SCOPO: L'elaborato di tesi indaga la percezione estetica visiva nello spettro delle condizioni psicotiche, con l’obiettivo di vagliare il potenziale delle esperienze estetiche visive indotte con la Realtà Virtuale (RV) nella prevenzione secondaria delle condizioni premorbose di vulnerabilità psicotica. METODI: L’indagine ha previsto l’analisi della letteratura scientifica in ambito neuroestetico, psicopatologico e oftalmologico, per un totale di 392 articoli analizzati. Per approfondire il tema della vulnerabilità psicotica, inoltre, il lavoro di tesi si è avvalso di alcuni riferimenti bibliografici. I principali riferimenti sono stati i testi di Michael Garrett (2021), Michele Poletti (2021), Alessandro Zennaro (2011), Marguerite A. Sechehaye (1980) e Lisa Feldman Barrett (2018). RISULTATI: Le esperienze estetiche visive indotte con RV promuovono il benessere bio-psico-socio-spirituale, e hanno molteplici effetti benefici a livello psico-neuro-endocrino-immunologico, tra cui un’azione anti-infiammatoria mediata dalla deplezione delle citochine pro-infiammatorie. Tali esperienze estetiche, inoltre, sono in grado di stimolare la plasticità sinaptica, promuovendo le dinamiche di apprendimento e cambiamenti psicologici trasformativi. I soggetti vulnerabili alla psicosi, tuttavia, potrebbero presentare deficit nella capacità di fare esperienze di apprezzamento estetico, così come una percezione estetica visiva alterata, la quale potrebbe configurarsi in modi variabilmente atipici in base al tipo di funzionamento psicotico e in base alla fase della malattia. Abbiamo infatti riscontrato che i soggetti vulnerabili alla psicosi possono presentare almeno tre distinti pattern di funzionamento, ciascuno dei quali è marcato da peculiari deficit nell’elaborazione sensoriale primaria e da distorsioni percettive nel dominio visivo. Le distorsioni visive sono associate a specifiche alterazioni della retina, le quali riflettono processi infiammatori e neurodegenerativi che tendono ad inasprirsi progressivamente lungo il pathway neuroevolutivo e degenerativo della malattia. La presenza di gravose distorsioni visive nei soggetti vulnerabili alla psicosi, pertanto, si associa alla presenza di uno stato pro-infiammatorio e neurodegenerativo più ingente, nonché ad un maggior rischio di conversione psicopatologica. CONCLUSIONI: Nell’ottica di una presa in carico multidisciplinare del paziente, le esperienze estetiche visive indotte con RV potrebbero rappresentare un intervento utile ed efficace nell’ambito della prevenzione secondaria delle psicosi. Abbiamo ipotizzato che le esperienze estetiche visive indotte con RV potrebbero promuovere un miglioramento della qualità della vita dei pazienti, agendo sulla dimensione negativa del disagio; potrebbero facilitare l’elaborazione delle manifestazioni subcliniche dei deliri, promuovendo la plasticità sinaptica e una maggiore flessibilità cognitiva; e potrebbero ridurre il rischio di conversione a psicosi franca attraverso una tangibile azione anti-infiammatoria. Da un punto di vista diagnostico, inoltre, abbiamo proposto che un assessment multidisciplinare della percezione estetica visiva dei soggetti vulnerabili alla psicosi potrebbe agevolare la diagnosi differenziale di soggetti psicotici premorbosi con differenti pattern di funzionamento; così come l’identificazione di individui vulnerabili alla malattia biologicamente più deteriorati che hanno più probabilità di andare incontro all’out-come psicopatologico.
NEUROESTETICA DELLE "VISIONI PSICOTICHE": il potenziale delle esperienze estetiche visive indotte con la Realtà Virtuale nella prevenzione secondaria delle condizioni di vulnerabilità psicotica
TERRENGHI, CECILIA
2022/2023
Abstract
SCOPO: L'elaborato di tesi indaga la percezione estetica visiva nello spettro delle condizioni psicotiche, con l’obiettivo di vagliare il potenziale delle esperienze estetiche visive indotte con la Realtà Virtuale (RV) nella prevenzione secondaria delle condizioni premorbose di vulnerabilità psicotica. METODI: L’indagine ha previsto l’analisi della letteratura scientifica in ambito neuroestetico, psicopatologico e oftalmologico, per un totale di 392 articoli analizzati. Per approfondire il tema della vulnerabilità psicotica, inoltre, il lavoro di tesi si è avvalso di alcuni riferimenti bibliografici. I principali riferimenti sono stati i testi di Michael Garrett (2021), Michele Poletti (2021), Alessandro Zennaro (2011), Marguerite A. Sechehaye (1980) e Lisa Feldman Barrett (2018). RISULTATI: Le esperienze estetiche visive indotte con RV promuovono il benessere bio-psico-socio-spirituale, e hanno molteplici effetti benefici a livello psico-neuro-endocrino-immunologico, tra cui un’azione anti-infiammatoria mediata dalla deplezione delle citochine pro-infiammatorie. Tali esperienze estetiche, inoltre, sono in grado di stimolare la plasticità sinaptica, promuovendo le dinamiche di apprendimento e cambiamenti psicologici trasformativi. I soggetti vulnerabili alla psicosi, tuttavia, potrebbero presentare deficit nella capacità di fare esperienze di apprezzamento estetico, così come una percezione estetica visiva alterata, la quale potrebbe configurarsi in modi variabilmente atipici in base al tipo di funzionamento psicotico e in base alla fase della malattia. Abbiamo infatti riscontrato che i soggetti vulnerabili alla psicosi possono presentare almeno tre distinti pattern di funzionamento, ciascuno dei quali è marcato da peculiari deficit nell’elaborazione sensoriale primaria e da distorsioni percettive nel dominio visivo. Le distorsioni visive sono associate a specifiche alterazioni della retina, le quali riflettono processi infiammatori e neurodegenerativi che tendono ad inasprirsi progressivamente lungo il pathway neuroevolutivo e degenerativo della malattia. La presenza di gravose distorsioni visive nei soggetti vulnerabili alla psicosi, pertanto, si associa alla presenza di uno stato pro-infiammatorio e neurodegenerativo più ingente, nonché ad un maggior rischio di conversione psicopatologica. CONCLUSIONI: Nell’ottica di una presa in carico multidisciplinare del paziente, le esperienze estetiche visive indotte con RV potrebbero rappresentare un intervento utile ed efficace nell’ambito della prevenzione secondaria delle psicosi. Abbiamo ipotizzato che le esperienze estetiche visive indotte con RV potrebbero promuovere un miglioramento della qualità della vita dei pazienti, agendo sulla dimensione negativa del disagio; potrebbero facilitare l’elaborazione delle manifestazioni subcliniche dei deliri, promuovendo la plasticità sinaptica e una maggiore flessibilità cognitiva; e potrebbero ridurre il rischio di conversione a psicosi franca attraverso una tangibile azione anti-infiammatoria. Da un punto di vista diagnostico, inoltre, abbiamo proposto che un assessment multidisciplinare della percezione estetica visiva dei soggetti vulnerabili alla psicosi potrebbe agevolare la diagnosi differenziale di soggetti psicotici premorbosi con differenti pattern di funzionamento; così come l’identificazione di individui vulnerabili alla malattia biologicamente più deteriorati che hanno più probabilità di andare incontro all’out-come psicopatologico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/107564