Il crescente invecchiamento della popolazione ha portato i Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ad attuare alcune manovre, come l’erogazione di agevolazioni fiscali e l’innalzamento dell’età pensionabile prevista dalla legge al fine di posticipare il pensionamento dei lavoratori. In Italia è stata introdotta la riforma Fornero, una riforma pensionistica varata nel 2012 per far fronte ai problemi legati alla crisi economica in corso in quegli anni. Nella presente tesi verranno illustrati gli effetti di questa riforma sui lavoratori, prendendo come fonte di analisi alcuni dei principali studi che hanno analizzato questa riforma. Poiché non è stato possibile definire con esattezza se la Riforma abbia avuto un impatto maggiormente positivo o negativo, gli studi hanno a tratti risultati simili tra loro e a tratti in conflitto tra loro. Perciò si cercherà di mettere in risalto i punti in comune e si cercherà di fornire alcune delle motivazioni per cui i risultati sono differenti tra loro. Nel primo capitolo ci si focalizzerà sugli aspetti istituzionali: il momento in cui è stata introdotta la riforma Fornero, le caratteristiche e i cambiamenti principali tra il sistema pensionistico precedente e successivo a questo intervento legislativo, in particolare il graduale passaggio da un sistema retributivo ad un sistema interamente contributivo. Nel secondo capitolo verranno definiti i dati utilizzati dagli studi presi in considerazione. Le differenze nelle fonti di dati sono uno dei possibili motivi per cui i risultati tra alcuni dei vari studi sono in conflitto tra loro. Inoltre, al fine di fornire risultati più accurati, i lavoratori vengono classificati in 3 gruppi, in base all’età di essi: I lavoratori giovani (dai 18 ai 30 anni), i lavoratori di mezza età (dai 30 ai 55 anni) e i lavoratori più anziani (oltre i 55 anni). Vengono inoltre analizzati gli effetti principali della Riforma, come la variazione di: quantità di lavoratori più giovani e di mezza età a causa della maggior permanenza di lavoratori anziani in azienda, imposta dalla Riforma; salari tra le classi di età, le possibilità di promozione in azienda, il costo del lavoro, il capitale totale, la produttività marginale dei lavoratori e il valore aggiunto e la produttività media del lavoro. Gli studi presi in analisi sono: “In medio stat Victus: Labor demand effects of an Increase in the Retirement Age (Boeri, Garibaldi and Moen 2021 - 2022); Workforce Aging, Pension Reforms, and Firm Outcomes (Carta, D’Amuri, Von Watcher, 2021); Career Spillovers in Internal Labour Markets (Bianchi, Bovini, Paradisi e Powell, 2020).

Riforma Fornero: gli effetti sui lavoratori

CACUCCI, FRANCESCO
2022/2023

Abstract

Il crescente invecchiamento della popolazione ha portato i Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ad attuare alcune manovre, come l’erogazione di agevolazioni fiscali e l’innalzamento dell’età pensionabile prevista dalla legge al fine di posticipare il pensionamento dei lavoratori. In Italia è stata introdotta la riforma Fornero, una riforma pensionistica varata nel 2012 per far fronte ai problemi legati alla crisi economica in corso in quegli anni. Nella presente tesi verranno illustrati gli effetti di questa riforma sui lavoratori, prendendo come fonte di analisi alcuni dei principali studi che hanno analizzato questa riforma. Poiché non è stato possibile definire con esattezza se la Riforma abbia avuto un impatto maggiormente positivo o negativo, gli studi hanno a tratti risultati simili tra loro e a tratti in conflitto tra loro. Perciò si cercherà di mettere in risalto i punti in comune e si cercherà di fornire alcune delle motivazioni per cui i risultati sono differenti tra loro. Nel primo capitolo ci si focalizzerà sugli aspetti istituzionali: il momento in cui è stata introdotta la riforma Fornero, le caratteristiche e i cambiamenti principali tra il sistema pensionistico precedente e successivo a questo intervento legislativo, in particolare il graduale passaggio da un sistema retributivo ad un sistema interamente contributivo. Nel secondo capitolo verranno definiti i dati utilizzati dagli studi presi in considerazione. Le differenze nelle fonti di dati sono uno dei possibili motivi per cui i risultati tra alcuni dei vari studi sono in conflitto tra loro. Inoltre, al fine di fornire risultati più accurati, i lavoratori vengono classificati in 3 gruppi, in base all’età di essi: I lavoratori giovani (dai 18 ai 30 anni), i lavoratori di mezza età (dai 30 ai 55 anni) e i lavoratori più anziani (oltre i 55 anni). Vengono inoltre analizzati gli effetti principali della Riforma, come la variazione di: quantità di lavoratori più giovani e di mezza età a causa della maggior permanenza di lavoratori anziani in azienda, imposta dalla Riforma; salari tra le classi di età, le possibilità di promozione in azienda, il costo del lavoro, il capitale totale, la produttività marginale dei lavoratori e il valore aggiunto e la produttività media del lavoro. Gli studi presi in analisi sono: “In medio stat Victus: Labor demand effects of an Increase in the Retirement Age (Boeri, Garibaldi and Moen 2021 - 2022); Workforce Aging, Pension Reforms, and Firm Outcomes (Carta, D’Amuri, Von Watcher, 2021); Career Spillovers in Internal Labour Markets (Bianchi, Bovini, Paradisi e Powell, 2020).
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