Background: The data present in the literature about possible peculiarities of acromegalic disease in older patients are scarce and fragmented to date. In recent years it has been reported an increase in acromegaly prevalence, as well as its survival, most likely due to improvement in diagnostic approaches, surgical techniques, and medical therapies. Considering that life expectancy of the general population is increasing, it is likely that the number of older patients suffering from acromegaly will increase in the future and that clinicians will have to be aware of the diagnostic, prognostic and therapeutic peculiarities of these patients, in order to manage their condition in the best possible way. Objectives: Taking account of the age at diagnosis, the objective of this study was to characterise, in a large sample of acromegalic patients, the clinical and hormonal status at diagnosis, as well as the therapeutic approach and the effectiveness of the therapies conducted. Subjects and methods: The data of 203 acromegalic patients, divided on the basis of the age at diagnosis < 65 years old (n=175) or ≥ 65 years old (n=28), have been assessed. Of each patient the anagraphic data, hormonal values at diagnosis, data about the dimension of the pituitary lesion, the possible associated pituitary deficits, the presence of visual field alterations and the presence of complications and comorbidities at diagnosis have been collected. It has also been recorded the therapeutic approach and the outcome obtained with each treatment modality. Results: The GH nadir levels in old overlapped to those in young patients, while basal GH levels were significantly inferior in old than in young subjects. While in young patients the GH nadir levels were significantly lower than spontaneous GH levels, in old subjects this difference was not observed. IGF-I levels overlapped in both patients’ groups. In young patients the pituitary lesion was a macroadenoma in a significantly higher percentage compared to old subjects. However, there wasn’t a significant difference either in prevalence of hypopituitarism or in prevalence of visual field impairment. Old were more frequently complicated than young patients (diabetes mellitus; dyslipidaemia; hypertension; cardiovascular, intestinal and thyroid disease; osteopenia/osteoporosis; other associated disease). Neurosurgical approach was less frequent in old patients; however, there was no difference between the two patients’ groups regarding both the time elapsed between the diagnosis and the neurosurgical approach and the effectiveness of treatment. Also the radiotherapeutic approach was less frequent in old patients, whereas a significant difference was not observed in terms of prescriptions of the different pharmacological options between the two patients’ groups. Both somatostatin analogs and dopamine agonists were employed more prematurely in the old subjects; the same pattern did not occur for GH antagonist therapy and for the association therapy. The effectiveness of the different drug therapies was similar in old and young patients; there wasn’t a significant difference either in terms of duration or in terms of maximum dosage used for the somatostatin analogs, dopamine agonists and association therapy, whereas the duration of the GH antagonist therapy was longer in old patients, but there was no difference in terms of maximum dosage used. Conclusions: The age at diagnosis influences some of the hormonal characteristics of acromegaly, the dimension of the pituitary lesion, the prevalence of disease complications and the comorbidities present at diagnosis, as well as the therapeutic approach, but not the outcome of the different treatments.

Introduzione: Ad oggi i dati presenti in letteratura relativi alle eventuali peculiarità della malattia acromegalica nel paziente anziano sono scarsi e frammentari. L’aumento della prevalenza dell'acromegalia e della sua sopravvivenza, registrato negli ultimi anni, è legato a un miglioramento dell’approccio diagnostico, della tecnica chirurgica e delle terapie farmacologiche. Atteso che la sopravvivenza della popolazione generale sta aumentando, è verosimile che, nei prossimi anni, anche il numero di pazienti anziani con acromegalia subirà una crescita. Al fine di gestirne al meglio la condizione, la classe medica dovrà essere consapevole delle particolarità diagnostiche, prognostiche e terapeutiche di tali pazienti. Obiettivi: Caratterizzare, in un’ampia casistica di pazienti acromegalici, il quadro clinico ed ormonale alla diagnosi, nonché l’approccio terapeutico e l’efficacia delle terapie effettuate in funzione dell’età alla diagnosi. Soggetti e metodi: Sono stati valutati i dati relativi a 203 pazienti acromegalici, suddivisi in funzione dell’età alla diagnosi < 65 anni (n=175) o ≥ 65 anni (n=28). Sono stati raccolti i dati anagrafici, i valori ormonali alla diagnosi, i dati relativi alle dimensioni della lesione ipofisaria, gli eventuali deficit ipofisari associati, la presenza di deficit campimetrici e delle complicanze di malattia e comorbidità alla diagnosi. È stato inoltre registrato l’approccio terapeutico e l’outcome ottenuto con ogni singola modalità di terapia. Risultati: I livelli di GH nadir risultavano sovrapponibili nei soggetti anziani rispetto ai giovani, mentre i livelli di GH medio risultavano significativamente inferiori nei soggetti anziani rispetto ai giovani. Nei pazienti giovani i livelli di GH nadir risultavano significativamente inferiori rispetto ai livelli di GH medio, mentre negli anziani non si confermava tale differenza. I livelli di IGF-I risultavano sovrapponibili nei due gruppi di pazienti. Nei soggetti giovani la lesione adenomatosa risultava essere un macroadenoma in una percentuale significativamente maggiore rispetto agli anziani; tuttavia non si osservava una differenza significativa né in termini di deficit ipofisari né campimetrici. I pazienti anziani risultavano più frequentemente complicati rispetto ai giovani (diabete mellito; dislipidemia; ipertensione arteriosa; patologia cardiaca; patologia intestinale; patologia tiroidea; osteopenia/osteoporosi; altra patologia associata). L’approccio neurochirurgico risultava meno frequente nei pazienti anziani; tuttavia non vi era differenza tra i due gruppi in termini di tempo intercorso dalla diagnosi alla neurochirurgia e di efficacia del trattamento. Anche l’approccio radioterapico risultava meno frequente nei soggetti anziani, mentre non vi era una differenza significativa in termini di prescrizioni delle diverse opzioni farmacologiche tra i due gruppi di pazienti. Sia la terapia con analoghi della somatostatina sia quella con dopamino agonisti risultavano impiegate più precocemente rispetto alla diagnosi nei pazienti anziani; il dato non si confermava per la terapia con GH antagonista e di associazione. Le diverse classi di farmaci risultavano efficaci in una percentuale di pazienti sovrapponibili tra i due gruppi e non si osservava una differenza significativa né in termini di durata né in termini di dose massima utilizzata per gli analoghi della somatostatina, i dopamino agonisti e la terapia di associazione. La durata della terapia con GH antagonista, invece, risultava maggiore nei pazienti anziani, ma non vi era differenza in termini di dose massima utilizzata. Conclusioni: L’età alla diagnosi influenza alcune caratteristiche ormonali dell’acromegalia, le dimensioni della lesione ipofisaria, la prevalenza delle complicanze e delle comorbidità presenti alla diagnosi e le scelte terapeutiche, ma non l’outcome dei diversi trattamenti.

Acromegalia: l’età alla diagnosi influenza la clinica ed il trattamento?

PITINO, ROSA
2019/2020

Abstract

Introduzione: Ad oggi i dati presenti in letteratura relativi alle eventuali peculiarità della malattia acromegalica nel paziente anziano sono scarsi e frammentari. L’aumento della prevalenza dell'acromegalia e della sua sopravvivenza, registrato negli ultimi anni, è legato a un miglioramento dell’approccio diagnostico, della tecnica chirurgica e delle terapie farmacologiche. Atteso che la sopravvivenza della popolazione generale sta aumentando, è verosimile che, nei prossimi anni, anche il numero di pazienti anziani con acromegalia subirà una crescita. Al fine di gestirne al meglio la condizione, la classe medica dovrà essere consapevole delle particolarità diagnostiche, prognostiche e terapeutiche di tali pazienti. Obiettivi: Caratterizzare, in un’ampia casistica di pazienti acromegalici, il quadro clinico ed ormonale alla diagnosi, nonché l’approccio terapeutico e l’efficacia delle terapie effettuate in funzione dell’età alla diagnosi. Soggetti e metodi: Sono stati valutati i dati relativi a 203 pazienti acromegalici, suddivisi in funzione dell’età alla diagnosi < 65 anni (n=175) o ≥ 65 anni (n=28). Sono stati raccolti i dati anagrafici, i valori ormonali alla diagnosi, i dati relativi alle dimensioni della lesione ipofisaria, gli eventuali deficit ipofisari associati, la presenza di deficit campimetrici e delle complicanze di malattia e comorbidità alla diagnosi. È stato inoltre registrato l’approccio terapeutico e l’outcome ottenuto con ogni singola modalità di terapia. Risultati: I livelli di GH nadir risultavano sovrapponibili nei soggetti anziani rispetto ai giovani, mentre i livelli di GH medio risultavano significativamente inferiori nei soggetti anziani rispetto ai giovani. Nei pazienti giovani i livelli di GH nadir risultavano significativamente inferiori rispetto ai livelli di GH medio, mentre negli anziani non si confermava tale differenza. I livelli di IGF-I risultavano sovrapponibili nei due gruppi di pazienti. Nei soggetti giovani la lesione adenomatosa risultava essere un macroadenoma in una percentuale significativamente maggiore rispetto agli anziani; tuttavia non si osservava una differenza significativa né in termini di deficit ipofisari né campimetrici. I pazienti anziani risultavano più frequentemente complicati rispetto ai giovani (diabete mellito; dislipidemia; ipertensione arteriosa; patologia cardiaca; patologia intestinale; patologia tiroidea; osteopenia/osteoporosi; altra patologia associata). L’approccio neurochirurgico risultava meno frequente nei pazienti anziani; tuttavia non vi era differenza tra i due gruppi in termini di tempo intercorso dalla diagnosi alla neurochirurgia e di efficacia del trattamento. Anche l’approccio radioterapico risultava meno frequente nei soggetti anziani, mentre non vi era una differenza significativa in termini di prescrizioni delle diverse opzioni farmacologiche tra i due gruppi di pazienti. Sia la terapia con analoghi della somatostatina sia quella con dopamino agonisti risultavano impiegate più precocemente rispetto alla diagnosi nei pazienti anziani; il dato non si confermava per la terapia con GH antagonista e di associazione. Le diverse classi di farmaci risultavano efficaci in una percentuale di pazienti sovrapponibili tra i due gruppi e non si osservava una differenza significativa né in termini di durata né in termini di dose massima utilizzata per gli analoghi della somatostatina, i dopamino agonisti e la terapia di associazione. La durata della terapia con GH antagonista, invece, risultava maggiore nei pazienti anziani, ma non vi era differenza in termini di dose massima utilizzata. Conclusioni: L’età alla diagnosi influenza alcune caratteristiche ormonali dell’acromegalia, le dimensioni della lesione ipofisaria, la prevalenza delle complicanze e delle comorbidità presenti alla diagnosi e le scelte terapeutiche, ma non l’outcome dei diversi trattamenti.
Acromegaly: does the age at diagnosis influence clinical outcome and treatment?
Background: The data present in the literature about possible peculiarities of acromegalic disease in older patients are scarce and fragmented to date. In recent years it has been reported an increase in acromegaly prevalence, as well as its survival, most likely due to improvement in diagnostic approaches, surgical techniques, and medical therapies. Considering that life expectancy of the general population is increasing, it is likely that the number of older patients suffering from acromegaly will increase in the future and that clinicians will have to be aware of the diagnostic, prognostic and therapeutic peculiarities of these patients, in order to manage their condition in the best possible way. Objectives: Taking account of the age at diagnosis, the objective of this study was to characterise, in a large sample of acromegalic patients, the clinical and hormonal status at diagnosis, as well as the therapeutic approach and the effectiveness of the therapies conducted. Subjects and methods: The data of 203 acromegalic patients, divided on the basis of the age at diagnosis < 65 years old (n=175) or ≥ 65 years old (n=28), have been assessed. Of each patient the anagraphic data, hormonal values at diagnosis, data about the dimension of the pituitary lesion, the possible associated pituitary deficits, the presence of visual field alterations and the presence of complications and comorbidities at diagnosis have been collected. It has also been recorded the therapeutic approach and the outcome obtained with each treatment modality. Results: The GH nadir levels in old overlapped to those in young patients, while basal GH levels were significantly inferior in old than in young subjects. While in young patients the GH nadir levels were significantly lower than spontaneous GH levels, in old subjects this difference was not observed. IGF-I levels overlapped in both patients’ groups. In young patients the pituitary lesion was a macroadenoma in a significantly higher percentage compared to old subjects. However, there wasn’t a significant difference either in prevalence of hypopituitarism or in prevalence of visual field impairment. Old were more frequently complicated than young patients (diabetes mellitus; dyslipidaemia; hypertension; cardiovascular, intestinal and thyroid disease; osteopenia/osteoporosis; other associated disease). Neurosurgical approach was less frequent in old patients; however, there was no difference between the two patients’ groups regarding both the time elapsed between the diagnosis and the neurosurgical approach and the effectiveness of treatment. Also the radiotherapeutic approach was less frequent in old patients, whereas a significant difference was not observed in terms of prescriptions of the different pharmacological options between the two patients’ groups. Both somatostatin analogs and dopamine agonists were employed more prematurely in the old subjects; the same pattern did not occur for GH antagonist therapy and for the association therapy. The effectiveness of the different drug therapies was similar in old and young patients; there wasn’t a significant difference either in terms of duration or in terms of maximum dosage used for the somatostatin analogs, dopamine agonists and association therapy, whereas the duration of the GH antagonist therapy was longer in old patients, but there was no difference in terms of maximum dosage used. Conclusions: The age at diagnosis influences some of the hormonal characteristics of acromegaly, the dimension of the pituitary lesion, the prevalence of disease complications and the comorbidities present at diagnosis, as well as the therapeutic approach, but not the outcome of the different treatments.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/1056