Gli ecosistemi insulari, caratterizzati da elevata ricchezza di endemismi e una ridotta connettività a livello di meta-popolazione delle specie, sono estremamente sensibili alle pressioni antropiche e per questo rappresentano un caso interessante nell’ambito della conservazione della biodiversità. La comprensione dei fattori che influenzano la presenza delle specie in questi ecosistemi risulta perciò fondamentale per migliorare l'efficacia delle misure di conservazione. L’obiettivo del lavoro è stato lo studio della selezione dell’habitat dell’unica popolazione sarda di Grifone (Gyps fulvus) residente nella zona nord-occidentale dell’isola, attraverso un approccio use-availability che confrontasse le caratteristiche morfologico-vegetazionali in punti di presenza (uso) e di assenza (disponibilità) della popolazione all’interno del proprio home range. Essendo il grifone una specie coloniale e sociale, la stima dello home range è stata fatta attraverso un kernel pesato autocorrelato generato dai dati GPS di un individuo che potesse rappresentare un buon caso studio della popolazione. L’acquisizione di un fix di presenza all’ora (fascia diurna) ha permesso di ottenere 4890 posizioni in 708 giorni. I punti di pseudo-assenza sono stati generati randomicamente in differenti rapporti (fino 1:10) rispetto ai punti di presenza per valutare la potenza predittiva del modello al variare del numero di punti di pseudo-assenza confrontati. Attraverso una Random Forest di classificazione è stata indagata l’importanza di 9 variabili: asperità del terreno, esposizione solare, copertura arborea, densità umana e la distanza da colonie, fattorie e stazioni di alimentazione artificiale (carnai). Le analisi hanno identificato la distanza dai siti di nidificazione o roost come la variabile maggiormente predittiva, seguita dalle coordinate (latitudine e longitudine) e dalle variabili morfologiche del territorio. Questi risultati sono in linea con il comportamento da “central place forager” della specie. Seguono per importanza l’indice di asperità del terreno e la distanza dai carnai, mentre altri parametri, come la copertura arborea e la densità umana risultano meno rilevanti. Un esame delle interazioni tra coppie di variabili ha evidenziando una maggiore probabilità di presenza in aree a breve distanza sia dai roost che dai carnai, e nel complesso in habitat relativamente spogli e caratterizzati da bassa asperità del terreno, contrariamente a quanto riportato in letteratura. Si potrebbe ipotizzare che il limite all’espansione della popolazione nel resto dell’isola sia dato in parte dalla quantità e qualità dei siti di nidificazione e dalla dipendenza della popolazione dai siti di alimentazione artificiale. Tuttavia, è da tenere presente che al momento i siti nei pressi della colonia non sono saturi e i giovani, data la forte filopatria e la tendenza ad alimentarsi in prossimità dei roost, potrebbero essere stati poco incentivati ad abbandonare un’area attualmente idonea per la specie. Pertanto, si ipotizza che, se verranno mantenute le attuali misure di conservazione, nel prossimo futuro la specie potrà espandersi sul territorio sfruttando i siti ancora disponibili e successivamente colonizzare nuove aree idonee. Ulteriori indagini, tramite acquisizioni GPS notturne, potrebbero approfondire i requisiti dei siti di nidificazione idonei al fine di implementare pratiche di gestione ambientale volte alla conservazione della specie.

Analisi sulla selezione dell'habitat del Grifone (Gyps fulvus) in Sardegna: ruolo e interazione dei fattori biotici e abiotici.

MARTINI, STEFANIA
2022/2023

Abstract

Gli ecosistemi insulari, caratterizzati da elevata ricchezza di endemismi e una ridotta connettività a livello di meta-popolazione delle specie, sono estremamente sensibili alle pressioni antropiche e per questo rappresentano un caso interessante nell’ambito della conservazione della biodiversità. La comprensione dei fattori che influenzano la presenza delle specie in questi ecosistemi risulta perciò fondamentale per migliorare l'efficacia delle misure di conservazione. L’obiettivo del lavoro è stato lo studio della selezione dell’habitat dell’unica popolazione sarda di Grifone (Gyps fulvus) residente nella zona nord-occidentale dell’isola, attraverso un approccio use-availability che confrontasse le caratteristiche morfologico-vegetazionali in punti di presenza (uso) e di assenza (disponibilità) della popolazione all’interno del proprio home range. Essendo il grifone una specie coloniale e sociale, la stima dello home range è stata fatta attraverso un kernel pesato autocorrelato generato dai dati GPS di un individuo che potesse rappresentare un buon caso studio della popolazione. L’acquisizione di un fix di presenza all’ora (fascia diurna) ha permesso di ottenere 4890 posizioni in 708 giorni. I punti di pseudo-assenza sono stati generati randomicamente in differenti rapporti (fino 1:10) rispetto ai punti di presenza per valutare la potenza predittiva del modello al variare del numero di punti di pseudo-assenza confrontati. Attraverso una Random Forest di classificazione è stata indagata l’importanza di 9 variabili: asperità del terreno, esposizione solare, copertura arborea, densità umana e la distanza da colonie, fattorie e stazioni di alimentazione artificiale (carnai). Le analisi hanno identificato la distanza dai siti di nidificazione o roost come la variabile maggiormente predittiva, seguita dalle coordinate (latitudine e longitudine) e dalle variabili morfologiche del territorio. Questi risultati sono in linea con il comportamento da “central place forager” della specie. Seguono per importanza l’indice di asperità del terreno e la distanza dai carnai, mentre altri parametri, come la copertura arborea e la densità umana risultano meno rilevanti. Un esame delle interazioni tra coppie di variabili ha evidenziando una maggiore probabilità di presenza in aree a breve distanza sia dai roost che dai carnai, e nel complesso in habitat relativamente spogli e caratterizzati da bassa asperità del terreno, contrariamente a quanto riportato in letteratura. Si potrebbe ipotizzare che il limite all’espansione della popolazione nel resto dell’isola sia dato in parte dalla quantità e qualità dei siti di nidificazione e dalla dipendenza della popolazione dai siti di alimentazione artificiale. Tuttavia, è da tenere presente che al momento i siti nei pressi della colonia non sono saturi e i giovani, data la forte filopatria e la tendenza ad alimentarsi in prossimità dei roost, potrebbero essere stati poco incentivati ad abbandonare un’area attualmente idonea per la specie. Pertanto, si ipotizza che, se verranno mantenute le attuali misure di conservazione, nel prossimo futuro la specie potrà espandersi sul territorio sfruttando i siti ancora disponibili e successivamente colonizzare nuove aree idonee. Ulteriori indagini, tramite acquisizioni GPS notturne, potrebbero approfondire i requisiti dei siti di nidificazione idonei al fine di implementare pratiche di gestione ambientale volte alla conservazione della specie.
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