Le IBD (Inflammatory bowel diseases) quali la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, rappresentano disturbi infiammatori cronici, progressivi e recidivi, che interessano principalmente il tratto gastrointestinale. Le cause precise di queste patologie non sono ancora note ma si ritiene che siano influenzate da fattori di rischio ambientali, predisposizione genetica e risposte immunitarie aberranti. Il TNF-alfa è una citochina infiammatoria, coinvolta nella patogenesi delle IBD che esiste in due forme, trasmembrana e solubile, ed esplica la sua azione attraverso l’interazione con i recettori TNFR di tipo 1 e 2. Il TNF-alfa è in grado di indurre infiammazione cronica attraverso la stimolazione di vie di segnalazione intracellulari e poiché svolge ruoli critici nella regolazione dell’infiammazione e dell’immunità il blocco del TNF-alfa, sia nella forma solubile che in quella trasmembrana, può essere utilizzato come terapia per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Inoltre, il TNF-alfa svolge un ruolo importante nell'iniziare il processo di carcinogenesi del colon tramite l'infiammazione cronica. L'infiammazione grave del colon e il susseguente sviluppo di tumori possono essere indotti nei modelli murini mediante la somministrazione di sostanze chimiche, questo trattamento determina un aumento dell'espressione di TNF-alfa. In seguito, si è constatato che l'inibizione del TNF-alfa è in grado di rallentare la progressione del carcinoma del colon anche dopo la diagnosi. Gli inibitori del TNF-alfa possono causare effetti avversi gravi, tuttavia, considerando la bassa frequenza di tali eventi, i farmaci che agiscono sul TNF-alfa potrebbero risultare utili nel trattamento dei tumori, soprattutto quelli derivanti da processi infiammatori cronici. Gli anticorpi anti-TNF inducono l'apoptosi attraverso la neutralizzazione dei recettori specifici per il TNF, con particolare attenzione al recettore TNFR2. Tale interferenza può influenzare la via di segnalazione mediata dal TNF, avviando i meccanismi cellulari associati alla morte programmata delle cellule. Inoltre, l'espressione di TNFR2 risulta aumentata nelle cellule epiteliali del colon dei pazienti con IBD, suggerendo un ruolo rilevante di questo recettore nelle alterazioni associate all'infiammazione dell'epitelio intestinale. Tuttavia, la risposta agli inibitori del TNF-alfa utilizzati nelle terapie per le IBD rimane estremamente soggettiva, non esistendo quindi una terapia standard universalmente efficace per tutti i pazienti. La variabilità nella risposta al trattamento può essere significativa e può richiedere tentativi e aggiustamenti per individuare la combinazione ottimale di farmaci e terapie adatta a ciascun individuo.

L'inibizione del fattore di necrosi tumorale nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali

MANTOVANI, MARTA
2022/2023

Abstract

Le IBD (Inflammatory bowel diseases) quali la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, rappresentano disturbi infiammatori cronici, progressivi e recidivi, che interessano principalmente il tratto gastrointestinale. Le cause precise di queste patologie non sono ancora note ma si ritiene che siano influenzate da fattori di rischio ambientali, predisposizione genetica e risposte immunitarie aberranti. Il TNF-alfa è una citochina infiammatoria, coinvolta nella patogenesi delle IBD che esiste in due forme, trasmembrana e solubile, ed esplica la sua azione attraverso l’interazione con i recettori TNFR di tipo 1 e 2. Il TNF-alfa è in grado di indurre infiammazione cronica attraverso la stimolazione di vie di segnalazione intracellulari e poiché svolge ruoli critici nella regolazione dell’infiammazione e dell’immunità il blocco del TNF-alfa, sia nella forma solubile che in quella trasmembrana, può essere utilizzato come terapia per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Inoltre, il TNF-alfa svolge un ruolo importante nell'iniziare il processo di carcinogenesi del colon tramite l'infiammazione cronica. L'infiammazione grave del colon e il susseguente sviluppo di tumori possono essere indotti nei modelli murini mediante la somministrazione di sostanze chimiche, questo trattamento determina un aumento dell'espressione di TNF-alfa. In seguito, si è constatato che l'inibizione del TNF-alfa è in grado di rallentare la progressione del carcinoma del colon anche dopo la diagnosi. Gli inibitori del TNF-alfa possono causare effetti avversi gravi, tuttavia, considerando la bassa frequenza di tali eventi, i farmaci che agiscono sul TNF-alfa potrebbero risultare utili nel trattamento dei tumori, soprattutto quelli derivanti da processi infiammatori cronici. Gli anticorpi anti-TNF inducono l'apoptosi attraverso la neutralizzazione dei recettori specifici per il TNF, con particolare attenzione al recettore TNFR2. Tale interferenza può influenzare la via di segnalazione mediata dal TNF, avviando i meccanismi cellulari associati alla morte programmata delle cellule. Inoltre, l'espressione di TNFR2 risulta aumentata nelle cellule epiteliali del colon dei pazienti con IBD, suggerendo un ruolo rilevante di questo recettore nelle alterazioni associate all'infiammazione dell'epitelio intestinale. Tuttavia, la risposta agli inibitori del TNF-alfa utilizzati nelle terapie per le IBD rimane estremamente soggettiva, non esistendo quindi una terapia standard universalmente efficace per tutti i pazienti. La variabilità nella risposta al trattamento può essere significativa e può richiedere tentativi e aggiustamenti per individuare la combinazione ottimale di farmaci e terapie adatta a ciascun individuo.
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