Nella presente tesi di Laurea Magistrale in Scienze Internazionali mi propongo di elaborare alcune riflessioni rispetto agli atti di solidarietà locali e transnazionali che, a fronte dei mutamenti politici e sociali dell’ultima decade, sono nati in supporto alle persone migranti irregolarizzate alle frontiere dell’Unione Europea. Più specificamente, prendo in analisi la frontiera che separa Croazia e Bosnia, una delle frontiere “esterne” dell’UE. Diventata uno snodo fondamentale della cosiddetta “rotta balcanica”, essa costituisce allo stesso tempo un punto d’accesso per migliaia di persone che seguono gli itinerari della mobilità irregolarizzata e uno dei confini più militarizzati e violenti d’Europa. Il primo capitolo affronta brevemente l’evoluzione dei Border Studies un’introduzione ai concetti fondamentali. Discuto quindi le principali evoluzioni del regime di frontiera europeo e cerco di collocare i Balcani, nonché questa particolare frontiera, al suo interno. Nel farlo, ripercorro le evoluzioni che gli itinerari delle migrazioni irregolarizzate hanno avuto all’interno della regione nell’ultima decade. Gli ultimi due paragrafi, densi di descrizioni etnografiche, cercano di indagare il campo impiegando criticamente questi concetti e di proporre alcune riflessioni sulla realtà osservata, esponendo la natura relazionale e polisemica della frontiera. Il secondo capitolo introduce invece ulteriore letteratura utile a riflettere sul contesto sociale della frontiera, cercando di restituirne la densità di attori, idealità e pratiche che vi emergono, identificando la frontiera come luogo in cui si materializza la tensione tra tecnologie governamentali e tattiche migranti. Nel mezzo di questo confronto una serie di attori cerca il proprio posto: cittadini locali, NGO internazionali, associazioni di volontariato agiscono rendendo più o meno effettivo il tentativo di controllo o di fuga. Discutendo del confine umanitario come moderna forma di governo delle migrazioni, propongo di intenderlo come un confine che divide modalità autonome e repressive di “aiuto”, distinguendo pratiche solidali ed umanitarie. Essendo anche il ricercatore chiamato a posizionarsi in questo particolare milieu, il capitolo prosegue con alcune riflessioni rispetto alla conduzione di un’etnografia miltante, e alla metodologia impiegata. Le riflessioni sulla cura, nonché sul proprio posizionamento, richiamano alcuni stralci etnografici utili a presentare le difficoltà cui una simile ricerca può andare incontro. Il terzo capitolo, infine, poggia largamente sulla letteratura presentata per addentrarsi nella descrizione etnografica della frontiera. Lo fa attraverso le voci di diversi interlocutori, principalmente solidali locali, attivisti internazionali e persone migranti, nonché quella dello stesso autore. I temi affrontati sono diversi e connessi tra loro: il rapporto tra occupazioni autonome e spazio-campo, le sfide affrontate dai locali, la criminalizzazione della solidarietà, le asimmetrie nei rapporti tra solidali e persone migranti, il confronto di queste ultime con le tecnologie governamentali e l’intervento solidale al di qua e al di là della frontiera, le tensioni che attraversano questo genere di pratiche, con una particolare attenzione a quella di advocacy contro la violenza del regime di frontiera.
Confini, migrazioni e solidarietà alla frontiera Croato-Bosniaca
SOPRANI, LORENZO
2022/2023
Abstract
Nella presente tesi di Laurea Magistrale in Scienze Internazionali mi propongo di elaborare alcune riflessioni rispetto agli atti di solidarietà locali e transnazionali che, a fronte dei mutamenti politici e sociali dell’ultima decade, sono nati in supporto alle persone migranti irregolarizzate alle frontiere dell’Unione Europea. Più specificamente, prendo in analisi la frontiera che separa Croazia e Bosnia, una delle frontiere “esterne” dell’UE. Diventata uno snodo fondamentale della cosiddetta “rotta balcanica”, essa costituisce allo stesso tempo un punto d’accesso per migliaia di persone che seguono gli itinerari della mobilità irregolarizzata e uno dei confini più militarizzati e violenti d’Europa. Il primo capitolo affronta brevemente l’evoluzione dei Border Studies un’introduzione ai concetti fondamentali. Discuto quindi le principali evoluzioni del regime di frontiera europeo e cerco di collocare i Balcani, nonché questa particolare frontiera, al suo interno. Nel farlo, ripercorro le evoluzioni che gli itinerari delle migrazioni irregolarizzate hanno avuto all’interno della regione nell’ultima decade. Gli ultimi due paragrafi, densi di descrizioni etnografiche, cercano di indagare il campo impiegando criticamente questi concetti e di proporre alcune riflessioni sulla realtà osservata, esponendo la natura relazionale e polisemica della frontiera. Il secondo capitolo introduce invece ulteriore letteratura utile a riflettere sul contesto sociale della frontiera, cercando di restituirne la densità di attori, idealità e pratiche che vi emergono, identificando la frontiera come luogo in cui si materializza la tensione tra tecnologie governamentali e tattiche migranti. Nel mezzo di questo confronto una serie di attori cerca il proprio posto: cittadini locali, NGO internazionali, associazioni di volontariato agiscono rendendo più o meno effettivo il tentativo di controllo o di fuga. Discutendo del confine umanitario come moderna forma di governo delle migrazioni, propongo di intenderlo come un confine che divide modalità autonome e repressive di “aiuto”, distinguendo pratiche solidali ed umanitarie. Essendo anche il ricercatore chiamato a posizionarsi in questo particolare milieu, il capitolo prosegue con alcune riflessioni rispetto alla conduzione di un’etnografia miltante, e alla metodologia impiegata. Le riflessioni sulla cura, nonché sul proprio posizionamento, richiamano alcuni stralci etnografici utili a presentare le difficoltà cui una simile ricerca può andare incontro. Il terzo capitolo, infine, poggia largamente sulla letteratura presentata per addentrarsi nella descrizione etnografica della frontiera. Lo fa attraverso le voci di diversi interlocutori, principalmente solidali locali, attivisti internazionali e persone migranti, nonché quella dello stesso autore. I temi affrontati sono diversi e connessi tra loro: il rapporto tra occupazioni autonome e spazio-campo, le sfide affrontate dai locali, la criminalizzazione della solidarietà, le asimmetrie nei rapporti tra solidali e persone migranti, il confronto di queste ultime con le tecnologie governamentali e l’intervento solidale al di qua e al di là della frontiera, le tensioni che attraversano questo genere di pratiche, con una particolare attenzione a quella di advocacy contro la violenza del regime di frontiera.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/107045