¿L'oggetto di questo lavoro è la subcultura punk, una tra le subculture spettacolari che negli anni '70, più precisamente nel 1977, è scoppiata in Inghilterra e Stati Uniti. Il punk può essere considerato una vera e propria subcultura perché oltre che l'ambito musicale è un vero e proprio stile di vita. La musica è vista come il mezzo principe per la comunicazione e la diffusione delle idee: la velocità rappresenta la necessità di comunicare e la rabbia che non trova via di sfogo mentre la poca tecnica rappresenta una ribellione al mondo del ¿bel suono¿ tipico di un pop quasi soffocante e di un rock troppo dedito ai tecnicismi. [¿] Nel primo capitolo ho analizzato come la sociologia ha inteso il concetto di subcultura riportando le due scuole che si sono occupate tra le altre cose di quest'argomento: la Scuola di Chicago negli Stati Uniti e la Scuola di Birmingham in Inghilterra. [¿] Nel secondo capitolo sulla base di varie fonti ho ricostruito la storia della subcultura punk dando un'idea di come questa si sia evoluta a partire dagli anni Settanta. Sono partita dal proto-punk, ovvero il progenitore del punk per arrivare alle varie evoluzioni del punk durante gli anni '80 e '90. [¿] Il terzo capitolo, infine, analizza la scena italiana grazie a testimonianze di punk del nostro Paese raccolti in biografie e riassunti di interventi a convention. Emerge in particolare come in Italia la subcultura punk è stata molto frammentata e spesso importata dall'estero da parte di ragazzi che tramite viaggi hanno conosciuto la subcultura e l'hanno voluta emulare nella loro città d'origine. I centri più grandi e nevralgici del punk sono stati Milano e Bologna."
La subcultura punk
SARACCO, SARA
2014/2015
Abstract
¿L'oggetto di questo lavoro è la subcultura punk, una tra le subculture spettacolari che negli anni '70, più precisamente nel 1977, è scoppiata in Inghilterra e Stati Uniti. Il punk può essere considerato una vera e propria subcultura perché oltre che l'ambito musicale è un vero e proprio stile di vita. La musica è vista come il mezzo principe per la comunicazione e la diffusione delle idee: la velocità rappresenta la necessità di comunicare e la rabbia che non trova via di sfogo mentre la poca tecnica rappresenta una ribellione al mondo del ¿bel suono¿ tipico di un pop quasi soffocante e di un rock troppo dedito ai tecnicismi. [¿] Nel primo capitolo ho analizzato come la sociologia ha inteso il concetto di subcultura riportando le due scuole che si sono occupate tra le altre cose di quest'argomento: la Scuola di Chicago negli Stati Uniti e la Scuola di Birmingham in Inghilterra. [¿] Nel secondo capitolo sulla base di varie fonti ho ricostruito la storia della subcultura punk dando un'idea di come questa si sia evoluta a partire dagli anni Settanta. Sono partita dal proto-punk, ovvero il progenitore del punk per arrivare alle varie evoluzioni del punk durante gli anni '80 e '90. [¿] Il terzo capitolo, infine, analizza la scena italiana grazie a testimonianze di punk del nostro Paese raccolti in biografie e riassunti di interventi a convention. Emerge in particolare come in Italia la subcultura punk è stata molto frammentata e spesso importata dall'estero da parte di ragazzi che tramite viaggi hanno conosciuto la subcultura e l'hanno voluta emulare nella loro città d'origine. I centri più grandi e nevralgici del punk sono stati Milano e Bologna."File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/10563