietica, la Repubblica di Moldavia ha vissuto tentativi di nazionalizzazione e subìto una glottopolitica che ha sia ignorato le minoranze etniche e linguistiche, sia imposto la lingua russa. La Rivoluzione della Lingua degli anni Ottanta e la successiva Dichiarazione di Indipendenza del 1991 hanno segnato una svolta per il romeno nella Repubblica, elevandone lo status. La decisione del 1994 di definire la lingua di Stato come "moldava" riflette le tensioni politiche interne e la nostalgia del passato sovietico. Solo nel 2023, nel contesto della guerra in Ucraina e della richiesta di adesione all'UE, il parlamento ha modificato la Costituzione per riconoscere ufficialmente la lingua come "romena", in linea con la comunità internazionale e gli studi linguistici. Nonostante questi cambiamenti, la società moldava rimane segnata dalle influenze politiche e ideologiche, con sentimenti di russofobia e romenofobia che riflettono la complessa storia del paese. Il dibattito sull'identità linguistica e nazionale rimane delicato. La ricerca linguistica, che conferma la radice romanza del romeno parlato in Repubblica di Moldavia, e la politica devono convergere per riconoscere e valorizzare la diversità identitaria del paese. La sfida principale è bilanciare questo mosaico di identità, soprattutto considerando le differenze generazionali nell'atteggiamento verso il romeno. Attraverso un excursus storico che vede come data di partenza l'annessione della regione storica della Bessarabia all'Impero zarista, nel 1812, e come data di arrivo l'ultima modifica costituzionale che sancisce il glottonimo "lingua romena" come lingua di Stato (marzo 2023), saranno passate in rassegna le politiche e pianificazioni linguistiche che hanno interessato il paese e si definirà l'attuale quadro linguistico e sociolinguistico in cui questo si trova. Con la consapevolezza che per la definizione di un'identità linguistica siano necessari diversi elementi: uno sguardo condiviso sulla storia e uno sguardo condiviso sul futuro, che deve passare dalla classe politica alla società, da accompagnare verso una maturazione democratica, che riconosca ai linguisti il loro ruolo di garanti di una lingua dalle distorsioni politiche.
Il romeno nella Repubblica di Moldavia: un itinerario storico-politico tra lingua e identità
ANDROS, ANA
2022/2023
Abstract
L'inno della Repubblica di Moldavia è una dedica appassionata alla lingua. Ma di che lingua si tratta? E' proprio questa ad essere un nodo fondamentale nel paese. La Repubblica di Moldavia è uno Stato giovane, con una democrazia ancora fragile e un passato travagliato e ancora irrisolto, che porta con sé secoli di pianificazioni linguistiche dettate da ideologie politiche in cui il contatto linguistico tra romeno e russo è stato costante e spesso distorto. La questione penetra in tutti gli strati dell'apparato statale e sociale: dalle istituzioni, alle scuole, alle sedi del potere. La lingua romena in Repubblica di Moldavia è stata soggetta a influenze storiche e politiche che hanno differenziato la sua forma rispetto alla varietà standard parlata in Romania, soprattutto a causa del contatto prolungato e imposto con il russo. Sebbene il fiume Prut segni un confine politico tra i due paesi, non rappresenta una divisione linguistica. La presenza russa nella Repubblica moldava ha portato a politiche di russificazione e a una diglossia, relegando il romeno a un ruolo secondario. Dopo essere stata parte prima dell’Impero zarista, poi della Grande Romania, e infine dell’Unione Sovietica, la Repubblica di Moldavia ha vissuto tentativi di nazionalizzazione e subìto una glottopolitica che ha sia ignorato le minoranze etniche e linguistiche, sia imposto la lingua russa. La Rivoluzione della Lingua degli anni Ottanta e la successiva Dichiarazione di Indipendenza del 1991 hanno segnato una svolta per il romeno nella Repubblica, elevandone lo status. La decisione del 1994 di definire la lingua di Stato come "moldava" riflette le tensioni politiche interne e la nostalgia del passato sovietico. Solo nel 2023, nel contesto della guerra in Ucraina e della richiesta di adesione all'UE, il parlamento ha modificato la Costituzione per riconoscere ufficialmente la lingua come "romena", in linea con la comunità internazionale e gli studi linguistici. Nonostante questi cambiamenti, la società moldava rimane segnata dalle influenze politiche e ideologiche, con sentimenti di russofobia e romenofobia che riflettono la complessa storia del paese. Il dibattito sull'identità linguistica e nazionale rimane delicato. La ricerca linguistica, che conferma la radice romanza del romeno parlato in Repubblica di Moldavia, e la politica devono convergere per riconoscere e valorizzare la diversità identitaria del paese. La sfida principale è bilanciare questo mosaico di identità, soprattutto considerando le differenze generazionali nell'atteggiamento verso il romeno. Attraverso un excursus storico che vede come data di partenza l'annessione della regione storica della Bessarabia all'Impero zarista, nel 1812, e come data di arrivo l'ultima modifica costituzionale che sancisce il glottonimo "lingua romena" come lingua di Stato (marzo 2023), saranno passate in rassegna le politiche e pianificazioni linguistiche che hanno interessato il paese e si definirà l'attuale quadro linguistico e sociolinguistico in cui questo si trova. Con la consapevolezza che per la definizione di un'identità linguistica siano necessari diversi elementi: uno sguardo condiviso sulla storia e uno sguardo condiviso sul futuro, che deve passare dalla classe politica alla società, da accompagnare verso una maturazione democratica, che riconosca ai linguisti il loro ruolo di garanti di una lingua dalle distorsioni politiche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/107977