Il miele è una sostanza naturale prodotta dalla specie “Apis mellifera” a partire dal nettare presente sui fiori, viene utilizzato principalmente come dolcificante alimentare nonché per le sue proprietà benefiche e antibatteriche. Il miele presenta differenze in termini di contenuto di micro e macronutrienti legate all’origine botanica dei nettari in quanto ciascuna specie vegetale è in grado di assorbire nutrienti in modo diverso. Vi sono poi ulteriori variazioni che dipendono anche dal luogo di provenienza, infatti i diversi comparti ambientali (acqua, suolo, aria,..) influenzano la composizione del prodotto finale, apportando elementi naturali ed elementi di origine antropica. Negli ultimi anni la contaminazione dell’ambiente da plastica e particelle di microplastiche ha riscontrato una crescente attenzione scientifica e pubblica tale da classificare le microplastiche come contaminanti emergenti. Inizialmente, gli studi sulle microplastiche si sono focalizzati soprattutto sul sistema acquatico e sull’atmosfera e solo recentemente la determinazione di microplastiche in matrici alimentari ha riscontrato un aumento di interesse della comunità scientifica a causa della loro tossicità. L’obiettivo principale dello studio è stato la determinazione di elementi e microplastiche all’interno di 29 campioni di miele aventi differente provenienza territoriale e diversa origine botanica. La quantificazione del contenuto di elementi è stata effettuata utilizzando la spettroscopia di emissione atomica con sorgente a plasma accoppiato induttivamente (ICP-OES) e la spettrometria di massa con sorgente a plasma accoppiato induttivamente (ICP-MS) in seguito a mineralizzazione in forno a microonde. Prima dell’analisi dei campioni di miele, la procedura è stata ottimizzata mediante l’analisi di un campione certificato, Tomato Leaves SRM 1573a. Per la quantificazione delle microplastiche è stato utilizzato un procedimento basato sul protocollo NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration). L’osservazione e la conta sono state eseguite con l’ausilio di uno stereomicroscopio ed è stata determinata la tipologia di polimero utilizzando il Micro-FT-IR. I dati ottenuti sono stati sottoposti ad un trattamento chemiometrico al fine di valutare come la componente inorganica possa caratterizzare i mieli in base alla loro origine e per valutare la presenza di una possibile correlazione tra le concentrazioni degli elementi inorganici e la presenza di microplastiche. Per questo motivo è stata eseguita l’analisi delle componenti principali (PCA) e l’analisi dei cluster gerarchica (HCA). I risultati ottenuti hanno dimostrato come lo studio della componente inorganica dei mieli possa essere utilizzata sia come bioindicatore della qualità ambientale, sia per definire un’impronta digitale dell’origine geografica e botanica del prodotto. Inoltre, lo studio relativo alle microplastiche ha riscontrato la loro presenza più o meno marcata in tutti i campioni considerati.

Elementi inorganici e microplastiche per il controllo della qualità e dell’origine del miele

SICURELLA, GRAZIA MARIA
2022/2023

Abstract

Il miele è una sostanza naturale prodotta dalla specie “Apis mellifera” a partire dal nettare presente sui fiori, viene utilizzato principalmente come dolcificante alimentare nonché per le sue proprietà benefiche e antibatteriche. Il miele presenta differenze in termini di contenuto di micro e macronutrienti legate all’origine botanica dei nettari in quanto ciascuna specie vegetale è in grado di assorbire nutrienti in modo diverso. Vi sono poi ulteriori variazioni che dipendono anche dal luogo di provenienza, infatti i diversi comparti ambientali (acqua, suolo, aria,..) influenzano la composizione del prodotto finale, apportando elementi naturali ed elementi di origine antropica. Negli ultimi anni la contaminazione dell’ambiente da plastica e particelle di microplastiche ha riscontrato una crescente attenzione scientifica e pubblica tale da classificare le microplastiche come contaminanti emergenti. Inizialmente, gli studi sulle microplastiche si sono focalizzati soprattutto sul sistema acquatico e sull’atmosfera e solo recentemente la determinazione di microplastiche in matrici alimentari ha riscontrato un aumento di interesse della comunità scientifica a causa della loro tossicità. L’obiettivo principale dello studio è stato la determinazione di elementi e microplastiche all’interno di 29 campioni di miele aventi differente provenienza territoriale e diversa origine botanica. La quantificazione del contenuto di elementi è stata effettuata utilizzando la spettroscopia di emissione atomica con sorgente a plasma accoppiato induttivamente (ICP-OES) e la spettrometria di massa con sorgente a plasma accoppiato induttivamente (ICP-MS) in seguito a mineralizzazione in forno a microonde. Prima dell’analisi dei campioni di miele, la procedura è stata ottimizzata mediante l’analisi di un campione certificato, Tomato Leaves SRM 1573a. Per la quantificazione delle microplastiche è stato utilizzato un procedimento basato sul protocollo NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration). L’osservazione e la conta sono state eseguite con l’ausilio di uno stereomicroscopio ed è stata determinata la tipologia di polimero utilizzando il Micro-FT-IR. I dati ottenuti sono stati sottoposti ad un trattamento chemiometrico al fine di valutare come la componente inorganica possa caratterizzare i mieli in base alla loro origine e per valutare la presenza di una possibile correlazione tra le concentrazioni degli elementi inorganici e la presenza di microplastiche. Per questo motivo è stata eseguita l’analisi delle componenti principali (PCA) e l’analisi dei cluster gerarchica (HCA). I risultati ottenuti hanno dimostrato come lo studio della componente inorganica dei mieli possa essere utilizzata sia come bioindicatore della qualità ambientale, sia per definire un’impronta digitale dell’origine geografica e botanica del prodotto. Inoltre, lo studio relativo alle microplastiche ha riscontrato la loro presenza più o meno marcata in tutti i campioni considerati.
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