Trasmissione delle abilità cognitive e non cognitive dall’infanzia all’adolescenza ​

This paper aims to evaluate the transmission of cognitive and non-cognitive skills from childhood to adolescence to verify the presence of long-term effects, using longitudinal data obtained from the Millennium Cohort Study on the cohort of children born in one of the four nations of the United Kingdom in a period between September 2000 and January 2002. In particular, we used the information available for the subjects investigated around the age of 5 and 17 years, which respectively represent the start of primary school and the highest age for which there are data available for the study in question. For the first period, cognitive abilities are measured through the results of three cognitive tests, as well as on the level of school satisfaction. Non-cognitive skills are instead determined through the Strengths and Difficulties (SDQ). Finally, the use of time is evaluated, in terms of sports, use of television and frequency of visits to a library. For the second period, from a cognitive point of view we analysed the probability of attending university, from a non-cognitive point of view we evaluated the same Strengths and Difficulties assessed at the age of 5. We also considered smoking and drinking alcohol as risky habits. The association between the variables of interest is analyzed through linear and logistic regression models, depending on the type of outcome considered. There is a transmission of the strengths and difficulties acquired at 5 years old, in adolescence, and an impact of those and of cognitive abilities on the same SDQ at the age of 17, as well as on the probability of undertaking a university course and on the adoption of risky habits. Habits in childhood also appear to have significant effects on the cognitive and non-cognitive skills presented in adolescence. Subsequently, given the existence of a high correlation between cognitive and non-cognitive abilities measured at the age of 5, a factor analysis is carried out, with which we extracted four factors capable of summarizing the information provided by the starting variables, then we them used within the regressions. Of the four factors, those relating to the presence of difficulties, cognitive abilities and the use of passive time were particularly significant on outcomes at the age of 17. In order to be able to evaluate in the best possible way which effects are maintained over time, only the twins of the total sample are then taken into consideration, so as to also be able to control for all unobservable characteristics, through the implementation of a fixed effects model. In fact, in addition to most of the socio-demographic characteristics, twins share the family background; being able to keep all these aspects under control allows us to verify the existence of a causal link. Despite the limited sample size, we could demonstrate the transmission into adolescence of the same strengths and difficulties presented in childhood. From a public policy point of view, verifying the long-term persistence of the short-term effects of child support interventions justifies their implementation and financing.

Questo elaborato si pone come obiettivo quello di valutare la trasmissione delle abilità cognitive e non cognitive dall’infanzia all’adolescenza per verificare la presenza di effetti a lungo termine, utilizzando i dati longitudinali ricavati dal Millennium Cohort Study sulla coorte di bambini nati in una delle quattro nazioni del Regno Unito in un periodo compreso tra Settembre 2000 e Gennaio 2002. In particolare, vengono utilizzate le informazioni disponibili per i soggetti indagati intorno ai 5 anni e ai 17 anni, i quali rappresentano rispettivamente il periodo coincidente con l’ingresso alla scuola dell’obbligo e l’età più elevata per la quale vi siano dati a disposizione per lo studio in questione. Per i 5 anni, le abilità cognitive vengono misurate tramite i risultati di tre test cognitivi, nonché sul livello di gradimento scolastico. Le abilità non cognitive vengono invece determinate tramite le Strengths and Difficulties (SDQ). Si valuta infine l’impiego del tempo, in termini di sport, utilizzo della televisione e frequenza di visite ad una biblioteca. Per i 17 anni, dal punto di vista cognitivo si valuta la probabilità di frequentare l’università, dal punto di vista non cognitivo si analizzano le medesime Strenghts and Difficulties valutate a 5 anni. Si considerano inoltre eventuali abitudini rischiose, rappresentate dal ricorso al fumo e all’alcol. Viene analizzata l’associazione tra le variabili di interesse attraverso modelli di regressione lineare e logistica, a seconda della tipologia di outcome considerato. Si verifica una trasmissione delle forze e difficoltà acquisite a 5 anni, nell’adolescenza, e un impatto delle stesse e delle abilità cognitive sulle medesime SDQ a 17 anni, nonché sulla probabilità di intraprendere un percorso universitario e sull’assunzione di abitudini rischiose. Anche le abitudini nell’infanzia sembrano avere effetti significativi sulle competenze cognitive e non cognitive presentate nell’adolescenza. In seguito, data l’esistenza di un’elevata correlazione tra le abilità cognitive e non cognitive misurate a 5 anni, viene svolta un’analisi fattoriale, con la quale vengono estratti quattro fattori in grado di sintetizzare le informazioni fornite dalle variabili di partenza, poi utilizzati all’interno delle regressioni. Dei quattro fattori, sono risultati particolarmente significativi sugli outcomes a 17 anni, quelli relativi alla presenza di difficoltà, alle abilità cognitive e all’utilizzo del tempo passivo. Al fine di poter valutare nel modo migliore possibile quali effetti vengano mantenuti nel tempo, si prendono poi in considerazione i soli gemelli del campione totale, in modo da poter controllare anche per tutte le caratteristiche non osservabili, attraverso l’implementazione di un modello a effetti fissi. I gemelli, infatti, oltre alla maggior parte delle caratteristiche socio-demografiche, condividono il background familiare; poter tenere sotto controllo tutti questi aspetti consente di verificare l’esistenza di un nesso causale. Nonostante la limitata numerosità campionaria, si dimostra la trasmissione nell’adolescenza delle medesime forze e difficoltà presentate nell’infanzia. Dal punto di vista delle politiche pubbliche, dimostrare la persistenza, nel lungo periodo, degli effetti a breve termine degli interventi di supporto per l’infanzia, ne giustifica l’attuazione e il finanziamento.