La crisi finanziaria ha posto tra le priorità delle autorità di regolamentazione la riforma dei mercati derivati OTC (Over-The-Counter). A seguito del G-20 di Pittsburgh del 2009 la Commissione Europea ha compiuto un percorso di approfondimento sulla normativa dei derivati che si è poi concretizzato nel Regolamento UE n. 648/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le CCP e i repertori di dati sulle negoziazioni (c.d. EMIR ¿ European Market Infrastructure Regulation) del 4 luglio 2012. I pilastri fondamentali del regolamento EMIR sono i seguenti: 1. Central clearing: compensazione attraverso una Controparte Centrale qualificata di tutti i derivati ¿eligible¿; 2. utilizzo di piattaforme elettroniche per la negoziazione; 3. invio, raccolta e pubblicazione di flussi informativi ai Trade Repositories per permettere ai diversi Regolatori un rapido accesso alle informazioni a fini di vigilanza; 4. maggiori requisiti di patrimonializzazione e conferma tempestiva delle condizioni a cui avviene la stipula per quei contratti che continueranno ad essere conclusi su base bilaterale. La normativa EMIR ha avuto un impatto notevole sui partecipanti al mercato. Ho analizzato in particolar modo l'effetto del Regolamento sulle banche, per le quali sono state impattate diverse aree aziendali, quali l'Organizzazione, il Front office, il Middle e Back office, l'IT, la Compliance, il Risk Management e la Tesoreria. Nel corso della mia attività di ricerca ho inoltre analizzato l'impatto del Regolamento sui mercati. Il notional outstanding amount dei contratti derivati scambiati, in trilioni di dollari, dal 1998 al 2013 è sempre stato in crescita, passando dai 580 trilioni di dollari del 2010 ai 690 trilioni di dollari del 2013. Il gross market value, che è un indicatore di rischio, è invece sceso a 20 trilioni di dollari nello stesso periodo. Il numero di derivati compensati in modo centralizzato mediante CCP è aumentato in maniera consistente, soprattutto tra le Financial Counterparties. Prendendo ad esempio gli Interest Rate Derivatives, la quota che è stata portata a compensazione è del 56% del totale dei derivati eligible per il clearing. Anche i dati parziali del 2014 relativi a LCH e CME (le due CCP maggiormente attive sugli IRD) evidenziano un rilevante aumento dell'attività di clearing rispetto al 2013. La crescente spinta dei regolatori ha dato inoltre un importante impulso alla creazione di nuovi istituti di compensazione. A fronte di un incremento nell'utilizzo delle CCP, la quota di mercato dei derivati quotati su mercati regolamentati evidenzia invece una penetrazione ancora ridotta (attualmente pari a circa l'8% del totale), a mostrare come gli operatori ancora oggi continuino a preferire la flessibilità che offrono gli strumenti derivati OTC. Il numero di partecipanti al mercato che hanno deciso, dall'entrata in vigore del Regolamento in poi, di compensare i derivati su base volontaria è però ancora basso, a indicare che la preparazione degli operatori nei confronti dell'obbligo di clearing non è ancora sufficiente. In conclusione si può osservare che l'impatto del Regolamento EMIR è stato ampio in termini di aumento del numero di derivati compensati centralmente, portando sul mercato una riduzione del rischio sistemico e un aumento della trasparenza. Rimane però presente un significativo numero di operatori che ancora non si sono adeguati alla nuova normativa.
European Market Infrastructure Regulation: analisi del Regolamento EMIR e dei suoi impatti
CAVESTRO, ALICE
2014/2015
Abstract
La crisi finanziaria ha posto tra le priorità delle autorità di regolamentazione la riforma dei mercati derivati OTC (Over-The-Counter). A seguito del G-20 di Pittsburgh del 2009 la Commissione Europea ha compiuto un percorso di approfondimento sulla normativa dei derivati che si è poi concretizzato nel Regolamento UE n. 648/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le CCP e i repertori di dati sulle negoziazioni (c.d. EMIR ¿ European Market Infrastructure Regulation) del 4 luglio 2012. I pilastri fondamentali del regolamento EMIR sono i seguenti: 1. Central clearing: compensazione attraverso una Controparte Centrale qualificata di tutti i derivati ¿eligible¿; 2. utilizzo di piattaforme elettroniche per la negoziazione; 3. invio, raccolta e pubblicazione di flussi informativi ai Trade Repositories per permettere ai diversi Regolatori un rapido accesso alle informazioni a fini di vigilanza; 4. maggiori requisiti di patrimonializzazione e conferma tempestiva delle condizioni a cui avviene la stipula per quei contratti che continueranno ad essere conclusi su base bilaterale. La normativa EMIR ha avuto un impatto notevole sui partecipanti al mercato. Ho analizzato in particolar modo l'effetto del Regolamento sulle banche, per le quali sono state impattate diverse aree aziendali, quali l'Organizzazione, il Front office, il Middle e Back office, l'IT, la Compliance, il Risk Management e la Tesoreria. Nel corso della mia attività di ricerca ho inoltre analizzato l'impatto del Regolamento sui mercati. Il notional outstanding amount dei contratti derivati scambiati, in trilioni di dollari, dal 1998 al 2013 è sempre stato in crescita, passando dai 580 trilioni di dollari del 2010 ai 690 trilioni di dollari del 2013. Il gross market value, che è un indicatore di rischio, è invece sceso a 20 trilioni di dollari nello stesso periodo. Il numero di derivati compensati in modo centralizzato mediante CCP è aumentato in maniera consistente, soprattutto tra le Financial Counterparties. Prendendo ad esempio gli Interest Rate Derivatives, la quota che è stata portata a compensazione è del 56% del totale dei derivati eligible per il clearing. Anche i dati parziali del 2014 relativi a LCH e CME (le due CCP maggiormente attive sugli IRD) evidenziano un rilevante aumento dell'attività di clearing rispetto al 2013. La crescente spinta dei regolatori ha dato inoltre un importante impulso alla creazione di nuovi istituti di compensazione. A fronte di un incremento nell'utilizzo delle CCP, la quota di mercato dei derivati quotati su mercati regolamentati evidenzia invece una penetrazione ancora ridotta (attualmente pari a circa l'8% del totale), a mostrare come gli operatori ancora oggi continuino a preferire la flessibilità che offrono gli strumenti derivati OTC. Il numero di partecipanti al mercato che hanno deciso, dall'entrata in vigore del Regolamento in poi, di compensare i derivati su base volontaria è però ancora basso, a indicare che la preparazione degli operatori nei confronti dell'obbligo di clearing non è ancora sufficiente. In conclusione si può osservare che l'impatto del Regolamento EMIR è stato ampio in termini di aumento del numero di derivati compensati centralmente, portando sul mercato una riduzione del rischio sistemico e un aumento della trasparenza. Rimane però presente un significativo numero di operatori che ancora non si sono adeguati alla nuova normativa.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/10548