This paper examines the current debate on the use of digital media by children and adolescents, demonstrating that many prevailing opinions, both in favor and against, are often not based on scientific foundations but on ideological, rhetorical, or marketing positions. In the educational context, the mainstream view, now uniformly adopted by national education policies and beyond, advocates for a strong digitalization of all levels of school and considers digitalization as a genuine educational revolution capable of positively renewing the school system. This revolution would involve overcoming traditional teaching models based on the simple transmission of content by applying entirely new methodologies that focus on the student, their learning style, characteristics, and specific interests. The paper explores some of the most interesting pedagogical reflections of the 20th century and the most important learning theories adopted as a model by the public education system, manifested in some educational renewal experiences. Specifically, the proposals of Piaget, Vygotsky, and Bruner will be examined. Finally, the paper suggests the idea that concepts and teaching methodologies derived from pedagogy and psychology, such as personalized learning, experiential learning, peer-to-peer, and so on, are not necessarily bound to the use of digital media. Moreover, it argues that digitalizing schools is not a necessary and sufficient condition for achieving effective and real educational renewal. In addition to this theme, the paper addresses the influence that the increasingly widespread use of digital media has on children and how this influence extends beyond the field of school learning. From an interpersonal perspective, it seeks to understand how the construction of the self and social relationships are transformed by digital devices, which increasingly replace face-to-face interactions with peers and adults in the daily lives of children. To achieve this, the paper relies on the significant contributions of authors like Sherry Turkle, who have maintained a critical stance towards a phenomenon that seems inevitable, emphasizing the importance of unmediated relationships for the balanced development of individuals.
Lo scritto prende in esame il dibattito attuale sull’uso dei media digitali da parte di bambini e ragazzi, e mostra come gran parte delle opinioni diffuse, sia a favore che contro, spesso non siano fondate su basi scientifiche ma su posizioni di tipo ideologico, retorico o di marketing. In ambito scolastico la visione mainstream, recepita ormai uniformemente dalle politiche dell’istruzione nazionali e non solo, sostiene la necessità di una forte digitalizzazione della scuola di tutti gli ordini e gradi e considera la digitalizzazione come una vera e propria rivoluzione didattica in grado di rinnovare positivamente la scuola. Questa rivoluzione si concretizzerebbe nel superamento di modelli d’insegnamento tradizionali basati sulla semplice trasmissione dei contenuti, attraverso l’applicazione di metodologie del tutto nuove che pongano al centro lo studente e il suo stile di apprendimento, le sue caratteristiche e interessi specifici. Si affronteranno alcune delle più interessanti riflessioni pedagogiche del ‘900 e le più importanti teorie dell’apprendimento, adottate come modello dal sistema scolastico pubblico e concretizzatesi in alcune esperienze scolastiche di rinnovamento: nello specifico ci interesseremo alle proposte di Piaget, Vygotskij e Bruner. Si proporrà infine l’idea che i concetti e le metodologie didattiche tratti dalla pedagogia e dalla psicologia – come l’apprendimento personalizzato, l’apprendimento dall’esperienza, il peer-to-peer e così via –non siano necessariamente vincolati all’uso dei media digitali e che anzi la digitalizzazione della scuola non sia una condizione necessaria e sufficiente al fine di realizzare un efficace e reale rinnovamento della scuola. Si affiancherà a questo tema quello dell’influenza che l’uso sempre più massiccio dei media digitali ha sui bambini e di come questa influenza non investa solo il campo dell’apprendimento scolastico. Ponendosi da una prospettiva interpersonale si cercherà di comprendere in che senso la costruzione del Sé e le relazioni sociali vengano trasformate dai mezzi digitali, che vanno sempre di più a sostituirsi nella vita quotidiana dei bambini alle interazioni vis-à-vis con i pari e con gli adulti. A questo fine ci avvarremo dell’importante contributo di autori che, come Sherry Turkle, hanno mantenuto un atteggiamento critico di fronte ad un fenomeno che appare ormai inevitabile sostenendo l’importanza di relazioni non mediate per uno sviluppo equilibrato degli individui.
La transizione digitale nella scuola primaria: rivoluzione didattica o soluzionismo tecnologico? L’influenza dei media digitali sui bambini da una prospettiva interpersonale.
CHIAMA, PAOLA
2022/2023
Abstract
Lo scritto prende in esame il dibattito attuale sull’uso dei media digitali da parte di bambini e ragazzi, e mostra come gran parte delle opinioni diffuse, sia a favore che contro, spesso non siano fondate su basi scientifiche ma su posizioni di tipo ideologico, retorico o di marketing. In ambito scolastico la visione mainstream, recepita ormai uniformemente dalle politiche dell’istruzione nazionali e non solo, sostiene la necessità di una forte digitalizzazione della scuola di tutti gli ordini e gradi e considera la digitalizzazione come una vera e propria rivoluzione didattica in grado di rinnovare positivamente la scuola. Questa rivoluzione si concretizzerebbe nel superamento di modelli d’insegnamento tradizionali basati sulla semplice trasmissione dei contenuti, attraverso l’applicazione di metodologie del tutto nuove che pongano al centro lo studente e il suo stile di apprendimento, le sue caratteristiche e interessi specifici. Si affronteranno alcune delle più interessanti riflessioni pedagogiche del ‘900 e le più importanti teorie dell’apprendimento, adottate come modello dal sistema scolastico pubblico e concretizzatesi in alcune esperienze scolastiche di rinnovamento: nello specifico ci interesseremo alle proposte di Piaget, Vygotskij e Bruner. Si proporrà infine l’idea che i concetti e le metodologie didattiche tratti dalla pedagogia e dalla psicologia – come l’apprendimento personalizzato, l’apprendimento dall’esperienza, il peer-to-peer e così via –non siano necessariamente vincolati all’uso dei media digitali e che anzi la digitalizzazione della scuola non sia una condizione necessaria e sufficiente al fine di realizzare un efficace e reale rinnovamento della scuola. Si affiancherà a questo tema quello dell’influenza che l’uso sempre più massiccio dei media digitali ha sui bambini e di come questa influenza non investa solo il campo dell’apprendimento scolastico. Ponendosi da una prospettiva interpersonale si cercherà di comprendere in che senso la costruzione del Sé e le relazioni sociali vengano trasformate dai mezzi digitali, che vanno sempre di più a sostituirsi nella vita quotidiana dei bambini alle interazioni vis-à-vis con i pari e con gli adulti. A questo fine ci avvarremo dell’importante contributo di autori che, come Sherry Turkle, hanno mantenuto un atteggiamento critico di fronte ad un fenomeno che appare ormai inevitabile sostenendo l’importanza di relazioni non mediate per uno sviluppo equilibrato degli individui.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
178986_chiama.paola.tesi.def.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.08 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.08 MB | Adobe PDF |
Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/107562