In questa tesi si intende presentare un’analisi della produzione documentaristica legata al movimento femminista italiano durante il suo periodo di maggiore sviluppo e crescita, ovvero dalla metà degli anni ’60 fino a giungere alla fine degli anni ’70. In questo periodo, che parte dall’uscita di Essere donne e dalla nascita di DEMAU, il primo collettivo femminista, fino ad arrivare agli anni di piombo e Processo per stupro, il movimento femminista italiano svolge un ruolo di importanza sempre maggiore all’interno della società italiana attraverso le lotte per il cambiamento del diritto di famiglia, il divorzio e l’aborto. Il movimento femminista italiano si presenta come caso unico nello scenario europeo e mondiale, sia per la sua rilevanza e longevità, sia per la sua varietà di correnti e collettivi e la loro grande produzione teorica e artistica. In questa tesi si è deciso quindi di analizzare questo periodo fiorente del femminismo italiano, ripercorrendo nella prima parte la storia di quegli anni, sia in ambito sociale che cinematografico, mentre nella seconda parte si è passati all’analisi delle principali opere documentaristiche realizzate nell’alveo del movimento femminista, ovvero Essere donne, L’aggettivo donna e Processo per stupro, ponendo attenzione alla loro potenza contro-egemonica. A fare da denominatore comune per l’analisi delle opere sono gli studi riguardanti il concetto di performatività di Judith Butler e Stella Bruzzi, concetto che permette un’analisi delle opere che non tenga solamente conto della volontà del/la regista, ma che vede il documentario come un interscambio performativo tra realtà, apparato cinematografico e spettatori/spettatrici. In questo modo si è tentato di realizzare un’analisi che tenesse conto di tutte le strutture di potere all’interno della società italiana e dell’industria cinematografica nazionale, analizzando le opere non solo come prodotto di un’unica entità artistica, ma come figlie di un determinato contesto storico e produttivo. L’obiettivo finale della tesi è quindi utilizzare la produzione documentaristica del movimento femminista italiano come strumento per analizzare un periodo di lotte e partecipazione sociale, cercando di cogliere la forza di tali rivendicazioni e la loro potenza e necessità anche nel contesto storico contemporaneo.

Il Soggetto Imprevisto. Questioni di performatività nel documentario femminista italiano degli anni '60 e '70

CERUTTI, CRISTIAN
2022/2023

Abstract

In questa tesi si intende presentare un’analisi della produzione documentaristica legata al movimento femminista italiano durante il suo periodo di maggiore sviluppo e crescita, ovvero dalla metà degli anni ’60 fino a giungere alla fine degli anni ’70. In questo periodo, che parte dall’uscita di Essere donne e dalla nascita di DEMAU, il primo collettivo femminista, fino ad arrivare agli anni di piombo e Processo per stupro, il movimento femminista italiano svolge un ruolo di importanza sempre maggiore all’interno della società italiana attraverso le lotte per il cambiamento del diritto di famiglia, il divorzio e l’aborto. Il movimento femminista italiano si presenta come caso unico nello scenario europeo e mondiale, sia per la sua rilevanza e longevità, sia per la sua varietà di correnti e collettivi e la loro grande produzione teorica e artistica. In questa tesi si è deciso quindi di analizzare questo periodo fiorente del femminismo italiano, ripercorrendo nella prima parte la storia di quegli anni, sia in ambito sociale che cinematografico, mentre nella seconda parte si è passati all’analisi delle principali opere documentaristiche realizzate nell’alveo del movimento femminista, ovvero Essere donne, L’aggettivo donna e Processo per stupro, ponendo attenzione alla loro potenza contro-egemonica. A fare da denominatore comune per l’analisi delle opere sono gli studi riguardanti il concetto di performatività di Judith Butler e Stella Bruzzi, concetto che permette un’analisi delle opere che non tenga solamente conto della volontà del/la regista, ma che vede il documentario come un interscambio performativo tra realtà, apparato cinematografico e spettatori/spettatrici. In questo modo si è tentato di realizzare un’analisi che tenesse conto di tutte le strutture di potere all’interno della società italiana e dell’industria cinematografica nazionale, analizzando le opere non solo come prodotto di un’unica entità artistica, ma come figlie di un determinato contesto storico e produttivo. L’obiettivo finale della tesi è quindi utilizzare la produzione documentaristica del movimento femminista italiano come strumento per analizzare un periodo di lotte e partecipazione sociale, cercando di cogliere la forza di tali rivendicazioni e la loro potenza e necessità anche nel contesto storico contemporaneo.
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