L’Unione europea si è sviluppata intorno al mercato interno, il cui funzionamento è regolato dalle norme sulla concorrenza che svolgono un ruolo fondamentale attraverso la conservazione del level playing field. Gli aiuti di Stato sono uno dei tre pilastri della politica di concorrenza dell’Unione europea e ricevono una loro disciplina già da parte del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. In considerazione della loro grande capacità distorsiva, della concorrenza e degli scambi tra Stati membri, vige il principio generale di una loro incompatibilità con il mercato interno. Questo principio non è assoluto e permette delle deroghe, previste dal TFUE e regolate dalla Commissione, soventemente, attraverso degli atti di soft law. La normativa degli aiuti di Stato « secondaria » è stata sottoposta, a partire dal 2012, ad un processo di modernizzazione che è stato considerato soddisfacente dal Fitness Check della disciplina, effettuato nel 2019, a condizione di un suo adattamento alle nuove prospettive dell’Unione europea. Gli aiuti di Stato hanno conosciuto una nuova popolarità con la crisi finanziaria del 2008, mostrandosi come eccellenti strumenti di contrasto a situazioni di emergenziali, a protezione del mercato interno. In particolare, il concetto di temporary framework ha trovato la sua applicazione anche nelle recenti crisi pandemica ed energetica. Questi strumenti, benché efficaci, presentano delle criticità intrinseche alla loro funzione. Per questo motivo, la trasformazione del Temporary Crisis Framework in Temporary Crisis and Transition Framework solleva forti perplessità in merito al suo utilizzo come strumento per perseguire gli obiettivi della transizione. Le recenti crisi, oltre ad avere contribuito a creare i presupposti per un utilizzo prolungato di una normazione che presenta i caratteri dell’emergenza e, almeno in teoria, della temporaneità, ha sottolineato l’importanza che rivestono le catene del valore, globali e strategiche. Come conseguenza il concetto di autonomia strategica aperta è diventato la lente di tutte le più recenti iniziative programmatiche dell’Unione europea. In questo contesto gli importanti progetti di comune interesse europeo sono in grado di svolgere un ruolo di primo piano, essendo ontologicamente votati al perseguimento di obiettivi di importanza e ampiezza europea. A testimonianza di ciò negli ultimi tre anni il loro numero è stato in rapida ascesa, anche grazie alla loro recente disciplina che li ha resi di più facile fruizione.

Aiuti di Stato e Transition Framework. Gli IPCEI come risposta a crisi e sfide future

NAPOLITANO, SIN PAOLO
2022/2023

Abstract

L’Unione europea si è sviluppata intorno al mercato interno, il cui funzionamento è regolato dalle norme sulla concorrenza che svolgono un ruolo fondamentale attraverso la conservazione del level playing field. Gli aiuti di Stato sono uno dei tre pilastri della politica di concorrenza dell’Unione europea e ricevono una loro disciplina già da parte del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. In considerazione della loro grande capacità distorsiva, della concorrenza e degli scambi tra Stati membri, vige il principio generale di una loro incompatibilità con il mercato interno. Questo principio non è assoluto e permette delle deroghe, previste dal TFUE e regolate dalla Commissione, soventemente, attraverso degli atti di soft law. La normativa degli aiuti di Stato « secondaria » è stata sottoposta, a partire dal 2012, ad un processo di modernizzazione che è stato considerato soddisfacente dal Fitness Check della disciplina, effettuato nel 2019, a condizione di un suo adattamento alle nuove prospettive dell’Unione europea. Gli aiuti di Stato hanno conosciuto una nuova popolarità con la crisi finanziaria del 2008, mostrandosi come eccellenti strumenti di contrasto a situazioni di emergenziali, a protezione del mercato interno. In particolare, il concetto di temporary framework ha trovato la sua applicazione anche nelle recenti crisi pandemica ed energetica. Questi strumenti, benché efficaci, presentano delle criticità intrinseche alla loro funzione. Per questo motivo, la trasformazione del Temporary Crisis Framework in Temporary Crisis and Transition Framework solleva forti perplessità in merito al suo utilizzo come strumento per perseguire gli obiettivi della transizione. Le recenti crisi, oltre ad avere contribuito a creare i presupposti per un utilizzo prolungato di una normazione che presenta i caratteri dell’emergenza e, almeno in teoria, della temporaneità, ha sottolineato l’importanza che rivestono le catene del valore, globali e strategiche. Come conseguenza il concetto di autonomia strategica aperta è diventato la lente di tutte le più recenti iniziative programmatiche dell’Unione europea. In questo contesto gli importanti progetti di comune interesse europeo sono in grado di svolgere un ruolo di primo piano, essendo ontologicamente votati al perseguimento di obiettivi di importanza e ampiezza europea. A testimonianza di ciò negli ultimi tre anni il loro numero è stato in rapida ascesa, anche grazie alla loro recente disciplina che li ha resi di più facile fruizione.
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