Questo elaborato si pone l’obiettivo di indagare a fondo e di analizzare gli aspetti più problematici che riguardano la figura dell’agente provocatore. L’attività dell’agente provocatore si inserisce nel più ampio panorama delle operazioni sotto copertura, vale a dire di una serie di attività investigative con cui un soggetto – un appartenente alle forze di polizia o un privato d’intesa con le stesse – si introduce, celando la propria identità, all’interno di sodalizi criminali, con il duplice fine di investigare sulle dinamiche interne e di assicurare gli affiliati alla giustizia. Più nello specifico, nell’ambito delle attività sotto copertura, con il termine “agente provocatore” si fa tradizionalmente riferimento a un soggetto che, fingendo complicità, istiga taluno a commettere un reato, essendo mosso dall’obiettivo di veder cedere il soggetto provocato e di assicurarlo agli organi del perseguimento penale. Il primo capitolo, di matrice storica, sarà interamente dedicato allo studio delle principali correnti dottrinali e giurisprudenziali che si sono affermate in Francia, in Germania e in Italia sino agli anni Settanta del Novecento. In particolare, si concentrerà l’attenzione sulla tematica dell’influenza dell’agente provocatore sul reato, nonché sulla questione – molto controversa – circa la sua responsabilità penale. Il secondo capitolo dell’elaborato si concentra sul sistema delle scriminanti. La prima parte illustra, in via generale, le principali riflessioni penalistiche che sottostanno a questi istituti. La seconda parte invece, più specifica, si concentra sul rapporto tra la causa di giustificazione dell’adempimento di un dovere ex art. 51 c.p. e l’agente provocatore. Il terzo capitolo è dedicato interamente al c.d. Statuto delle operazioni sotto copertura e alla disciplina attuale dell’agente provocatore nell’ordinamento italiano.

L'agente provocatore

SARTORE, GIORGIA CRISTINA
2022/2023

Abstract

Questo elaborato si pone l’obiettivo di indagare a fondo e di analizzare gli aspetti più problematici che riguardano la figura dell’agente provocatore. L’attività dell’agente provocatore si inserisce nel più ampio panorama delle operazioni sotto copertura, vale a dire di una serie di attività investigative con cui un soggetto – un appartenente alle forze di polizia o un privato d’intesa con le stesse – si introduce, celando la propria identità, all’interno di sodalizi criminali, con il duplice fine di investigare sulle dinamiche interne e di assicurare gli affiliati alla giustizia. Più nello specifico, nell’ambito delle attività sotto copertura, con il termine “agente provocatore” si fa tradizionalmente riferimento a un soggetto che, fingendo complicità, istiga taluno a commettere un reato, essendo mosso dall’obiettivo di veder cedere il soggetto provocato e di assicurarlo agli organi del perseguimento penale. Il primo capitolo, di matrice storica, sarà interamente dedicato allo studio delle principali correnti dottrinali e giurisprudenziali che si sono affermate in Francia, in Germania e in Italia sino agli anni Settanta del Novecento. In particolare, si concentrerà l’attenzione sulla tematica dell’influenza dell’agente provocatore sul reato, nonché sulla questione – molto controversa – circa la sua responsabilità penale. Il secondo capitolo dell’elaborato si concentra sul sistema delle scriminanti. La prima parte illustra, in via generale, le principali riflessioni penalistiche che sottostanno a questi istituti. La seconda parte invece, più specifica, si concentra sul rapporto tra la causa di giustificazione dell’adempimento di un dovere ex art. 51 c.p. e l’agente provocatore. Il terzo capitolo è dedicato interamente al c.d. Statuto delle operazioni sotto copertura e alla disciplina attuale dell’agente provocatore nell’ordinamento italiano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/107523