INTRODUZIONE La schizofrenia è un disturbo psichiatrico con manifestazioni molto eterogenee, che comporta nella maggioranza dei casi un’importante riduzione del funzionamento nella vita reale dei pazienti e conseguentemente difficoltà e disabilità in ambito sociale e lavorativo e nelle attività del quotidiano. La durata di malattia sembra avere un'importante influenza sulla perdita di funzionamento, ma in letteratura questa relazione è stata solo parzialmente studiata. Lo scopo di questo lavoro, pertanto, è di valutare l’influenza totale, diretta o indiretta (mediata da altre variabili), della durata di malattia (DOI) sul funzionamento nella vita reale (lavorativo, nelle relazioni interpersonali e nelle attività quotidiane). METODI Lo studio ha incluso pazienti ambulatoriali tra i 18 e i 65 anni, in fase stabile di malattia (nessun ricovero e/o cambio di terapia negli ultimi tre mesi). I sintomi positivi, negativi e depressivi sono stati valutati con le scale PANSS (Positive and Negative Syndrome Scale), BNSS (Brief Negative Symptoms Scale), CDSS (Calgary Depression Symptoms Scale). Il funzionamento cognitivo è stato valutato tramite la MCBB. Cognizione sociale e metacognizione sono state valutate rispettivamente tramite l’MSCEIT e la MAS (Metacognition Assessment Scale). Il funzionamento nella vita reale è stato valutato tramite la scala Specific Level of Functioning (SLOF) La maggior parte delle variabili non erano distribuite normalmente (test di Shipiro-Wilk), pertanto sono state descritte con mediana e range interquartile (Q1-Q3) e sono state effettuate analisi non parametriche. In particolare, dapprima sono state calcolate le correlazioni parziali di Spearman, corrette per età, genere e istruzione, tra la durata di malattia e le variabili psicopatologiche, cognitive e relative al funzionamento nella vita reale. In seguito, sono stati costruiti tre modelli lineari generalizzati di mediazione, uno per ogni dominio del funzionamento nella vita reale valutato: relazioni interpersonali, attività del quotidiano e abilità lavorative. Questi tre domini erano le variabili dipendenti dei tre modelli, la durata di malattia era la variabile indipendente in ciascun modello mentre le variabili che correlavano significativamente sia con la DOI sia con un dominio della SLOF sono state inserite come possibili mediatori dell’effetto della DOI sul funzionamento RISULTATI Sono stati inclusi 185 pazienti, con età mediana pari a 36 anni e DOI mediana pari a 8 anni. I modelli di mediazione tra DOI e funzionamento quotidiano, e tra DOI e funzionamento lavorativo sono risultati significativi. I sintomi disorganizzati hanno mostrato un effetto di mediazione significativo sulla riduzione del funzionamento lavorativo e delle attività del quotidiano. In entrambi i modelli la mediazione era completa, ovvero l’effetto diretto tra DOI e funzionamento risultava non significativo, tenendo conto dell’effetto indiretto di mediazione. CONCLUSIONI La durata di malattia è significativamente al deterioramento del funzionamento lavorativo e nelle attività del quotidiano. Questo effetto è completamente mediato dalla disorganizzazione e dalla mastery metacognitiva. Gli interventi precoci focalizzati su questi aspetti del disturbo potrebbero migliorare la recovery funzionale dei pazienti con schizofrenia.

Durata di malattia e funzionamento nella vita reale in pazienti con schizofrenia: un'analisi di mediazione su psicopatologia, cognizione e metacognizione

CERRATO, GIULIO
2022/2023

Abstract

INTRODUZIONE La schizofrenia è un disturbo psichiatrico con manifestazioni molto eterogenee, che comporta nella maggioranza dei casi un’importante riduzione del funzionamento nella vita reale dei pazienti e conseguentemente difficoltà e disabilità in ambito sociale e lavorativo e nelle attività del quotidiano. La durata di malattia sembra avere un'importante influenza sulla perdita di funzionamento, ma in letteratura questa relazione è stata solo parzialmente studiata. Lo scopo di questo lavoro, pertanto, è di valutare l’influenza totale, diretta o indiretta (mediata da altre variabili), della durata di malattia (DOI) sul funzionamento nella vita reale (lavorativo, nelle relazioni interpersonali e nelle attività quotidiane). METODI Lo studio ha incluso pazienti ambulatoriali tra i 18 e i 65 anni, in fase stabile di malattia (nessun ricovero e/o cambio di terapia negli ultimi tre mesi). I sintomi positivi, negativi e depressivi sono stati valutati con le scale PANSS (Positive and Negative Syndrome Scale), BNSS (Brief Negative Symptoms Scale), CDSS (Calgary Depression Symptoms Scale). Il funzionamento cognitivo è stato valutato tramite la MCBB. Cognizione sociale e metacognizione sono state valutate rispettivamente tramite l’MSCEIT e la MAS (Metacognition Assessment Scale). Il funzionamento nella vita reale è stato valutato tramite la scala Specific Level of Functioning (SLOF) La maggior parte delle variabili non erano distribuite normalmente (test di Shipiro-Wilk), pertanto sono state descritte con mediana e range interquartile (Q1-Q3) e sono state effettuate analisi non parametriche. In particolare, dapprima sono state calcolate le correlazioni parziali di Spearman, corrette per età, genere e istruzione, tra la durata di malattia e le variabili psicopatologiche, cognitive e relative al funzionamento nella vita reale. In seguito, sono stati costruiti tre modelli lineari generalizzati di mediazione, uno per ogni dominio del funzionamento nella vita reale valutato: relazioni interpersonali, attività del quotidiano e abilità lavorative. Questi tre domini erano le variabili dipendenti dei tre modelli, la durata di malattia era la variabile indipendente in ciascun modello mentre le variabili che correlavano significativamente sia con la DOI sia con un dominio della SLOF sono state inserite come possibili mediatori dell’effetto della DOI sul funzionamento RISULTATI Sono stati inclusi 185 pazienti, con età mediana pari a 36 anni e DOI mediana pari a 8 anni. I modelli di mediazione tra DOI e funzionamento quotidiano, e tra DOI e funzionamento lavorativo sono risultati significativi. I sintomi disorganizzati hanno mostrato un effetto di mediazione significativo sulla riduzione del funzionamento lavorativo e delle attività del quotidiano. In entrambi i modelli la mediazione era completa, ovvero l’effetto diretto tra DOI e funzionamento risultava non significativo, tenendo conto dell’effetto indiretto di mediazione. CONCLUSIONI La durata di malattia è significativamente al deterioramento del funzionamento lavorativo e nelle attività del quotidiano. Questo effetto è completamente mediato dalla disorganizzazione e dalla mastery metacognitiva. Gli interventi precoci focalizzati su questi aspetti del disturbo potrebbero migliorare la recovery funzionale dei pazienti con schizofrenia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/106281