L’elaborato si propone di approfondire la complessa tematica dell'intelligence, partendo da una definizione generica e cercando di coglierne la sua natura poliedrica. Attraverso un percorso storico che attraversa le diverse epoche e contesti, vengono esaminati i dibattiti che hanno influenzato la sua evoluzione e le molteplici tipologie di intelligence esistenti, evidenziando i suoi limiti, patologie e criticità e le caratteristiche distintive che ne definiscono il profilo. Un'attenzione particolare è rivolta all'intelligence americana, con l’analisi della sua struttura burocratica complessa, i numerosi uffici e dipartimenti che vanno a costituire l’Intelligence Community statunitense, che affonda le radici nel secondo dopoguerra con l'emanazione del National Security Act del 1947. Si esaminano inoltre i gravi fallimenti dell'intelligence americana, come Pearl Harbor e l'11 settembre e le successive riforme messe in atto per correggere le inefficienze e prevenire il ripetersi degli stessi errori. L'intelligence nel teatro iracheno riveste un ruolo cruciale nell'analisi delle dinamiche geopolitiche e strategiche contemporanee. Il nucleo centrale di questo elaborato si concentra sull'esame del ruolo e dell'efficacia dell'intelligence statunitense nel contesto specifico della Guerra in Iraq, con particolare attenzione alle operazioni condotte dalle agenzie di intelligence americane, a partire dal periodo post-11 settembre. Attraverso un'analisi approfondita, vengono esplorate le strategie di raccolta di informazioni, le modalità di analisi e interpretazione dei dati, nonché le decisioni politiche, e militari, basate sulle informazioni disponibili. Si approfondisce il dibattito del ruolo delle agenzie di intelligence nel supportare la narrazione della minaccia legata alle presunte armi di distruzione di massa e le implicazioni di tali narrazioni per il conflitto in Iraq. Vengono poi esaminate le criticità dell'intelligence americana nel contesto iracheno, le dinamiche governative interne e le evidenze di politicizzazione e groupthink, inclusa la mancata individuazione effettiva delle armi di distruzione di massa e le conseguenze di tali errori sulla politica estera statunitense. Attraverso l'analisi delle lezioni apprese e delle riforme implementate, si cerca di comprendere come tali esperienze abbiano plasmato l'evoluzione delle pratiche di intelligence nell'era contemporanea. In ultima analisi, si pongono domande cruciali sul futuro dell'intelligence nel contesto dei conflitti e delle sfide globali emergenti, esplorando le prospettive di innovazione, cooperazione internazionale e adattamento alle mutevoli minacce a livello globale.
Analisi della funzione dell'Intelligence Statunitense nel Teatro Iracheno
CATTERO, GIULIA
2022/2023
Abstract
L’elaborato si propone di approfondire la complessa tematica dell'intelligence, partendo da una definizione generica e cercando di coglierne la sua natura poliedrica. Attraverso un percorso storico che attraversa le diverse epoche e contesti, vengono esaminati i dibattiti che hanno influenzato la sua evoluzione e le molteplici tipologie di intelligence esistenti, evidenziando i suoi limiti, patologie e criticità e le caratteristiche distintive che ne definiscono il profilo. Un'attenzione particolare è rivolta all'intelligence americana, con l’analisi della sua struttura burocratica complessa, i numerosi uffici e dipartimenti che vanno a costituire l’Intelligence Community statunitense, che affonda le radici nel secondo dopoguerra con l'emanazione del National Security Act del 1947. Si esaminano inoltre i gravi fallimenti dell'intelligence americana, come Pearl Harbor e l'11 settembre e le successive riforme messe in atto per correggere le inefficienze e prevenire il ripetersi degli stessi errori. L'intelligence nel teatro iracheno riveste un ruolo cruciale nell'analisi delle dinamiche geopolitiche e strategiche contemporanee. Il nucleo centrale di questo elaborato si concentra sull'esame del ruolo e dell'efficacia dell'intelligence statunitense nel contesto specifico della Guerra in Iraq, con particolare attenzione alle operazioni condotte dalle agenzie di intelligence americane, a partire dal periodo post-11 settembre. Attraverso un'analisi approfondita, vengono esplorate le strategie di raccolta di informazioni, le modalità di analisi e interpretazione dei dati, nonché le decisioni politiche, e militari, basate sulle informazioni disponibili. Si approfondisce il dibattito del ruolo delle agenzie di intelligence nel supportare la narrazione della minaccia legata alle presunte armi di distruzione di massa e le implicazioni di tali narrazioni per il conflitto in Iraq. Vengono poi esaminate le criticità dell'intelligence americana nel contesto iracheno, le dinamiche governative interne e le evidenze di politicizzazione e groupthink, inclusa la mancata individuazione effettiva delle armi di distruzione di massa e le conseguenze di tali errori sulla politica estera statunitense. Attraverso l'analisi delle lezioni apprese e delle riforme implementate, si cerca di comprendere come tali esperienze abbiano plasmato l'evoluzione delle pratiche di intelligence nell'era contemporanea. In ultima analisi, si pongono domande cruciali sul futuro dell'intelligence nel contesto dei conflitti e delle sfide globali emergenti, esplorando le prospettive di innovazione, cooperazione internazionale e adattamento alle mutevoli minacce a livello globale.File | Dimensione | Formato | |
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