L’emergenza sanitaria globale ha cambiato significativamente le condizioni occupazionali a livello mondiale. Le istituzioni e le organizzazioni, pubbliche e private, sono state di conseguenza esortate a adottare nuovi modelli organizzativi del lavoro e di gestione delle risorse umane. Ciò ha portato a una ampia diffusione dello Smart Working (SW), una modalità lavorativa caratterizzata da flessibilità organizzativa, che, grazie all’utilizzo di strumentazioni tecnologiche, elimina la necessità della collocazione spazio-temporale della prestazione lavorativa all’interno dell’impresa. Ad oggi, però, lo SW è ancora un tema controverso al centro del dibattito pubblico e politico. Risulta, dunque, importante ed interessante indagare le problematiche e i benefici dello SW, per promuovere una normativa che ne consenta una gestione ottimale, tenendo conto sia dell’efficienza che del benessere dei lavoratori e delle lavoratrici. In modo particolare è necessario valutare e gestire l’impatto sulle differenze di genere. Con l’obiettivo di indagare quest’ultimo aspetto è stato sviluppato un questionario specifico che è stato impiegato in un’indagine svolta in collaborazione tra l’Università di Torino, l’Università di Catania e l’Università “La Sapienza” di Roma. Il questionario aveva l’obiettivo di indagare l’attitudine allo SW di lavoratori/lavoratrici dipendenti, nonché eventuali impatti sullo stress lavoro-correlato attribuibili a questa modalità lavorativa, analizzando in particolare la presenza di eventuali differenze di genere. Dopo l’acquisizione dell’approvazione del Comitato Etico, il questionario è stato reso disponibile sulla piattaforma digitale LimeSurvey ed è stato diffuso online attraverso diversi canali (social network, applicazioni di messaggistica istantanea e posta elettronica). Per l’indagine è stata adottata la tecnica del campionamento “snowball”. Il criterio di inclusione comprendeva esclusivamente soggetti che svolgevano un lavoro subordinato, sia nel settore pubblico che privato, e che utilizzavano la modalità lavorativa in SW. I dati raccolti con il questionario sono stati analizzati utilizzando il software SPSS: è stata effettuata un’analisi descrittiva dei dati seguita da una valutazione dell’associazione fra le variabili qualitative/quantitative e il genere con il test chi-quadrato. Sono stati raccolti complessivamente 79 questionari validi, la maggior parte compilati da donne (63,7%) e da giovani adulti tra i 26 e i 35 anni (48,1%). È inoltre emerso che l’adozione dello SW sembra favorire la percezione di una condizione di minore stress da parte dei lavoratori, soprattutto di genere femminile, e che la principale criticità riscontrata nell’adozione di tale modalità lavorativa sia la mancanza di relazione con i propri colleghi. Per quanto concerne l’interesse nei confronti dello SW, la principale motivazione si rivela essere la possibilità di conciliare meglio lavoro e vita privata, per entrambi i generi (93,4%). Questo studio contribuisce ad approfondire le conoscenze sull’impatto dello Smart Working in relazione alle diverse dimensioni della qualità del lavoro e dell'equilibrio tra vita professionale e vita privata, includendo il genere come discriminante fondamentale dell’analisi.

Smart Working e differenze di genere: risultati di un'indagine svolta online

GIARRIZZO, ALICE MICOL
2022/2023

Abstract

L’emergenza sanitaria globale ha cambiato significativamente le condizioni occupazionali a livello mondiale. Le istituzioni e le organizzazioni, pubbliche e private, sono state di conseguenza esortate a adottare nuovi modelli organizzativi del lavoro e di gestione delle risorse umane. Ciò ha portato a una ampia diffusione dello Smart Working (SW), una modalità lavorativa caratterizzata da flessibilità organizzativa, che, grazie all’utilizzo di strumentazioni tecnologiche, elimina la necessità della collocazione spazio-temporale della prestazione lavorativa all’interno dell’impresa. Ad oggi, però, lo SW è ancora un tema controverso al centro del dibattito pubblico e politico. Risulta, dunque, importante ed interessante indagare le problematiche e i benefici dello SW, per promuovere una normativa che ne consenta una gestione ottimale, tenendo conto sia dell’efficienza che del benessere dei lavoratori e delle lavoratrici. In modo particolare è necessario valutare e gestire l’impatto sulle differenze di genere. Con l’obiettivo di indagare quest’ultimo aspetto è stato sviluppato un questionario specifico che è stato impiegato in un’indagine svolta in collaborazione tra l’Università di Torino, l’Università di Catania e l’Università “La Sapienza” di Roma. Il questionario aveva l’obiettivo di indagare l’attitudine allo SW di lavoratori/lavoratrici dipendenti, nonché eventuali impatti sullo stress lavoro-correlato attribuibili a questa modalità lavorativa, analizzando in particolare la presenza di eventuali differenze di genere. Dopo l’acquisizione dell’approvazione del Comitato Etico, il questionario è stato reso disponibile sulla piattaforma digitale LimeSurvey ed è stato diffuso online attraverso diversi canali (social network, applicazioni di messaggistica istantanea e posta elettronica). Per l’indagine è stata adottata la tecnica del campionamento “snowball”. Il criterio di inclusione comprendeva esclusivamente soggetti che svolgevano un lavoro subordinato, sia nel settore pubblico che privato, e che utilizzavano la modalità lavorativa in SW. I dati raccolti con il questionario sono stati analizzati utilizzando il software SPSS: è stata effettuata un’analisi descrittiva dei dati seguita da una valutazione dell’associazione fra le variabili qualitative/quantitative e il genere con il test chi-quadrato. Sono stati raccolti complessivamente 79 questionari validi, la maggior parte compilati da donne (63,7%) e da giovani adulti tra i 26 e i 35 anni (48,1%). È inoltre emerso che l’adozione dello SW sembra favorire la percezione di una condizione di minore stress da parte dei lavoratori, soprattutto di genere femminile, e che la principale criticità riscontrata nell’adozione di tale modalità lavorativa sia la mancanza di relazione con i propri colleghi. Per quanto concerne l’interesse nei confronti dello SW, la principale motivazione si rivela essere la possibilità di conciliare meglio lavoro e vita privata, per entrambi i generi (93,4%). Questo studio contribuisce ad approfondire le conoscenze sull’impatto dello Smart Working in relazione alle diverse dimensioni della qualità del lavoro e dell'equilibrio tra vita professionale e vita privata, includendo il genere come discriminante fondamentale dell’analisi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/107470