The collection of the Museum of Pathological Anatomy is made up of samples dating back to the late 1800s and early 1900s. This collection is divided between cases belonging to the “Foà” collection (Pio Foà was the first anatomic-pathologist to deal with the study of organs affected by neoplasms) and subsequent cases finds by Ferruccio Vanzetti, which mainly concern organs with inflammatory pathologies. The objective of our work was to open and clean the jars containing the cases from the collection, then carry out a sampling of the organs with a complete diagnostic process, which includes the use of histological stains such as hematoxylin-eosin, histochemical stains, immunohistochemical investigations and molecular investigations. All this was carried out on 120 specimens. As for the hematoxylin-eosin stains, these were successful after further immersing the slide in hematoxylin to allow the nuclei to take up the primary dye. Histochemical stains gave positive results. Immunohistochemical investigations had variable results, but in some specimens positive results were obtained by modifying the protocols used routinely on a daily basis. Unfortunately, molecular biology investigations have not given positive results due to the degradation of the material and the state of conservation of the samples.

La collezione del Museo di anatomia patologica è composta da reperti che risalgono alla fine del 1800 e ai primi inizi del 1900. Questa collezione è divisa tra reperti appartenenti alla collezione “Foà” (il prof. Pio Foà fu direttore dell’istituto di anatomia patologica e raccolse e studiò organi colpiti da neoplasie) e reperti successivi raccolti dal prof. Ferruccio Vanzetti, che riguardano principalmente organi con patologie infiammatorie. L’obiettivo del nostro lavoro è stato quello di revisionare i reperti della collezione, quindi effettuare un campionamento degli organi con un processo diagnostico completo, che include l’utilizzo di colorazione istologiche come l’ematossilina- eosina, colorazioni istochimiche, indagini immunoistochimiche e indagini molecolari. Tutto questo è stato effettuato su 120 reperti. Per quanto riguarda le colorazioni con ematossilina-eosina, queste hanno avuto successo dopo aver immerso ulteriormente il vetrino in ematossilina per 2 ore, per permettere ai nuclei di assumere il colorante primario. Le colorazioni istochimiche hanno dato risultati positivi. Le indagini immunoistochimiche hanno avuto esiti variabili, ma in alcuni reperti sono stati ottenuti risultati positivi modificando i protocolli utilizzati quotidianamente in routine. Purtroppo, le indagini di biologia molecolare non hanno dato risultati positivi a causa della degradazione del materiale e dello stato di conservazione dei reperti. In conclusione, la revisione di campioni anatomo patologici antichi ed il loro studio con tecniche moderne permette una valorizzazione di questi campioni a fini espositivi (museali), scientifici e didattici per documentare malattie oggi non più riscontrabili.

TECNICHE DI ANALISI ISTOLOGICA IN UNA RACCOLTA ANTICA DI CAMPIONI ANATOMOPATOLOGICI

VINARDI, GABRIELE
2022/2023

Abstract

La collezione del Museo di anatomia patologica è composta da reperti che risalgono alla fine del 1800 e ai primi inizi del 1900. Questa collezione è divisa tra reperti appartenenti alla collezione “Foà” (il prof. Pio Foà fu direttore dell’istituto di anatomia patologica e raccolse e studiò organi colpiti da neoplasie) e reperti successivi raccolti dal prof. Ferruccio Vanzetti, che riguardano principalmente organi con patologie infiammatorie. L’obiettivo del nostro lavoro è stato quello di revisionare i reperti della collezione, quindi effettuare un campionamento degli organi con un processo diagnostico completo, che include l’utilizzo di colorazione istologiche come l’ematossilina- eosina, colorazioni istochimiche, indagini immunoistochimiche e indagini molecolari. Tutto questo è stato effettuato su 120 reperti. Per quanto riguarda le colorazioni con ematossilina-eosina, queste hanno avuto successo dopo aver immerso ulteriormente il vetrino in ematossilina per 2 ore, per permettere ai nuclei di assumere il colorante primario. Le colorazioni istochimiche hanno dato risultati positivi. Le indagini immunoistochimiche hanno avuto esiti variabili, ma in alcuni reperti sono stati ottenuti risultati positivi modificando i protocolli utilizzati quotidianamente in routine. Purtroppo, le indagini di biologia molecolare non hanno dato risultati positivi a causa della degradazione del materiale e dello stato di conservazione dei reperti. In conclusione, la revisione di campioni anatomo patologici antichi ed il loro studio con tecniche moderne permette una valorizzazione di questi campioni a fini espositivi (museali), scientifici e didattici per documentare malattie oggi non più riscontrabili.
ITA
The collection of the Museum of Pathological Anatomy is made up of samples dating back to the late 1800s and early 1900s. This collection is divided between cases belonging to the “Foà” collection (Pio Foà was the first anatomic-pathologist to deal with the study of organs affected by neoplasms) and subsequent cases finds by Ferruccio Vanzetti, which mainly concern organs with inflammatory pathologies. The objective of our work was to open and clean the jars containing the cases from the collection, then carry out a sampling of the organs with a complete diagnostic process, which includes the use of histological stains such as hematoxylin-eosin, histochemical stains, immunohistochemical investigations and molecular investigations. All this was carried out on 120 specimens. As for the hematoxylin-eosin stains, these were successful after further immersing the slide in hematoxylin to allow the nuclei to take up the primary dye. Histochemical stains gave positive results. Immunohistochemical investigations had variable results, but in some specimens positive results were obtained by modifying the protocols used routinely on a daily basis. Unfortunately, molecular biology investigations have not given positive results due to the degradation of the material and the state of conservation of the samples.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/107748