The present research work is part of the strand of studies concerning pro-social and educational inclusion initiatives of the private social sector in favour of new and second generations. The focus of the research was the analysis of a case study: that of the Arsenale della Piazza del Sermig, a project that since 2007 has been offering after-school, workshop and socialisation activities in the Aurora district of Turin, an area characterised by extensive socio-economic fragility and a high density of foreign population. The research question is: what have been the characteristics that have led to the growth and expansion of the Arsenale della Piazza project in these 15 years of activity? And in particular, what have been the major difficulties and changes over time in structuring the project? Finally, what are the good practices of this experience, which have also allowed its continuity and stability, and which could be replicated elsewhere to foster the inclusion of minors with a migration background (and that of their families)? The research method employed was mixed. Initially, a first-rate quantitative analysis was carried out from the participants' data. At the same time, a qualitative analysis was carried out by means of 15 semi-structured interviews with the operators and volunteers most involved in the project. The first chapter investigated the second generation's relationship with educational institutions, the family and activities in extracurricular time. The second chapter summarised the organisation of human resources and the management of financial resources in private social projects. In the third chapter, the territorial and association context in which the case study originated was outlined; there, the results of the quantitative analysis were also shown. A growth from an initial number of 20 children and 10 volunteers to the current number of 220 children and 200 volunteers is observed. In the fourth chapter, it is understood how this growth has been possible due to the continuity of the project over time, which has seen the confidence of participants and supporters grow. About half of the resources currently come from winning public tenders and the remainder from crowdfunding activities and private investments. Homework support activities (1:1 or 1:2 ratio) would not be possible without the presence of volunteers. Initially the project was only supported by volunteers, over time some recruitments took place which made educational continuity more possible, there was an increase in the number of professionals who could coordinate the growing number of activities, not only school activities but also workshops and sports. In the fifth chapter, the network operation in the territory was investigated. Over time, the dialogue established with schools in the neighbourhood has been significant, as well as that with families to try to meet some of the parents' needs. Dialogue has been initiated with the social services, the ASL, and the NPI to address the problems of some minors. Collaborations have also been set up with other private social organisations to sometimes make up for the long waits of the public system. These types of pro-inclusion interventions, which are often insufficiently valued, are fundamental in responding to the ever-increasing socio-educational needs.
Il presente lavoro di ricerca si inserisce nel filone di studi inerente alle iniziative pro-inclusione sociale e scolastica del privato sociale a favore delle nuove e seconde generazioni. Focus della ricerca è stata l’analisi di un caso studio: quello dell’Arsenale della Piazza del Sermig, un progetto che dal 2007 ad oggi offre attività di doposcuola, laboratoriali e di socializzazione nel quartiere Aurora di Torino, zona caratterizzata da ampie fragilità socioeconomiche e da un’alta densità di popolazione straniera. La domanda di ricerca è la seguente: quali sono state le caratteristiche che hanno portato alla crescita e all’ingrandimento del progetto dell’Arsenale della Piazza in questi 15 anni di attività? E in particolare, quali sono state le maggiori difficoltà e i cambiamenti nel tempo nella strutturazione del progetto? Infine, quali sono le buone prassi di questa esperienza, che ne hanno anche permesso la continuità e la stabilità, e che potrebbero essere replicabili anche altrove per favorire l’inclusione dei minori con background migratorio (e quello delle loro famiglie)? Il metodo di ricerca impiegato è stato misto. Si è svolta dapprima un’analisi quantitativa di prim’ordine a partire dai dati dei partecipanti. Contestualmente si è svolta un’analisi qualitativa tramite 15 interviste semi-strutturate agli operatori e volontari maggiormente coinvolti nel progetto. Nel primo capitolo si è indagato il rapporto delle seconde generazioni con le istituzioni scolastiche, la famiglia e le attività nel tempo extrascolastico. Nel secondo si sono riassunte l’organizzazione delle risorse umane e la gestione delle risorse finanziarie nei progetti del privato sociale. Nel terzo capitolo si è proceduto a delineare il contesto territoriale e dell’associazione in cui il caso studio ha avuto origine; lì si sono anche mostrati i risultati dell’analisi quantitativa. Si osserva una crescita da un iniziale numero di 20 bambini e 10 volontari all’attuale numero di 220 bambini e 200 volontari. Nel quarto capitolo, si comprende come tale crescita sia stata possibile grazie alla continuità nel tempo del progetto, che ha visto accrescere la fiducia dei partecipanti e anche dei sostenitori. Le risorse attualmente provengono per circa la metà dalla vincita di bandi pubblici e per la restante parte da attività di crowdfunding e da investimenti privati. Le attività del sostegno compiti (con rapporto 1:1 o 1:2) non sarebbero poi possibili senza la presenza dei volontari. Inizialmente il progetto si reggeva solo grazie al volontariato, nel tempo sono avvenute alcune assunzioni che hanno reso maggiormente possibile la continuità educativa, vi è stato un aumento di figure professioniste che potessero coordinare il crescente numero di attività, non solo scolastiche ma anche laboratoriali e sportive. Nel quinto capitolo si è indagato il rapporto di rete sul territorio. Nel tempo sono stati significativi il dialogo instaurato con le scuole del quartiere, nonché quello con le famiglie per cercare di rispondere anche ad alcuni bisogni dei genitori. Per far fronte alle problematicità di alcuni minori si è avviato un dialogo i servizi sociali, l’ASL, l’NPI. Si sono anche attivate collaborazioni con altri enti del privato sociale per supplire talvolta alle lunghe attese del sistema pubblico. Questo tipo di interventi pro-inclusione, spesso non sufficientemente valorizzati, risultano fondamentali per rispondere ai sempre più crescenti bisogni socioeducativi.
L’Arsenale della Piazza al Sermig di Torino dal 2007 ad oggi: un progetto di inclusione per le nuove generazioni nel quartiere multietnico di Porta Palazzo
D'AIUTO, IRENE
2022/2023
Abstract
Il presente lavoro di ricerca si inserisce nel filone di studi inerente alle iniziative pro-inclusione sociale e scolastica del privato sociale a favore delle nuove e seconde generazioni. Focus della ricerca è stata l’analisi di un caso studio: quello dell’Arsenale della Piazza del Sermig, un progetto che dal 2007 ad oggi offre attività di doposcuola, laboratoriali e di socializzazione nel quartiere Aurora di Torino, zona caratterizzata da ampie fragilità socioeconomiche e da un’alta densità di popolazione straniera. La domanda di ricerca è la seguente: quali sono state le caratteristiche che hanno portato alla crescita e all’ingrandimento del progetto dell’Arsenale della Piazza in questi 15 anni di attività? E in particolare, quali sono state le maggiori difficoltà e i cambiamenti nel tempo nella strutturazione del progetto? Infine, quali sono le buone prassi di questa esperienza, che ne hanno anche permesso la continuità e la stabilità, e che potrebbero essere replicabili anche altrove per favorire l’inclusione dei minori con background migratorio (e quello delle loro famiglie)? Il metodo di ricerca impiegato è stato misto. Si è svolta dapprima un’analisi quantitativa di prim’ordine a partire dai dati dei partecipanti. Contestualmente si è svolta un’analisi qualitativa tramite 15 interviste semi-strutturate agli operatori e volontari maggiormente coinvolti nel progetto. Nel primo capitolo si è indagato il rapporto delle seconde generazioni con le istituzioni scolastiche, la famiglia e le attività nel tempo extrascolastico. Nel secondo si sono riassunte l’organizzazione delle risorse umane e la gestione delle risorse finanziarie nei progetti del privato sociale. Nel terzo capitolo si è proceduto a delineare il contesto territoriale e dell’associazione in cui il caso studio ha avuto origine; lì si sono anche mostrati i risultati dell’analisi quantitativa. Si osserva una crescita da un iniziale numero di 20 bambini e 10 volontari all’attuale numero di 220 bambini e 200 volontari. Nel quarto capitolo, si comprende come tale crescita sia stata possibile grazie alla continuità nel tempo del progetto, che ha visto accrescere la fiducia dei partecipanti e anche dei sostenitori. Le risorse attualmente provengono per circa la metà dalla vincita di bandi pubblici e per la restante parte da attività di crowdfunding e da investimenti privati. Le attività del sostegno compiti (con rapporto 1:1 o 1:2) non sarebbero poi possibili senza la presenza dei volontari. Inizialmente il progetto si reggeva solo grazie al volontariato, nel tempo sono avvenute alcune assunzioni che hanno reso maggiormente possibile la continuità educativa, vi è stato un aumento di figure professioniste che potessero coordinare il crescente numero di attività, non solo scolastiche ma anche laboratoriali e sportive. Nel quinto capitolo si è indagato il rapporto di rete sul territorio. Nel tempo sono stati significativi il dialogo instaurato con le scuole del quartiere, nonché quello con le famiglie per cercare di rispondere anche ad alcuni bisogni dei genitori. Per far fronte alle problematicità di alcuni minori si è avviato un dialogo i servizi sociali, l’ASL, l’NPI. Si sono anche attivate collaborazioni con altri enti del privato sociale per supplire talvolta alle lunghe attese del sistema pubblico. Questo tipo di interventi pro-inclusione, spesso non sufficientemente valorizzati, risultano fondamentali per rispondere ai sempre più crescenti bisogni socioeducativi.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/107055