Xylella fastidiosa è un patogeno batterico della famiglia dei Lysobacteraceae diffuso ampiamente nel continente americano. Dal 2008 è approdato in Italia, con la sottospecie pauca, diffondendosi nella penisola salentina e provocando una malattia denominata CoDiRO che colpisce gli ulivi e altre essenze mediterranee. La sintomatologia è rappresentata da disseccamenti fogliari e perdita della chioma fino alla completa morte della pianta e la conseguente assenza di produzione. La diffusione della malattia avviene per mezzo di insetti vettori dell’ordine Hemiptera a carattere xilemomizo, tra i quali prevale Philaenus spumarius. L’acquisizione delle cellule del patogeno e il loro inoculo avvengono durante l’alimentazione dell’insetto, che mediante lo stiletto del suo apparato boccale raggiunge lo xilema. La lotta al patogeno è di difficile attuazione e dove è possibile si procede all’eliminazione delle piante malate. I metodi di contenimento momentaneamente più attuabili sono la sorveglianza e il monitoraggio mediante metodi di diagnosi veloci, sensibili e specifici che permettano di identificare in modo rapido le piante colpite per attuare le opportune soluzioni. Il monitoraggio del patogeno comprende il campionamento di insetti vettori e di parti di piante che rimangono asintomatiche per una lunga fase della malattia. Il processo di analisi dei campioni varia a seconda del saggio utilizzato e anche dalla condizione dei campioni. Il patogeno non è facilmente coltivabile in vitro, per cui l’isolamento da tessuti vegetali non viene utilizzato comunemente, se non in associazione a metodi più attendibili e rapidi come le analisi molecolari. I saggi sierologici, Enzyme-Linked Immunosorbent Assay, Direct Tissue ImmunoBlot Assey e ImmunoFluorescenza, di facile esecuzione, non sono adatti per l’identificazione su piante asintomatiche o per la determinazione in insetti vettori a causa delle basse concentrazioni di cellule batteriche mentre sono ampiamente usati su piante sintomatiche. I saggi molecolari, come la PCR (Polymerase Chain Reaction), la PCR in tempo-reale, e la LAMP (Loop Mediated Isothermal Amplification), metodi basati sull’analisi del DNA del patogeno estratto da pianta o da insetto vettore, permettono l’identificazione anche di basse concentrazioni del patogeno e la determinazione delle sottospecie. La presenza di attrezzature costose e personale altamente specializzato ne limita l’utilizzo. L’impiego di kit diagnostici utilizzabili in situ, come il Lab On a Chip, basato sulla spettroscopia di impedenza elettrochimica, velocizzano la diagnosi evitando il trasporto di materiali potenzialmente infetti e riducendo i costi nella determinazione del patogeno. La zona in cui il patogeno si è diffuso ha subito gravissime ricadute sia a livello economico che a livello ambientale e sociale. Le soluzioni momentaneamente attuate sono il reimpianto di cultivar tolleranti e l’eliminazione delle piante malate nella zona di diffusione del patogeno.
Diagnosi di Xylella fastidiosa subsp. pauca e metodi di rilevamento on-site
MAURO, STEFANO
2022/2023
Abstract
Xylella fastidiosa è un patogeno batterico della famiglia dei Lysobacteraceae diffuso ampiamente nel continente americano. Dal 2008 è approdato in Italia, con la sottospecie pauca, diffondendosi nella penisola salentina e provocando una malattia denominata CoDiRO che colpisce gli ulivi e altre essenze mediterranee. La sintomatologia è rappresentata da disseccamenti fogliari e perdita della chioma fino alla completa morte della pianta e la conseguente assenza di produzione. La diffusione della malattia avviene per mezzo di insetti vettori dell’ordine Hemiptera a carattere xilemomizo, tra i quali prevale Philaenus spumarius. L’acquisizione delle cellule del patogeno e il loro inoculo avvengono durante l’alimentazione dell’insetto, che mediante lo stiletto del suo apparato boccale raggiunge lo xilema. La lotta al patogeno è di difficile attuazione e dove è possibile si procede all’eliminazione delle piante malate. I metodi di contenimento momentaneamente più attuabili sono la sorveglianza e il monitoraggio mediante metodi di diagnosi veloci, sensibili e specifici che permettano di identificare in modo rapido le piante colpite per attuare le opportune soluzioni. Il monitoraggio del patogeno comprende il campionamento di insetti vettori e di parti di piante che rimangono asintomatiche per una lunga fase della malattia. Il processo di analisi dei campioni varia a seconda del saggio utilizzato e anche dalla condizione dei campioni. Il patogeno non è facilmente coltivabile in vitro, per cui l’isolamento da tessuti vegetali non viene utilizzato comunemente, se non in associazione a metodi più attendibili e rapidi come le analisi molecolari. I saggi sierologici, Enzyme-Linked Immunosorbent Assay, Direct Tissue ImmunoBlot Assey e ImmunoFluorescenza, di facile esecuzione, non sono adatti per l’identificazione su piante asintomatiche o per la determinazione in insetti vettori a causa delle basse concentrazioni di cellule batteriche mentre sono ampiamente usati su piante sintomatiche. I saggi molecolari, come la PCR (Polymerase Chain Reaction), la PCR in tempo-reale, e la LAMP (Loop Mediated Isothermal Amplification), metodi basati sull’analisi del DNA del patogeno estratto da pianta o da insetto vettore, permettono l’identificazione anche di basse concentrazioni del patogeno e la determinazione delle sottospecie. La presenza di attrezzature costose e personale altamente specializzato ne limita l’utilizzo. L’impiego di kit diagnostici utilizzabili in situ, come il Lab On a Chip, basato sulla spettroscopia di impedenza elettrochimica, velocizzano la diagnosi evitando il trasporto di materiali potenzialmente infetti e riducendo i costi nella determinazione del patogeno. La zona in cui il patogeno si è diffuso ha subito gravissime ricadute sia a livello economico che a livello ambientale e sociale. Le soluzioni momentaneamente attuate sono il reimpianto di cultivar tolleranti e l’eliminazione delle piante malate nella zona di diffusione del patogeno.File | Dimensione | Formato | |
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