La specie di bambù Phyllostachys edulis (Carrière) J.Houz, comunemente conosciuta come Moso, ha attirato sempre più l'attenzione, negli ultimi anni, per le sue caratteristiche ecologiche e le applicazioni pratiche. Come tutte le specie di bambù note, anche questa non appartiene al continente europeo, ma a quello asiatico, dove occupa un ruolo fondamentale nella cultura locale grazie ai suoi molteplici utilizzi. Convivendo con questa specie, nel corso dei secoli, le popolazioni autoctone hanno imparato a sfruttarlo appieno ricavando dalla sua materia prima migliaia di prodotti: dal consumo alimentare dei germogli alla fibra tessile per la realizzazione di abiti ed indumenti fino alla produzione di bio-mattoni per l’edilizia. In Occidente, invece, è una pianta a tratti sconosciuta. Da pochi anni anche in Italia si sono accesi i riflettori sul bambù divenendo una realtà sulla quale poter investire perché le possibilità con questa pianta sono infinite. Sulla scia di questa prospettiva è iniziata l’avventura della Società “An. B” nel 2017 in provincia di Rovigo, in Pianura Padana, che oggi consta di 3 ettari e mezzo coltivati a Moso. La piantagione si assesta sugli 8 metri di altezza e ha colonizzato il 90% della superficie agricola e produce germogli edibili in Primavera e canne lignificate in Inverno. Inoltre, effettua un lavoro sull’ambiente circostante di estrema importanza sequestrando l’anidride carbonica dall’aria e stoccandola all’interno dei suoi culmi, in una zona che oggi sta vivendo un grande problema di inquinamento dell’aria risultando, la Grande Pianura, come uno dei posti peggiori in cui vivere. Il progredire dei cambiamenti climatici negli ultimi anni non sta favorendo l’agricoltura locale, potrebbe quindi essere un’occasione per investire in nuove colture che non necessariamente devono soppiantare le coltivazioni oggi presenti ma, con una buona pianificazione, possono convivere in ecosistemi nuovi offrendo diverse opportunità. Aziende virtuose, come l’“An. B”, sono piccole realtà sparse sul territorio italiano che da anni preservano questi ecosistemi integrandoli con la flora e la fauna locale. Da sole oggi contribuiscono poco alla lotta all’inquinamento, ma se riescono ad essere d’esempio, spronando nuovi agricoltori a scommettere su questa pianta, possono diventare uno strumento importante per la lotta alla crisi climatica che affligge questo secolo. Piantare un albero è un gesto d’amore verso il Pianeta e verso noi stessi, pertanto, l’obiettivo di questo progetto è descrivere le caratteristiche della pianta e della sua coltivazione al fine di comprendere meglio le opportunità che questa specie offre in un mercato nuovo come quello italiano, permettendo ai nuovi investitori che si approcciano a questa opportunità di effettuare fin da subito le scelte migliori per il benessere della coltura e dell’azienda.

Phyllostachys edulis – una risorsa naturale, rinnovabile e sostenibile

BARCA, DAVIDE
2022/2023

Abstract

La specie di bambù Phyllostachys edulis (Carrière) J.Houz, comunemente conosciuta come Moso, ha attirato sempre più l'attenzione, negli ultimi anni, per le sue caratteristiche ecologiche e le applicazioni pratiche. Come tutte le specie di bambù note, anche questa non appartiene al continente europeo, ma a quello asiatico, dove occupa un ruolo fondamentale nella cultura locale grazie ai suoi molteplici utilizzi. Convivendo con questa specie, nel corso dei secoli, le popolazioni autoctone hanno imparato a sfruttarlo appieno ricavando dalla sua materia prima migliaia di prodotti: dal consumo alimentare dei germogli alla fibra tessile per la realizzazione di abiti ed indumenti fino alla produzione di bio-mattoni per l’edilizia. In Occidente, invece, è una pianta a tratti sconosciuta. Da pochi anni anche in Italia si sono accesi i riflettori sul bambù divenendo una realtà sulla quale poter investire perché le possibilità con questa pianta sono infinite. Sulla scia di questa prospettiva è iniziata l’avventura della Società “An. B” nel 2017 in provincia di Rovigo, in Pianura Padana, che oggi consta di 3 ettari e mezzo coltivati a Moso. La piantagione si assesta sugli 8 metri di altezza e ha colonizzato il 90% della superficie agricola e produce germogli edibili in Primavera e canne lignificate in Inverno. Inoltre, effettua un lavoro sull’ambiente circostante di estrema importanza sequestrando l’anidride carbonica dall’aria e stoccandola all’interno dei suoi culmi, in una zona che oggi sta vivendo un grande problema di inquinamento dell’aria risultando, la Grande Pianura, come uno dei posti peggiori in cui vivere. Il progredire dei cambiamenti climatici negli ultimi anni non sta favorendo l’agricoltura locale, potrebbe quindi essere un’occasione per investire in nuove colture che non necessariamente devono soppiantare le coltivazioni oggi presenti ma, con una buona pianificazione, possono convivere in ecosistemi nuovi offrendo diverse opportunità. Aziende virtuose, come l’“An. B”, sono piccole realtà sparse sul territorio italiano che da anni preservano questi ecosistemi integrandoli con la flora e la fauna locale. Da sole oggi contribuiscono poco alla lotta all’inquinamento, ma se riescono ad essere d’esempio, spronando nuovi agricoltori a scommettere su questa pianta, possono diventare uno strumento importante per la lotta alla crisi climatica che affligge questo secolo. Piantare un albero è un gesto d’amore verso il Pianeta e verso noi stessi, pertanto, l’obiettivo di questo progetto è descrivere le caratteristiche della pianta e della sua coltivazione al fine di comprendere meglio le opportunità che questa specie offre in un mercato nuovo come quello italiano, permettendo ai nuovi investitori che si approcciano a questa opportunità di effettuare fin da subito le scelte migliori per il benessere della coltura e dell’azienda.
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