One of the most revolutionary discoveries of recent decades has been the mnestic reconsolidation, a phenomenon that has challenged traditional conceptions of memory stability. Mnestic reconsolidation presents itself as a process of reworking and modifying existing memories during retrieval. Contrary to the old paradigm, which saw memory as a static storehouse, reconsolidation suggests that a memory, recalled with the right procedure, can be susceptible to modification. The aim of this thesis is to discuss the possibility of modifying aversive memories through mnestic reconsolidation. Traditionally, aversive memories are treated using extinction, which in the brain consists in the creation of a new mnestic trace that replaces the original. However, reconsolidation is potentially a more effective treatment, as modifying the original trace overcomes the major limitation of extinction, namely the recovery of fear. Once the mnestic trace has been destabilised, there are three types of interference through which it can be modified: behavioural, pharmacological and with optogenetic stimulation. The three, although with some differences, have achieved excellent results, succeeding in moderating the physiological and behavioural response to fear.
Una delle scoperte più rivoluzionarie degli ultimi decenni è stata quella del riconsolidamento mnestico, un fenomeno che ha messo in discussione le concezioni tradizionali sulla stabilità dei ricordi. Il riconsolidamento mnestico si presenta come un processo di rielaborazione e modifica dei ricordi esistenti durante il recupero. Contrariamente all'antico paradigma, che vedeva la memoria come un deposito statico, il riconsolidamento suggerisce che un ricordo, richiamato con la giusta procedura, può essere suscettibile di modifiche. L'obiettivo della tesi è discutere la possibilità di modificare le memorie avversive attraverso il riconsolidamento mnestico. Tradizionalmente le memorie avversive sono trattate utilizzando l’estinzione, che a livello cerebrale consiste nella creazione di una nuova traccia mnestica che si sostituisce all’originale. Tuttavia Il riconsolidamento è potenzialmente un trattamento più efficace, poiché modificando la traccia originale viene superato il grosso limite dell’estinzione, ossia il recupero della paura. Una volta che la traccia mnestica è stata destabilizzata, ci sono tre tipologie di interferenze attraverso cui è possibile modificarla: comportamentale, farmacologica e con una stimolazione optogenetica. Le tre, pur con qualche differenza, hanno ottenuto risultati ottimi, riuscendo a moderare la risposta fisiologica e comportamentale alla paura.
Il riconsolidamento mnestico applicato alle memorie avversive
LUCARNO, EMANUELE
2022/2023
Abstract
Una delle scoperte più rivoluzionarie degli ultimi decenni è stata quella del riconsolidamento mnestico, un fenomeno che ha messo in discussione le concezioni tradizionali sulla stabilità dei ricordi. Il riconsolidamento mnestico si presenta come un processo di rielaborazione e modifica dei ricordi esistenti durante il recupero. Contrariamente all'antico paradigma, che vedeva la memoria come un deposito statico, il riconsolidamento suggerisce che un ricordo, richiamato con la giusta procedura, può essere suscettibile di modifiche. L'obiettivo della tesi è discutere la possibilità di modificare le memorie avversive attraverso il riconsolidamento mnestico. Tradizionalmente le memorie avversive sono trattate utilizzando l’estinzione, che a livello cerebrale consiste nella creazione di una nuova traccia mnestica che si sostituisce all’originale. Tuttavia Il riconsolidamento è potenzialmente un trattamento più efficace, poiché modificando la traccia originale viene superato il grosso limite dell’estinzione, ossia il recupero della paura. Una volta che la traccia mnestica è stata destabilizzata, ci sono tre tipologie di interferenze attraverso cui è possibile modificarla: comportamentale, farmacologica e con una stimolazione optogenetica. Le tre, pur con qualche differenza, hanno ottenuto risultati ottimi, riuscendo a moderare la risposta fisiologica e comportamentale alla paura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/107568