This paper focuses on the figure of Pietro Antonio Gariazzo (1866-1943) and the collection of objects he collected in the Independent State of Congo at the end of the 19th century and now preserved at the Museum of Anthropology and Ethnography of the University of Turin (MAET). Starting with general considerations on collecting in Piedmont and the birth of the first museum collections in Europe, the paper then focuses on the phenomenon of the migration of Italian workers to the Independent State of Congo. The first chapter reconstructs Gariazzo's biography and his involvement in the construction of the Matadi-Leopoldville railway line. Next, the Gariazzo collection is explored in detail, listing its various corpora and analyzing some specimens. In addition to investigating the reason for their arrival in the Savoy museum, it’s hilighted how the musealization process influences the construction of particular narratives around the preserved objects. Finally, it reflects on the transformations of Congolese objects in the contemporary global context, such as the emergence of an African art market and the production of objects for tourists. Concluding papers focus on new perspectives for decolonizing ethnographic museums and the potential of digital for museums.
Questo lavoro si concentra sulla figura di Pietro Antonio Gariazzo (1866-1943) e sulla collezione di oggetti da lui raccolti nello Stato Indipendente del Congo alla fine del XIX secolo e ora conservati presso il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino (MAET). Partendo da considerazioni generali sul collezionismo in Piemonte e sulla nascita delle prime collezioni museali in Europa, l’elaborato si concentra, in seguito, sul fenomeno della migrazione dei lavoratori italiani nello Stato Indipendente del Congo. Nel primo capitolo viene ricostruita la biografia di Gariazzo e il suo coinvolgimento nella costruzione della linea ferroviaria Matadi-Leopoldville. In seguito, si esplora nel dettaglio la collezione Gariazzo, elencando i vari corpora che la compongono e analizzando alcuni esemplari. Un'attenzione particolre sarà dedicata alle armi bianche della collezione. Oltre ad indagare il motivo del loro arrivo nel museo sabaudo, si evidenzia come il processo di musealizzazione influenzi la costruzione di particolari narrazioni intorno agli oggetti conservati. Infine, si riflette sulle trasformazioni degli oggetti congolesi nel contesto globale contemporaneo, come la nascita di un mercato dell’arte e di una produzione di oggetti per il turismo. Le relazioni conclusive si concentrano sulle prospettive partecipative per decolonizzare i musei etnografici e sulle potenzialità del digitale per i musei.
Armi, ferrovie e potere. La collezione Gariazzo del Museo di Antropologia ed Etnografia dell'Univeristà di Torino
GOBBO, SARA
2022/2023
Abstract
Questo lavoro si concentra sulla figura di Pietro Antonio Gariazzo (1866-1943) e sulla collezione di oggetti da lui raccolti nello Stato Indipendente del Congo alla fine del XIX secolo e ora conservati presso il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino (MAET). Partendo da considerazioni generali sul collezionismo in Piemonte e sulla nascita delle prime collezioni museali in Europa, l’elaborato si concentra, in seguito, sul fenomeno della migrazione dei lavoratori italiani nello Stato Indipendente del Congo. Nel primo capitolo viene ricostruita la biografia di Gariazzo e il suo coinvolgimento nella costruzione della linea ferroviaria Matadi-Leopoldville. In seguito, si esplora nel dettaglio la collezione Gariazzo, elencando i vari corpora che la compongono e analizzando alcuni esemplari. Un'attenzione particolre sarà dedicata alle armi bianche della collezione. Oltre ad indagare il motivo del loro arrivo nel museo sabaudo, si evidenzia come il processo di musealizzazione influenzi la costruzione di particolari narrazioni intorno agli oggetti conservati. Infine, si riflette sulle trasformazioni degli oggetti congolesi nel contesto globale contemporaneo, come la nascita di un mercato dell’arte e di una produzione di oggetti per il turismo. Le relazioni conclusive si concentrano sulle prospettive partecipative per decolonizzare i musei etnografici e sulle potenzialità del digitale per i musei.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/106563