Over the years, the European labor market has been undermined by major changes, leading to a reconsideration of the position of individuals in the new employment structure. The introduction of flexibility as the cornerstone of the current labor market, as well as its partial and selective deregulation, have harmed young people, imposing a segmentation effect by age cohorts and not by educational level, as was the case in Europe. The effects of this process are the prolongation of the time needed to transition to the labor market and the increasing difficulty in emancipating from the family, which remains the pivotal institution for making beneficial transitions to the labor market. Thus, it can be inferred how insecurity in recent years has particularly affected the employment paths of young people and women. Despite a relevant evolution of the instruments of European integration, a real project of mutualizing public debt among the individual states of Europe continues to be far away, confirming that that of the European Union is primarily a civilian power, a "gentle force." Highlighting as immediate the need for tighter and more pervasive common policies is the recent crisis that has affected, albeit implicitly, Europe. It is very significant in this sense that the conflict originated on the borders of the Union and had as its unexpressed and silent premise precisely the desire of other external countries to share the order of values and the cultural, political and principled core common to European and generally Western ones.The instability now at Europe's doorstep, in addition to postponing the issue of a common security and defense policy, has in turn provoked institutions and member states to inquire about their willingness to recognize themselves in that shared core of values and to provide a common and cohesive response, shifting the clash to an ideological plane as a battle for the victory of the European model of democracy over authoritarianism. The path briefly reconstructed allows us to draw some conclusions, trying to identify the most remarkable prospects for the future. The result is probably also a consequent ideological evolution of present-day Europe, which is today increasingly transforming itself from a political-monetary Union into a Union of common values, thus laying the foundations for an increasingly genuine union among peoples: in order to assume a primary and non-subservient role among other major world interlocutors, in fact, Europe must be able to present itself as a Union of states that know how to live together, recognizing each other for each other. At present, discontinuity in the labor market entails policies directed to different needs according to the needs of the population. We infer from this the need for stability so that contracts and policies can be introduced to protect the worker. ​

Con il susseguirsi degli anni, il mercato del lavoro europeo è stato compromesso da importanti cambiamenti, conducendo a riconsiderare la posizione degli individui nel nuovo assetto occupazionale. L’introduzione della flessibilità, quale cardine dell’attuale mercato del lavoro, oltre alla sua deregolamentazione parziale e selettiva, hanno danneggiato i giovani, imponendo un effetto di segmentazione per coorti di età e non per livello di istruzione, come invece avvenuto in Europa. Gli effetti di questo processo sono il prolungamento del tempo necessario per transitare al mercato del lavoro e la crescente difficoltà ad emanciparsi dalla famiglia, che rimane l’istituzione cardine per compiere transizioni vantaggiose verso il mercato del lavoro. Si può quindi dedurre come l’insicurezza in questi ultimi anni abbia particolarmente inciso sui percorsi di lavoro dei giovani e delle donne. Nonostante una rilevante evoluzione degli strumenti di integrazione europea, continua ad essere lontano un reale progetto di mutualizzazione del debito pubblico fra i singoli Stati dell’Europa, confermando che quello dell’Unione europea è primariamente un civilian power, una “forza gentile”. A far emergere come immediata la necessità di politiche comuni più strette e pervasive, è la recente crisi che ha colpito, seppur implicitamente, l’Europa. È molto significativo in tal senso che il conflitto sia nato ai confini dell’Unione e abbia avuto quale inespresso e silenzioso presupposto proprio il desiderio di altri Paesi esterni di condividere l’ordine di valori e il nucleo culturale, politico e di principio comune a quelli europei e in generale occidentali. L’instabilità ormai alle porte dell’Europa, oltre a rimandare il tema di una politica di sicurezza e difesa comune, ha a sua volta provocato le istituzioni e gli Stati membri ad informarsi sulla propria volontà di riconoscersi in quel nucleo valoriale condiviso e di fornire una risposta comune e coesa, spostando lo scontro su un piano ideologico come battaglia per la vittoria del modello di democrazia europea sull’autoritarismo. Il cammino brevemente ricostruito consente di trarre qualche conclusione, cercando di individuare le prospettive più notevoli per il futuro. Ne deriva, probabilmente, anche una conseguente evoluzione ideologica dell’Europa attuale, la quale da Unione politico-monetaria va oggi in misura crescente trasformandosi in un’Unione di valori comuni, ponendo così le basi di una sempre più autentica unione tra i popoli: per assumere un ruolo primario e non subalterno tra gli altri grandi interlocutori mondiali, infatti, l’Europa deve saper presentare sé stessa come un’Unione di Stati che sanno convivere, riconoscendosi l’uno per l’altro. Attualmente, la discontinuità nel mercato del lavoro comporta delle politiche indirizzate ai bisogni differenti in base alle esigenze della popolazione. Si deduce da ciò il bisogno di una stabilità affinché possano essere introdotti contratti e politiche a tutela del lavoratore.

Politiche pubbliche e Governance sul territorio: come il salario minimo contrasta la povertà

SECONDINI, MARTINA
2022/2023

Abstract

Con il susseguirsi degli anni, il mercato del lavoro europeo è stato compromesso da importanti cambiamenti, conducendo a riconsiderare la posizione degli individui nel nuovo assetto occupazionale. L’introduzione della flessibilità, quale cardine dell’attuale mercato del lavoro, oltre alla sua deregolamentazione parziale e selettiva, hanno danneggiato i giovani, imponendo un effetto di segmentazione per coorti di età e non per livello di istruzione, come invece avvenuto in Europa. Gli effetti di questo processo sono il prolungamento del tempo necessario per transitare al mercato del lavoro e la crescente difficoltà ad emanciparsi dalla famiglia, che rimane l’istituzione cardine per compiere transizioni vantaggiose verso il mercato del lavoro. Si può quindi dedurre come l’insicurezza in questi ultimi anni abbia particolarmente inciso sui percorsi di lavoro dei giovani e delle donne. Nonostante una rilevante evoluzione degli strumenti di integrazione europea, continua ad essere lontano un reale progetto di mutualizzazione del debito pubblico fra i singoli Stati dell’Europa, confermando che quello dell’Unione europea è primariamente un civilian power, una “forza gentile”. A far emergere come immediata la necessità di politiche comuni più strette e pervasive, è la recente crisi che ha colpito, seppur implicitamente, l’Europa. È molto significativo in tal senso che il conflitto sia nato ai confini dell’Unione e abbia avuto quale inespresso e silenzioso presupposto proprio il desiderio di altri Paesi esterni di condividere l’ordine di valori e il nucleo culturale, politico e di principio comune a quelli europei e in generale occidentali. L’instabilità ormai alle porte dell’Europa, oltre a rimandare il tema di una politica di sicurezza e difesa comune, ha a sua volta provocato le istituzioni e gli Stati membri ad informarsi sulla propria volontà di riconoscersi in quel nucleo valoriale condiviso e di fornire una risposta comune e coesa, spostando lo scontro su un piano ideologico come battaglia per la vittoria del modello di democrazia europea sull’autoritarismo. Il cammino brevemente ricostruito consente di trarre qualche conclusione, cercando di individuare le prospettive più notevoli per il futuro. Ne deriva, probabilmente, anche una conseguente evoluzione ideologica dell’Europa attuale, la quale da Unione politico-monetaria va oggi in misura crescente trasformandosi in un’Unione di valori comuni, ponendo così le basi di una sempre più autentica unione tra i popoli: per assumere un ruolo primario e non subalterno tra gli altri grandi interlocutori mondiali, infatti, l’Europa deve saper presentare sé stessa come un’Unione di Stati che sanno convivere, riconoscendosi l’uno per l’altro. Attualmente, la discontinuità nel mercato del lavoro comporta delle politiche indirizzate ai bisogni differenti in base alle esigenze della popolazione. Si deduce da ciò il bisogno di una stabilità affinché possano essere introdotti contratti e politiche a tutela del lavoratore.
ITA
Over the years, the European labor market has been undermined by major changes, leading to a reconsideration of the position of individuals in the new employment structure. The introduction of flexibility as the cornerstone of the current labor market, as well as its partial and selective deregulation, have harmed young people, imposing a segmentation effect by age cohorts and not by educational level, as was the case in Europe. The effects of this process are the prolongation of the time needed to transition to the labor market and the increasing difficulty in emancipating from the family, which remains the pivotal institution for making beneficial transitions to the labor market. Thus, it can be inferred how insecurity in recent years has particularly affected the employment paths of young people and women. Despite a relevant evolution of the instruments of European integration, a real project of mutualizing public debt among the individual states of Europe continues to be far away, confirming that that of the European Union is primarily a civilian power, a "gentle force." Highlighting as immediate the need for tighter and more pervasive common policies is the recent crisis that has affected, albeit implicitly, Europe. It is very significant in this sense that the conflict originated on the borders of the Union and had as its unexpressed and silent premise precisely the desire of other external countries to share the order of values and the cultural, political and principled core common to European and generally Western ones.The instability now at Europe's doorstep, in addition to postponing the issue of a common security and defense policy, has in turn provoked institutions and member states to inquire about their willingness to recognize themselves in that shared core of values and to provide a common and cohesive response, shifting the clash to an ideological plane as a battle for the victory of the European model of democracy over authoritarianism. The path briefly reconstructed allows us to draw some conclusions, trying to identify the most remarkable prospects for the future. The result is probably also a consequent ideological evolution of present-day Europe, which is today increasingly transforming itself from a political-monetary Union into a Union of common values, thus laying the foundations for an increasingly genuine union among peoples: in order to assume a primary and non-subservient role among other major world interlocutors, in fact, Europe must be able to present itself as a Union of states that know how to live together, recognizing each other for each other. At present, discontinuity in the labor market entails policies directed to different needs according to the needs of the population. We infer from this the need for stability so that contracts and policies can be introduced to protect the worker. ​
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/106286