Nella relazione finale “Epoca di potatura della vigna ed effetti sull’andamento della maturazione e qualità dell’uva” si è presa in esame la tecnica della potatura tardiva su vite. Questa tecnica ha suscitato sempre più l’interesse dei ricercatori in quanto, in determinate condizioni, può indurre effetti ricercati dai produttori viticoli che, a causa del cambiamento climatico e dei fenomeni meteorologici ad esso associati, si trovano a gestire situazioni particolari che mettono in difficoltà la viticoltura odierna. Essa, infatti, permette di perseguire due macro-obiettivi, entrambi conseguenti alla crisi climatica: sfuggire alle gelate primaverili che causano ingenti danni alla vite e posticipare la maturazione delle uve, con conseguente posticipo della data di vendemmia. Le principali differenze tra la potatura tradizionale e la potatura tardiva consistono nella differente epoca di potatura e sono conseguenza di un approccio più consapevole agli eventi fisiologici che accadano durante le varie fasi fenologiche della vite. Di solito nella potatura tradizionale, prendendo in considerazione il nostro continente, si interviene tra metà gennaio a metà marzo circa, a seconda della varietà, della posizione geografica, dell’esposizione del vigneto, ecc… ma restando comunque nell’arco temporale sopra indicato. La potatura tardiva, al contrario, viene eseguita dopo il germogliamento (circa a metà aprile), andando quindi a potare i tralci con le gemme che sono già germogliate. Diversi studi hanno provato ad individuare quale sia il migliore momento d’intervento per attuare la potatura tardiva, evidenziando come sussistano risultati differenti a seconda del periodo d’intervento. All’interno dell’elaborato ci si è focalizzati sull’identificazione del momento più propizio per intervenire con la potatura tardiva, sottolineando pareri favorevoli e criticità della pratica studiata e cercando di commentare puntualmente le differenze emerse tra i vari approcci utilizzati ed i dati ottenuti nelle diverse aree del mondo in cui questa tecnica è stata sperimentata. Nel complesso, si sono presentati dati riguardanti il ritardo delle fasi fenologiche, della maturazione e della vendemmia, cercando di contestualizzare i risultati, anche alla luce delle differenti motivazioni che hanno spinto i ricercatori a testare questa pratica. Nell’elaborato si sono anche presi in esame alcuni aspetti qualitativi dei vini prodotti dalle viti soggette a potatura tardiva, focalizzandosi sull’analisi organolettica. Ciò che sicuramente è emerso dall’analisi critica degli elaborati esaminati è che, allo stato attuale delle conoscenze, servono ulteriori sperimentazioni per promuovere su larga scala questa tecnica e che esistono importanti limitazioni legate alla necessità di potare in un periodo di tempo molto raccorciato, il che potrebbe non essere compatibile con l’organizzazione del lavoro su scala aziendale. Sarà dunque importante monitorare l’evoluzione delle conoscenze circa la potatura tardiva nei prossimi anni per avere un quadro più chiaro dei possibili benefici o delle eventuali problematiche che questa tecnica implica, sia a livello di pianta, sia a livello di organizzazione del lavoro dei produttori.

"Epoca di potatura della vigna ed effetti sull’andamento della maturazione e qualità dell’uva"

BRUMANA, FRANCESCO ULISSE
2022/2023

Abstract

Nella relazione finale “Epoca di potatura della vigna ed effetti sull’andamento della maturazione e qualità dell’uva” si è presa in esame la tecnica della potatura tardiva su vite. Questa tecnica ha suscitato sempre più l’interesse dei ricercatori in quanto, in determinate condizioni, può indurre effetti ricercati dai produttori viticoli che, a causa del cambiamento climatico e dei fenomeni meteorologici ad esso associati, si trovano a gestire situazioni particolari che mettono in difficoltà la viticoltura odierna. Essa, infatti, permette di perseguire due macro-obiettivi, entrambi conseguenti alla crisi climatica: sfuggire alle gelate primaverili che causano ingenti danni alla vite e posticipare la maturazione delle uve, con conseguente posticipo della data di vendemmia. Le principali differenze tra la potatura tradizionale e la potatura tardiva consistono nella differente epoca di potatura e sono conseguenza di un approccio più consapevole agli eventi fisiologici che accadano durante le varie fasi fenologiche della vite. Di solito nella potatura tradizionale, prendendo in considerazione il nostro continente, si interviene tra metà gennaio a metà marzo circa, a seconda della varietà, della posizione geografica, dell’esposizione del vigneto, ecc… ma restando comunque nell’arco temporale sopra indicato. La potatura tardiva, al contrario, viene eseguita dopo il germogliamento (circa a metà aprile), andando quindi a potare i tralci con le gemme che sono già germogliate. Diversi studi hanno provato ad individuare quale sia il migliore momento d’intervento per attuare la potatura tardiva, evidenziando come sussistano risultati differenti a seconda del periodo d’intervento. All’interno dell’elaborato ci si è focalizzati sull’identificazione del momento più propizio per intervenire con la potatura tardiva, sottolineando pareri favorevoli e criticità della pratica studiata e cercando di commentare puntualmente le differenze emerse tra i vari approcci utilizzati ed i dati ottenuti nelle diverse aree del mondo in cui questa tecnica è stata sperimentata. Nel complesso, si sono presentati dati riguardanti il ritardo delle fasi fenologiche, della maturazione e della vendemmia, cercando di contestualizzare i risultati, anche alla luce delle differenti motivazioni che hanno spinto i ricercatori a testare questa pratica. Nell’elaborato si sono anche presi in esame alcuni aspetti qualitativi dei vini prodotti dalle viti soggette a potatura tardiva, focalizzandosi sull’analisi organolettica. Ciò che sicuramente è emerso dall’analisi critica degli elaborati esaminati è che, allo stato attuale delle conoscenze, servono ulteriori sperimentazioni per promuovere su larga scala questa tecnica e che esistono importanti limitazioni legate alla necessità di potare in un periodo di tempo molto raccorciato, il che potrebbe non essere compatibile con l’organizzazione del lavoro su scala aziendale. Sarà dunque importante monitorare l’evoluzione delle conoscenze circa la potatura tardiva nei prossimi anni per avere un quadro più chiaro dei possibili benefici o delle eventuali problematiche che questa tecnica implica, sia a livello di pianta, sia a livello di organizzazione del lavoro dei produttori.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
894323_tesibrumanafrancesco.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 526.35 kB
Formato Adobe PDF
526.35 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/106356