La formazione di retrazioni cicatriziali post ustione rappresenta una condizione patologica in cui il tessuto cutaneo normale viene sostituito da tessuto cicatriziale inestensibile, creando una limitazione nei movimenti. È ampiamente dimostrato che la presenza di retrazioni cicatriziali abbia un impatto negativo sulla qualità di vita dei sopravvissuti alle ustioni, soprattutto in termini di funzionalità fisica. Tra le varie modalità terapeutiche impiegate nella riabilitazione del paziente ustionato, gli splint si sono rivelati uno degli strumenti più utili e versatili. Questi dispositivi svolgono un ruolo multifunzionale nel processo di guarigione, influendo positivamente su aspetti cruciali quali la prevenzione delle retrazioni cicatriziali, il miglioramento della mobilità articolare e il ripristino della funzionalità. Gli splint offrono un approccio conservativo e personalizzato per affrontare le sfide del processo cicatriziale, fornendo un mezzo per contrastare le forze di tensione delle cicatrici retraenti. Questa tesi mira a valutare la letteratura esistente sull'uso degli splint nella riabilitazione dei sopravvissuti alle ustioni attraverso una revisione narrativa. Inoltre, viene presentato un caso clinico per offrire una prospettiva pratica sull'efficacia di tali dispositivi nell'ambito clinico. La ricerca è stata condotta consultando importanti banche dati tra cui PubMed, EMBASE, CINAHL, Scopus, Cochrane Library e PEDro. Gli articoli selezionati corrispondono agli obiettivi della revisione, in particolare con riferimento al trattamento con gli splint. Sono stati scelti sei studi RCT (Randomized Controlled Trial) condotti su popolazioni adulte. Per quanto riguarda il caso clinico, la paziente in esame è una donna di 27 anni che ha riportato ustioni con una TBSA (total body surface area) del 33%. Il trattamento riabilitativo è stato eseguito presso il reparto di M.F.R.U. (Medicina Fisica e Riabilitativa Universitaria) del Presidio Ospedaliero C.T.O. (Centro Traumatologico Ortopedico). Durante le sedute di fisioterapia, sono state individuate le aree con deficit del ROM in seguito alla retrazione cicatriziale e successivamente è stata applicata la tecnica di splinting conforme al protocollo in uso. La prima valutazione è stata effettuata all'inizio di novembre 2022, la seconda alla fine di agosto 2023. Dei sei studi RCT considerati, ben cinque hanno riportato benefici derivanti dall'utilizzo degli splint, evidenziando risultati positivi, anche se bisogna sottolineare che l'adozione di tali dispositivi è stata eterogenea e le prove disponibili non risultano sufficienti a giustificare raccomandazioni per la standardizzazione del trattamento. Pertanto, il trattamento con gli splint dovrebbe essere considerato come un'opzione terapeutica per migliorare il range di movimento (ROM) e ridurre la retrazione cicatriziale nei pazienti ustionati. I risultati ottenuti dal caso clinico sembrano sostenere i risultati positivi emersi dalla revisione della letteratura, dimostrando una risoluzione praticamente completa dei deficit articolari entro un anno dall'evento traumatico. L'utilizzo degli splint, oltre a mitigare i deficit inizialmente riscontrati durante la prima valutazione, ha notevolmente contribuito a migliorare l'estensibilità delle cicatrici e a ridurre la sintomatologia dolorosa, portando a un recupero più significativo in termini di ROM in un periodo di tempo più breve. Sebbene vi siano alcune limitazioni relative ai protocolli standard, questo trattamento può avere un impatto positivo sull'outcome dei pazienti ustionati.

Gli splint nella riabilitazione del paziente ustionato: revisione narrativa e case report

MANGARETTO, DAVIDE
2022/2023

Abstract

La formazione di retrazioni cicatriziali post ustione rappresenta una condizione patologica in cui il tessuto cutaneo normale viene sostituito da tessuto cicatriziale inestensibile, creando una limitazione nei movimenti. È ampiamente dimostrato che la presenza di retrazioni cicatriziali abbia un impatto negativo sulla qualità di vita dei sopravvissuti alle ustioni, soprattutto in termini di funzionalità fisica. Tra le varie modalità terapeutiche impiegate nella riabilitazione del paziente ustionato, gli splint si sono rivelati uno degli strumenti più utili e versatili. Questi dispositivi svolgono un ruolo multifunzionale nel processo di guarigione, influendo positivamente su aspetti cruciali quali la prevenzione delle retrazioni cicatriziali, il miglioramento della mobilità articolare e il ripristino della funzionalità. Gli splint offrono un approccio conservativo e personalizzato per affrontare le sfide del processo cicatriziale, fornendo un mezzo per contrastare le forze di tensione delle cicatrici retraenti. Questa tesi mira a valutare la letteratura esistente sull'uso degli splint nella riabilitazione dei sopravvissuti alle ustioni attraverso una revisione narrativa. Inoltre, viene presentato un caso clinico per offrire una prospettiva pratica sull'efficacia di tali dispositivi nell'ambito clinico. La ricerca è stata condotta consultando importanti banche dati tra cui PubMed, EMBASE, CINAHL, Scopus, Cochrane Library e PEDro. Gli articoli selezionati corrispondono agli obiettivi della revisione, in particolare con riferimento al trattamento con gli splint. Sono stati scelti sei studi RCT (Randomized Controlled Trial) condotti su popolazioni adulte. Per quanto riguarda il caso clinico, la paziente in esame è una donna di 27 anni che ha riportato ustioni con una TBSA (total body surface area) del 33%. Il trattamento riabilitativo è stato eseguito presso il reparto di M.F.R.U. (Medicina Fisica e Riabilitativa Universitaria) del Presidio Ospedaliero C.T.O. (Centro Traumatologico Ortopedico). Durante le sedute di fisioterapia, sono state individuate le aree con deficit del ROM in seguito alla retrazione cicatriziale e successivamente è stata applicata la tecnica di splinting conforme al protocollo in uso. La prima valutazione è stata effettuata all'inizio di novembre 2022, la seconda alla fine di agosto 2023. Dei sei studi RCT considerati, ben cinque hanno riportato benefici derivanti dall'utilizzo degli splint, evidenziando risultati positivi, anche se bisogna sottolineare che l'adozione di tali dispositivi è stata eterogenea e le prove disponibili non risultano sufficienti a giustificare raccomandazioni per la standardizzazione del trattamento. Pertanto, il trattamento con gli splint dovrebbe essere considerato come un'opzione terapeutica per migliorare il range di movimento (ROM) e ridurre la retrazione cicatriziale nei pazienti ustionati. I risultati ottenuti dal caso clinico sembrano sostenere i risultati positivi emersi dalla revisione della letteratura, dimostrando una risoluzione praticamente completa dei deficit articolari entro un anno dall'evento traumatico. L'utilizzo degli splint, oltre a mitigare i deficit inizialmente riscontrati durante la prima valutazione, ha notevolmente contribuito a migliorare l'estensibilità delle cicatrici e a ridurre la sintomatologia dolorosa, portando a un recupero più significativo in termini di ROM in un periodo di tempo più breve. Sebbene vi siano alcune limitazioni relative ai protocolli standard, questo trattamento può avere un impatto positivo sull'outcome dei pazienti ustionati.
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