Le combat pour les droits des femmes représente l’une des batailles les plus importantes dans l’histoire des droits humains fondamentaux. La société internationale a toujours été essentiellement masculine, et partout dans le monde les femmes ont dû lutter pour rejoindre le même statut juridique que les hommes. L’Organisation des Nations Unies constitue l’un des instruments les plus importants et influents dans la lutte des femmes pour l’égalité de leurs droits et possibilités, notamment grâce à son document le plus significatif qui est la Convention sur l’élimination de toutes les formes de discrimination à l’égard des femmes (CEDEF) de 1979. A partir des stratégies onusiennes, on peut distinguer certains régions du monde qui ont impulsé des réformes efficaces et qui ont avancé sur la question des droits des femmes, tandis que, selon l’explication de l’anthropologue Françoise Héritier, d’autres régions sont restées ancrées dans un «modèle archaïque dominant» qui continue à perpétuer les inégalités entre les hommes et les femmes (Papi 2016). Parmi ces dernières, on trouve plusieurs pays de tradition arabe-musulmane de la région du Maghreb. De manière plus spécifique, les discriminations envers les femmes dans ces Etats (notamment l’Algérie, le Maroc et la Tunisie) sont strictement liées aux dispositions juridiques de tradition musulmane qui se trouvent dans les statuts personnels et successoraux, notamment dans le domaine du mariage et des successions, en vertu d’une interprétation conservatrice de la loi islamique de la charia. L'objectif de cette thèse est celui d’explorer de façon détaillée les discriminations juridiques à l'égard des femmes dans la région du Maghreb, spécifiquement dans les lois relatives au mariage et aux successions. L’analyse met en évidence l'ambiguïté des systèmes juridiques internes des pays concernés, qui défendent le principe de l'égalité entre les sexes dans leurs constitutions sans adapter en même temps les lois en matière de famille et de successions afin de réaliser ce principe. Il est important toutefois de constater que des réformes ont été adoptées au Maghreb, notamment au Maroc, qui a adopté un nouveau code de la famille en 2004, ce qui représente un cas emblématique de la possibilité de changer la trajectoire du Maghreb dans le domaine des droits des femmes. Le but est aussi de réfléchir sur le rôle joué par les citoyennes qui s’organisent pour défendre leurs droits fondamentaux, leur liberté et leur dignité en tant qu’individus à l'égal que les hommes. Il est ainsi possible de démontrer que la société civile joue un rôle essentiel pour contribuer à produire le changement nécessaire, dans le but d’encourager des réformes législatives qui reconnaissent de manière décisive l’égalité entre l’homme et la femme dans tous les domaines. Un aspect transversal considéré dans l’analyse est enfin lié à la théorie qui soutient l’existence d’une stricte corrélation entre l'émancipation des femmes et le développement économique des pays. Ces thématiques seront intégrées et approfondies par l’aide d’entretiens avec des filles et des femmes originaires du Maroc, dans le but d’enrichir la thèse avec les perspectives de personnes directement concernées dans la question.
La lotta per i diritti delle donne rappresenta una delle battaglie più importanti nella storia dei diritti umani fondamentali. La società internazionale è sempre stata fondamentalmente maschilista, e ovunque nel mondo le donne hanno dovuto lottare per raggiungere lo stesso statuto giuridico degli uomini. L’Organizzazione delle Nazioni Unite costituisce uno degli strumenti più influenti nella lotta delle donne per raggiungere l’uguaglianza dei loro diritti e possibilità, soprattutto grazie al suo documento più significativo, ovvero la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) del 1979. A partire dalle strategie formulate dall’ONU, si possono distinguere alcune regioni del mondo che hanno implementato delle riforme efficaci e che hanno avanzato nella questione dei diritti delle donne, mentre, secondo la spiegazione dell’antropologa Françoise Héritier, altre aree del mondo sono rimaste ancorate in un «modello arcaico dominante», il quale continua a perpetuare le disuguaglianze di genere. Tra queste regioni del mondo si possono trovare diversi paesi di tradizione arabo-musulmana della regione del Maghreb. In particolare, le discriminazioni nei confronti delle donne in questi paesi (nello specifico l’Algeria, il Marocco e la Tunisia) sono strettamente legate alle disposizioni giuridiche che si ritrovano nelle leggi sullo statuto personale e delle successioni, nell’ambito del matrimonio e della famiglia, basate su un’interpretazione conservatrice della legge islamica della sharia. L’obiettivo di questa tesi è quello di analizzare nel dettaglio le discriminazioni giuridiche nei confronti della donna nella regione del Maghreb, in modo particolare nelle leggi dello statuto personale relative al matrimonio e alle successioni. L’analisi mette in evidenza l’ambiguità dei sistemi giuridici interni dei paesi in questione, i quali difendono in linea di principio l’uguaglianza di genere all’interno della loro costituzione, senza adattare allo stesso tempo le leggi in materia di famiglia e delle successioni per realizzare veramente tale principio. È importante tuttavia constatare che negli ultimi decenni sono state effettivamente adottate alcune riforme in Maghreb, specialmente in Marocco, che ha adottato un nuovo codice della famiglia nel 2004, costituendo un caso emblematico della possibilità di cambiare traiettoria in Maghreb nell’ambito dei diritti delle donne. L’obiettivo è anche quello di riflettere sul ruolo ricoperto dalle cittadine che si organizzano per difendere i loro diritti fondamentali, la loro libertà e dignità in quanti individui uguali all’uomo. Infatti la società civile gioca un ruolo essenziale per contribuire a produrre il cambiamento necessario, grazie alla possibilità di incoraggiare riforme legislative che riconoscano in maniera decisiva l’uguaglianza tra l’uomo e la donna in ogni ambito. Un aspetto trasversale considerato nel corso dell’analisi è infine legato alla teoria secondo cui esiste una stretta correlazione tra l’emancipazione femminile e lo sviluppo economico dei paesi. Tali tematiche verranno integrate e approfondite per mezzo di interviste con ragazze e donne originarie del Marocco con l’obiettivo di arricchire la tesi con prospettive di persone direttamente coinvolte nella tematica.
Le discriminazioni giuridiche nei confronti delle donne in Magreb: le riforme del codice della famiglia in Marocco e il potenziale delle organizzazioni femminili
BONVICINO, GIORGIA
2022/2023
Abstract
La lotta per i diritti delle donne rappresenta una delle battaglie più importanti nella storia dei diritti umani fondamentali. La società internazionale è sempre stata fondamentalmente maschilista, e ovunque nel mondo le donne hanno dovuto lottare per raggiungere lo stesso statuto giuridico degli uomini. L’Organizzazione delle Nazioni Unite costituisce uno degli strumenti più influenti nella lotta delle donne per raggiungere l’uguaglianza dei loro diritti e possibilità, soprattutto grazie al suo documento più significativo, ovvero la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) del 1979. A partire dalle strategie formulate dall’ONU, si possono distinguere alcune regioni del mondo che hanno implementato delle riforme efficaci e che hanno avanzato nella questione dei diritti delle donne, mentre, secondo la spiegazione dell’antropologa Françoise Héritier, altre aree del mondo sono rimaste ancorate in un «modello arcaico dominante», il quale continua a perpetuare le disuguaglianze di genere. Tra queste regioni del mondo si possono trovare diversi paesi di tradizione arabo-musulmana della regione del Maghreb. In particolare, le discriminazioni nei confronti delle donne in questi paesi (nello specifico l’Algeria, il Marocco e la Tunisia) sono strettamente legate alle disposizioni giuridiche che si ritrovano nelle leggi sullo statuto personale e delle successioni, nell’ambito del matrimonio e della famiglia, basate su un’interpretazione conservatrice della legge islamica della sharia. L’obiettivo di questa tesi è quello di analizzare nel dettaglio le discriminazioni giuridiche nei confronti della donna nella regione del Maghreb, in modo particolare nelle leggi dello statuto personale relative al matrimonio e alle successioni. L’analisi mette in evidenza l’ambiguità dei sistemi giuridici interni dei paesi in questione, i quali difendono in linea di principio l’uguaglianza di genere all’interno della loro costituzione, senza adattare allo stesso tempo le leggi in materia di famiglia e delle successioni per realizzare veramente tale principio. È importante tuttavia constatare che negli ultimi decenni sono state effettivamente adottate alcune riforme in Maghreb, specialmente in Marocco, che ha adottato un nuovo codice della famiglia nel 2004, costituendo un caso emblematico della possibilità di cambiare traiettoria in Maghreb nell’ambito dei diritti delle donne. L’obiettivo è anche quello di riflettere sul ruolo ricoperto dalle cittadine che si organizzano per difendere i loro diritti fondamentali, la loro libertà e dignità in quanti individui uguali all’uomo. Infatti la società civile gioca un ruolo essenziale per contribuire a produrre il cambiamento necessario, grazie alla possibilità di incoraggiare riforme legislative che riconoscano in maniera decisiva l’uguaglianza tra l’uomo e la donna in ogni ambito. Un aspetto trasversale considerato nel corso dell’analisi è infine legato alla teoria secondo cui esiste una stretta correlazione tra l’emancipazione femminile e lo sviluppo economico dei paesi. Tali tematiche verranno integrate e approfondite per mezzo di interviste con ragazze e donne originarie del Marocco con l’obiettivo di arricchire la tesi con prospettive di persone direttamente coinvolte nella tematica.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/106005