Nel presente lavoro, verrà affrontato il tema della dipendenza patologica in associazione alla formazione di relazioni di attaccamento traumatiche nella prospettiva psicoanalitica relazionale. Particolare attenzione verrà posta alla dimensione soggettiva dell'esperienza traumatica e alla sofferenza del soggetto dipendente. La formazione di un legame di attaccamento traumatico nel bambino induce il ricorso a modalità dissociative per la regolazione di stati affettivi intensi; viene così impedita l'acquisizione di alcune capacità fondamentali, come la mentalizzazione e la regolazione degli affetti. Il mancato sviluppo di tali capacità non permette al soggetto di sottoporre le percezioni somatiche ad una elaborazione simbolica adeguata; esse, quindi, non assumono un significato psicologico. Il Sé viene percepito in modo carente o distorto e si presentano deficit nel riconoscimento e nell'espressione delle emozioni che sono di tipo alessitimico. Si costituisce un vuoto della soggettività, l'individuo perderà il senso di confine tra il sé e l'altro e l'esperienza interna diverrà improvvisamente esterna. Di conseguenza, il soggetto potrebbe sviluppare il bisogno di trovare un oggetto ¿concreto¿ (regolatore esterno) che lo aiuti a tornare allo stato quiete che gli è impossibile raggiungere autonomamente, mettendo in atto quella che Khantzian (1985) chiama ¿strategia di automedicazione¿. Si consolida la dipendenza patologica in cui l'uso ricorrente di un oggetto esterno, carico di significati personali, assume i tratti di una tipica modalità di fuga da una inondazione di affetti, spesso difficili da identificare, in quanto rimasti esclusi dai normali processi di simbolizzazione durante la relazione primaria caregiver-infante. L'elaborato è composto da cinque capitoli, i primi quattro avranno un contenuto prettamente teorico, e il quinto capitolo sarà la trattazione clinica di un caso emblematico dei temi trattati. Innanzitutto verrà presentata la letteratura sul ¿trauma interpersonale¿ inteso non tanto come evento isolato e violento, ma come molteplicità di microtraumi relazionali altrettanto soverchianti, e i processi dissociativi che esso induce. Successivamente tratterò in maniera dettagliata i costrutti di disregolazione affettiva e di deficit della funzione riflessiva (Fonagy, 1989, 1991; Morton, Frith, 1995). In questo contesto proseguirò con la trattazione dei concetti di alessitimia (Nemiah e Sifneos, 1970), di rifugi della mente (Steiner, 1993), di impulsività e di compulsività. Proseguirò passando in rassegna i più influenti modelli esplicativi e alcuni modelli di classificazione delle dipendenze. Il tema del quarto capitolo sarà la valutazione dell'organizzazione di personalità nel paziente che presenta problematiche di dipendenza patologica. Si porterà, infine, un caso clinico frutto di un'esperienza di tirocinio svolto nell'anno 2013-2014 presso il Dipartimento di patologia delle dipendenze dell'ASL TO 1.

ATTACCAMENTO TRAUMATICO E DIPENDENZA PATOLOGICA IN UNA PROSPETTIVA PSICOANALITICA RELAZIONALE

BARLETTA, BARBARA
2014/2015

Abstract

Nel presente lavoro, verrà affrontato il tema della dipendenza patologica in associazione alla formazione di relazioni di attaccamento traumatiche nella prospettiva psicoanalitica relazionale. Particolare attenzione verrà posta alla dimensione soggettiva dell'esperienza traumatica e alla sofferenza del soggetto dipendente. La formazione di un legame di attaccamento traumatico nel bambino induce il ricorso a modalità dissociative per la regolazione di stati affettivi intensi; viene così impedita l'acquisizione di alcune capacità fondamentali, come la mentalizzazione e la regolazione degli affetti. Il mancato sviluppo di tali capacità non permette al soggetto di sottoporre le percezioni somatiche ad una elaborazione simbolica adeguata; esse, quindi, non assumono un significato psicologico. Il Sé viene percepito in modo carente o distorto e si presentano deficit nel riconoscimento e nell'espressione delle emozioni che sono di tipo alessitimico. Si costituisce un vuoto della soggettività, l'individuo perderà il senso di confine tra il sé e l'altro e l'esperienza interna diverrà improvvisamente esterna. Di conseguenza, il soggetto potrebbe sviluppare il bisogno di trovare un oggetto ¿concreto¿ (regolatore esterno) che lo aiuti a tornare allo stato quiete che gli è impossibile raggiungere autonomamente, mettendo in atto quella che Khantzian (1985) chiama ¿strategia di automedicazione¿. Si consolida la dipendenza patologica in cui l'uso ricorrente di un oggetto esterno, carico di significati personali, assume i tratti di una tipica modalità di fuga da una inondazione di affetti, spesso difficili da identificare, in quanto rimasti esclusi dai normali processi di simbolizzazione durante la relazione primaria caregiver-infante. L'elaborato è composto da cinque capitoli, i primi quattro avranno un contenuto prettamente teorico, e il quinto capitolo sarà la trattazione clinica di un caso emblematico dei temi trattati. Innanzitutto verrà presentata la letteratura sul ¿trauma interpersonale¿ inteso non tanto come evento isolato e violento, ma come molteplicità di microtraumi relazionali altrettanto soverchianti, e i processi dissociativi che esso induce. Successivamente tratterò in maniera dettagliata i costrutti di disregolazione affettiva e di deficit della funzione riflessiva (Fonagy, 1989, 1991; Morton, Frith, 1995). In questo contesto proseguirò con la trattazione dei concetti di alessitimia (Nemiah e Sifneos, 1970), di rifugi della mente (Steiner, 1993), di impulsività e di compulsività. Proseguirò passando in rassegna i più influenti modelli esplicativi e alcuni modelli di classificazione delle dipendenze. Il tema del quarto capitolo sarà la valutazione dell'organizzazione di personalità nel paziente che presenta problematiche di dipendenza patologica. Si porterà, infine, un caso clinico frutto di un'esperienza di tirocinio svolto nell'anno 2013-2014 presso il Dipartimento di patologia delle dipendenze dell'ASL TO 1.
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