La tesi di laurea tratta dell’istituto della pena pecuniaria, un tema sul quale ha posto l’attenzione anche la recente riforma Cartabia. L’elaborato, in cinque capitoli, analizza l’argomento in oggetto sia da un punto di vista astratto che concreto, volgendo pure uno sguardo comparatista. Dopo una breve disamina storica, si è ripercorsa l’evoluzione della disciplina originariamente delineata dal codice Rocco approfondendo gli snodi essenziali e, al contempo, mettendo in luce i punti critici che, fino ad ora - come testimoniano anche i dati sulla prassi applicativa - non hanno permesso alla pena in denaro di rivestire un ruolo centrale all’interno del sistema sanzionatorio italiano quale alternativa credibile ed effettiva alla pena detentiva. In particolare, si è riflettuto sul rapporto tra la pena pecuniaria e i principi costituzionali vigenti, sulla comminatoria legale, sul modello di commisurazione, sull’esecuzione e sulle possibili conseguenze in caso mancato pagamento. Lo studio, prima di illustrare le modifiche sul versante sostanziale (soprattutto in tema di pena pecuniaria sostitutiva) e processuale (sull’esecuzione e la conversione) introdotte dal decreto legislativo n. 150 del 2022, le quali pretendono di essere un primo passo fondamentale nella rivitalizzazione della pena pecuniaria, si è soffermato sulle proposte di mutamento normativo avanzate da giurisprudenza e dottrina negli scorsi decenni, facendo anche cenno ad alcune innovazioni di successo già introdotte in altri Stati.

La pena pecuniaria dopo la riforma Cartabia

CARITÀ, ELISA
2022/2023

Abstract

La tesi di laurea tratta dell’istituto della pena pecuniaria, un tema sul quale ha posto l’attenzione anche la recente riforma Cartabia. L’elaborato, in cinque capitoli, analizza l’argomento in oggetto sia da un punto di vista astratto che concreto, volgendo pure uno sguardo comparatista. Dopo una breve disamina storica, si è ripercorsa l’evoluzione della disciplina originariamente delineata dal codice Rocco approfondendo gli snodi essenziali e, al contempo, mettendo in luce i punti critici che, fino ad ora - come testimoniano anche i dati sulla prassi applicativa - non hanno permesso alla pena in denaro di rivestire un ruolo centrale all’interno del sistema sanzionatorio italiano quale alternativa credibile ed effettiva alla pena detentiva. In particolare, si è riflettuto sul rapporto tra la pena pecuniaria e i principi costituzionali vigenti, sulla comminatoria legale, sul modello di commisurazione, sull’esecuzione e sulle possibili conseguenze in caso mancato pagamento. Lo studio, prima di illustrare le modifiche sul versante sostanziale (soprattutto in tema di pena pecuniaria sostitutiva) e processuale (sull’esecuzione e la conversione) introdotte dal decreto legislativo n. 150 del 2022, le quali pretendono di essere un primo passo fondamentale nella rivitalizzazione della pena pecuniaria, si è soffermato sulle proposte di mutamento normativo avanzate da giurisprudenza e dottrina negli scorsi decenni, facendo anche cenno ad alcune innovazioni di successo già introdotte in altri Stati.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/107835