L’elaborato mette in relazione gli studi sul lobbying e i peace studies nel tentativo di tracciare i confini del sistema italiano degli interessi della pace nel 2022. Dopo aver illustrato il concetto di pace, evidenziandone alcune sue definizioni filosofiche e illustrando la storia e l’evoluzione giuridica del diritto alla pace, si è chiarita la definizione di “pace attiva” cui questo studio si riferisce. Quindi, si è ripercorsa la letteratura sul lobbying evidenziando gli assunti teorici alla base della ricerca. La ricerca si focalizza sull’identificazione e descrizione dei gruppi della pace in Italia nel 2022, definendone caratteristiche e risorse organizzative, per poi concentrarsi sulle strategie di lobbying utilizzate, sulla misurazione del successo e dell’influenza e sulla valutazione di quante risorse contano di più per ottenere accesso e influenza. La ricerca prende in considerazione 782 gruppi di interesse per la pace attivi in Italia nel 2022, cui è stata sottoposta una survey che ha raccolto un numero soddisfacente di risposte (241, pari al 30,8%). Il sistema italiano degli interessi della pace si presenta come un sistema dove molti gruppi entrano a seconda della contingenza storica, molto spesso attraverso azioni one-shot o esclusivamente aderendo ad azioni di grassroot lobbying. Le strategie indirette (e dunque l’arena mediatica) sono di gran lunga le preferite dalle lobby della pace, l’accesso istituzionale (attraverso il lobbying parlamentare, governativo e burocratico), infatti, è ampiamente scarso (meno della metà dei gruppi accede alle istituzioni). Tra tutte le forme di accesso istituzionale, la preferita dai gruppi è l’accesso governativo (il 47,8% dei gruppi ha provato ad accedervi): questa tendenza potrebbe ricondursi alla perdita di centralità del Parlamento a favore di una maggiore rilevanza del Governo. L’influenza è stata misurata tramite il successo auto-percepito dei gruppi, il cui risultato – in una scala da 1 a 10 – è di 4,7 punti, mostrando una generale percezione di insuccesso. L’apporto originale della ricerca è duplice. In primo luogo, si è proposta una classificazione dei gruppi di interesse della pace a partire dalle variabili della “fedeltà” dei gruppi alla questione della pace e del tipo di mobilitazione, più o meno in prima linea, si sono identificati quattro tipi diversi di gruppi di interesse per la pace: 1. protagonisti strutturali, 2. secondari strutturali, 3. protagonisti contingenti, 4. secondari contingenti. Si è potuto osservare come la maggior parte dei gruppi (56,8%) appartenga alla categoria dei “secondari contingenti” e come, in generale, soltanto una ristretta minoranza di gruppi si mobiliti con azioni “da protagonista” (15,8%) per la promozione e difesa della pace. In secondo luogo, si sono individuate le risorse che contano maggiormente per ottenere accesso e influenza nel sistema degli interessi della pace: expertise e risorse economiche risultano determinanti per ottenere accesso, mentre non sembra esservi correlazione statistica tra le risorse organizzative e l’influenza. Questo dato va a confermare che la scarsità di queste risorse a disposizione dei gruppi di interesse della pace rende evidentemente più complicato il loro accesso. Infine, dopo aver messo in luce i limiti della ricerca, ossia la valutazione dell’influenza come auto-percezione del successo e la presenza di gruppi di livelli diversi (dal locale al nazionale), l’elaborato apre nuove prospettive a studi futuri.
Gli interessi della pace in Italia. Strategie, accesso e influenza delle lobby per la pace nel 2022.
TOFFANIN, ANNA CHIARA
2022/2023
Abstract
L’elaborato mette in relazione gli studi sul lobbying e i peace studies nel tentativo di tracciare i confini del sistema italiano degli interessi della pace nel 2022. Dopo aver illustrato il concetto di pace, evidenziandone alcune sue definizioni filosofiche e illustrando la storia e l’evoluzione giuridica del diritto alla pace, si è chiarita la definizione di “pace attiva” cui questo studio si riferisce. Quindi, si è ripercorsa la letteratura sul lobbying evidenziando gli assunti teorici alla base della ricerca. La ricerca si focalizza sull’identificazione e descrizione dei gruppi della pace in Italia nel 2022, definendone caratteristiche e risorse organizzative, per poi concentrarsi sulle strategie di lobbying utilizzate, sulla misurazione del successo e dell’influenza e sulla valutazione di quante risorse contano di più per ottenere accesso e influenza. La ricerca prende in considerazione 782 gruppi di interesse per la pace attivi in Italia nel 2022, cui è stata sottoposta una survey che ha raccolto un numero soddisfacente di risposte (241, pari al 30,8%). Il sistema italiano degli interessi della pace si presenta come un sistema dove molti gruppi entrano a seconda della contingenza storica, molto spesso attraverso azioni one-shot o esclusivamente aderendo ad azioni di grassroot lobbying. Le strategie indirette (e dunque l’arena mediatica) sono di gran lunga le preferite dalle lobby della pace, l’accesso istituzionale (attraverso il lobbying parlamentare, governativo e burocratico), infatti, è ampiamente scarso (meno della metà dei gruppi accede alle istituzioni). Tra tutte le forme di accesso istituzionale, la preferita dai gruppi è l’accesso governativo (il 47,8% dei gruppi ha provato ad accedervi): questa tendenza potrebbe ricondursi alla perdita di centralità del Parlamento a favore di una maggiore rilevanza del Governo. L’influenza è stata misurata tramite il successo auto-percepito dei gruppi, il cui risultato – in una scala da 1 a 10 – è di 4,7 punti, mostrando una generale percezione di insuccesso. L’apporto originale della ricerca è duplice. In primo luogo, si è proposta una classificazione dei gruppi di interesse della pace a partire dalle variabili della “fedeltà” dei gruppi alla questione della pace e del tipo di mobilitazione, più o meno in prima linea, si sono identificati quattro tipi diversi di gruppi di interesse per la pace: 1. protagonisti strutturali, 2. secondari strutturali, 3. protagonisti contingenti, 4. secondari contingenti. Si è potuto osservare come la maggior parte dei gruppi (56,8%) appartenga alla categoria dei “secondari contingenti” e come, in generale, soltanto una ristretta minoranza di gruppi si mobiliti con azioni “da protagonista” (15,8%) per la promozione e difesa della pace. In secondo luogo, si sono individuate le risorse che contano maggiormente per ottenere accesso e influenza nel sistema degli interessi della pace: expertise e risorse economiche risultano determinanti per ottenere accesso, mentre non sembra esservi correlazione statistica tra le risorse organizzative e l’influenza. Questo dato va a confermare che la scarsità di queste risorse a disposizione dei gruppi di interesse della pace rende evidentemente più complicato il loro accesso. Infine, dopo aver messo in luce i limiti della ricerca, ossia la valutazione dell’influenza come auto-percezione del successo e la presenza di gruppi di livelli diversi (dal locale al nazionale), l’elaborato apre nuove prospettive a studi futuri.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/105748