Il seguente lavoro si propone di analizzare il ruolo svolto dall’educazione giovanile nel processo di fascistizzazione della società italiana del secolo scorso. L’obiettivo dei tre capitoli che compongono questo elaborato è, dunque, presentare le modalità con cui il sistema educativo cercò di diffondere i valori fondamentali del fascismo nella gioventù, delineando il ruolo della scuola, delle organizzazioni giovanili e delle attività extracurriculari nel processo di formazione. Nel primo capitolo viene fatto emergere, innanzitutto, il carattere totalitario, nazionalista, militarista e razzista del fascismo e, successivamente, viene sottolineato come Mussolini decise di esercitare un controllo totale sull’istruzione e sulla formazione degli studenti. Al fine di creare poi giovani forti e pronti a servire il paese che possano essere definiti cittadini soldati, il regime decise di puntare sia sulla militarizzazione sia sull’attività sportiva. Furono proprio questi due i temi al centro della politica delle organizzazioni giovanili, che accompagnarono la scuola nell’esperimento pedagogico fascista. Inizialmente, come delineato nel secondo capitolo, fra queste organizzazioni vi furono l’Opera Nazionale Balilla (ONB), la quale si concentrò sui giovani fino ai diciotto anni, e i Fasci giovanili di combattimento, i quali inquadrarono i giovani dai diciotto ai ventuno anni. Anche gli studenti universitari vennero inseriti all’interno di questo progetto di fascistizzazione: infatti, si organizzarono in quelli che furono denominati Gruppi Universitari Fascisti (GUF). Nel 1937, però, questo assetto organizzativo cambiò: si decise di fondare un’unica organizzazione giovanile fascista che dipendesse fortemente dal Partito Nazionale Fascista. Così, con il regio decreto-legge n° 1839 del 27 ottobre 1937 venne istituita la Gioventù Italiana del Littorio (GIL), la quale assorbì sia l’Opera Nazionale Balilla sia i Fasci giovanili di combattimento. È proprio per mezzo di questa legge che nell’ultimo capitolo dell’elaborato vengono analizzati tutti gli elementi caratteristici di questo nuovo ente giovanile. Partendo dall’organizzazione gerarchica, viene presentato il tema delle sedi, delle istituzioni, delle accademie di proprietà della GIL, presso i quali vennero educati i giovani fascisti. Nell’articolo cinque del decreto-legge, invece, sono elencate tutte le attività funzionali per le quali la Gioventù Italiana del Littorio fu istituita. Infine, viene presentato il profilo giuridico dell’organizzazione giovanile fascista per mezzo degli articoli sette, nove, dieci e dodici del regio decreto.

Tra libri e fucili: l'educazione giovanile come strumento di fascistizzazione

OSELLA, ALESSIA
2022/2023

Abstract

Il seguente lavoro si propone di analizzare il ruolo svolto dall’educazione giovanile nel processo di fascistizzazione della società italiana del secolo scorso. L’obiettivo dei tre capitoli che compongono questo elaborato è, dunque, presentare le modalità con cui il sistema educativo cercò di diffondere i valori fondamentali del fascismo nella gioventù, delineando il ruolo della scuola, delle organizzazioni giovanili e delle attività extracurriculari nel processo di formazione. Nel primo capitolo viene fatto emergere, innanzitutto, il carattere totalitario, nazionalista, militarista e razzista del fascismo e, successivamente, viene sottolineato come Mussolini decise di esercitare un controllo totale sull’istruzione e sulla formazione degli studenti. Al fine di creare poi giovani forti e pronti a servire il paese che possano essere definiti cittadini soldati, il regime decise di puntare sia sulla militarizzazione sia sull’attività sportiva. Furono proprio questi due i temi al centro della politica delle organizzazioni giovanili, che accompagnarono la scuola nell’esperimento pedagogico fascista. Inizialmente, come delineato nel secondo capitolo, fra queste organizzazioni vi furono l’Opera Nazionale Balilla (ONB), la quale si concentrò sui giovani fino ai diciotto anni, e i Fasci giovanili di combattimento, i quali inquadrarono i giovani dai diciotto ai ventuno anni. Anche gli studenti universitari vennero inseriti all’interno di questo progetto di fascistizzazione: infatti, si organizzarono in quelli che furono denominati Gruppi Universitari Fascisti (GUF). Nel 1937, però, questo assetto organizzativo cambiò: si decise di fondare un’unica organizzazione giovanile fascista che dipendesse fortemente dal Partito Nazionale Fascista. Così, con il regio decreto-legge n° 1839 del 27 ottobre 1937 venne istituita la Gioventù Italiana del Littorio (GIL), la quale assorbì sia l’Opera Nazionale Balilla sia i Fasci giovanili di combattimento. È proprio per mezzo di questa legge che nell’ultimo capitolo dell’elaborato vengono analizzati tutti gli elementi caratteristici di questo nuovo ente giovanile. Partendo dall’organizzazione gerarchica, viene presentato il tema delle sedi, delle istituzioni, delle accademie di proprietà della GIL, presso i quali vennero educati i giovani fascisti. Nell’articolo cinque del decreto-legge, invece, sono elencate tutte le attività funzionali per le quali la Gioventù Italiana del Littorio fu istituita. Infine, viene presentato il profilo giuridico dell’organizzazione giovanile fascista per mezzo degli articoli sette, nove, dieci e dodici del regio decreto.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
955395_955395-elaboratoconclusivo.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 527.14 kB
Formato Adobe PDF
527.14 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/107517