In questa tesi ho discusso del binomio tra l'intelligenza artificiale e la salute mentale, mostrando come questo possa essere un binomio possibile che sia ora che in futuro, attraverso i chatbot e gli assistenti virtuali, potrà offrire uno spazio sicuro, non giudicante in cui le persone possono affrontare i loro problemi e migliorare le proprie vite. Ho scelto questo tema perchè durante la maggior parte della mia vita ho avuti problemi legati all'ansia e alla depressione. Più nello specifico, ero piccola quando sono iniziati i primi veri problemi e mi sono chiesta, se la tecnologia del tempo avesse avuto lo stesso sviluppo di oggi come un chatbot avrebbe potuto migliorare la mia situazione dettato anche dal fatto che esso non richiedeva uno sforzo economico e che quindi poteva essere accessibile a tutti. In primo luogo ho parlato di cosa sia l'intelligenza artificiale, dando una definizione, come è formata e quali sono i principali problemi derivati dal suo uso. Successivamente ho mostrato i primi esempi concreti del binomio, più nello specifico, mostrando quali metodologie venivano utilizzate per identificare se un soggetto avesse riscontrato un problema legato alla salute mentale. Ho proseguito mostrando quali fossero i primi chatbot utilizzati in questo ambito e poi ho mostrato quali invece sono i chatbot utilizzati attualmente dalle società che operano nell'ambito dell'intelligenza artificiale e salute mentale. Mi sono concentrata sull'esempio di Woebot che è un chatbot legato ai disturbi dell'ansia spiegando come esso adoperi e quali siano le sue limitazioni. Infine mi sono concentrata sui pro e contro dell'intelligenza artificiale andando ad esaminare quando i modelli di apprendimento automatico vengono addestrati su dati distorti i risultati possono apprendere e perpetuare ad esempio pregiudizi, portando a risultati distorti come l'approvazione di comportamenti pregiudizievoli, il razzismo o la discriminazione delle minoranze. E' stato anche importante mettere in chiaro anche cosa fosse un chatbot, quanti e quali tipi di chatbot esistono, come vengono sfruttati all'interno delle aziende e quali siano le principali caratteristiche al fine di, rappresentare nel concreto che il binomio tra intelligenza artificiale e salute mentale può esistere. Ho inoltre parlato degli aspetti negativi da considerare come il fatto che nell'ambito del supporto psicologico o psichiatrico, l'empatia,l'autocontrollo e l'intelligenza emotiva svolgono un ruolo fondamentale, forse anche più della competenza specifica ma essi sono difficili da trasmettere a un chatbot. A dimostrazione di quanto detto precedentemente, ho progettato un chatbot retrieval in Python che prendendo un dataframe in lingua inglese già esistente, attraverso una funzione di similarità, quando l'utente pone una domanda cerca nella lista di domande del dataframe quella che è più simile alla richiesta dell'utente e riceve come output la risposta associata alla domanda all'interno del dataframe più simile alla domanda posta dall'utente. Permette poi, attraverso un'altra funzione, di scrivere un'altra domanda e di chiudere la finestra di dialogo quando l'utente digita "exit" per la parte estetica, invece, ho usato la libreria thinker che mi ha permesso di creare tre "oggetti": il primo dove viene mostrata l'intera conversazione tra il chatbot e l'utente il secondo che permette di scrivere all'utente le varie richieste e infine il terzo che è il bottone di invio che fa avvenire il tutto.
Intelligenza Artificiale e la salute mentale: Un binomio possibile
CREA, IRENE
2022/2023
Abstract
In questa tesi ho discusso del binomio tra l'intelligenza artificiale e la salute mentale, mostrando come questo possa essere un binomio possibile che sia ora che in futuro, attraverso i chatbot e gli assistenti virtuali, potrà offrire uno spazio sicuro, non giudicante in cui le persone possono affrontare i loro problemi e migliorare le proprie vite. Ho scelto questo tema perchè durante la maggior parte della mia vita ho avuti problemi legati all'ansia e alla depressione. Più nello specifico, ero piccola quando sono iniziati i primi veri problemi e mi sono chiesta, se la tecnologia del tempo avesse avuto lo stesso sviluppo di oggi come un chatbot avrebbe potuto migliorare la mia situazione dettato anche dal fatto che esso non richiedeva uno sforzo economico e che quindi poteva essere accessibile a tutti. In primo luogo ho parlato di cosa sia l'intelligenza artificiale, dando una definizione, come è formata e quali sono i principali problemi derivati dal suo uso. Successivamente ho mostrato i primi esempi concreti del binomio, più nello specifico, mostrando quali metodologie venivano utilizzate per identificare se un soggetto avesse riscontrato un problema legato alla salute mentale. Ho proseguito mostrando quali fossero i primi chatbot utilizzati in questo ambito e poi ho mostrato quali invece sono i chatbot utilizzati attualmente dalle società che operano nell'ambito dell'intelligenza artificiale e salute mentale. Mi sono concentrata sull'esempio di Woebot che è un chatbot legato ai disturbi dell'ansia spiegando come esso adoperi e quali siano le sue limitazioni. Infine mi sono concentrata sui pro e contro dell'intelligenza artificiale andando ad esaminare quando i modelli di apprendimento automatico vengono addestrati su dati distorti i risultati possono apprendere e perpetuare ad esempio pregiudizi, portando a risultati distorti come l'approvazione di comportamenti pregiudizievoli, il razzismo o la discriminazione delle minoranze. E' stato anche importante mettere in chiaro anche cosa fosse un chatbot, quanti e quali tipi di chatbot esistono, come vengono sfruttati all'interno delle aziende e quali siano le principali caratteristiche al fine di, rappresentare nel concreto che il binomio tra intelligenza artificiale e salute mentale può esistere. Ho inoltre parlato degli aspetti negativi da considerare come il fatto che nell'ambito del supporto psicologico o psichiatrico, l'empatia,l'autocontrollo e l'intelligenza emotiva svolgono un ruolo fondamentale, forse anche più della competenza specifica ma essi sono difficili da trasmettere a un chatbot. A dimostrazione di quanto detto precedentemente, ho progettato un chatbot retrieval in Python che prendendo un dataframe in lingua inglese già esistente, attraverso una funzione di similarità, quando l'utente pone una domanda cerca nella lista di domande del dataframe quella che è più simile alla richiesta dell'utente e riceve come output la risposta associata alla domanda all'interno del dataframe più simile alla domanda posta dall'utente. Permette poi, attraverso un'altra funzione, di scrivere un'altra domanda e di chiudere la finestra di dialogo quando l'utente digita "exit" per la parte estetica, invece, ho usato la libreria thinker che mi ha permesso di creare tre "oggetti": il primo dove viene mostrata l'intera conversazione tra il chatbot e l'utente il secondo che permette di scrivere all'utente le varie richieste e infine il terzo che è il bottone di invio che fa avvenire il tutto.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/106499