Il presente elaborato ha come oggetto di studio le conseguenze del periodo di lockdown legato alla pandemia di COVID-19 sull’ambiente. L’obiettivo è quello di descrivere gli effetti delle chiusure imposte per contenere la pandemia da COVID-19 sugli equilibri naturali del nostro pianeta. La comparsa del COVID-19 è stata identificata per la prima volta il 30 dicembre 2019 e dichiarata pandemia globale dall’Organizzazione della Sanità l’11 marzo 2020. I casi si sono diffusi rapidamente, inizialmente in Cina, per poi espandersi rapidamente in Corea del Sud, in Giappone, in Europa (soprattutto Italia, Francia e Spagna) e poi negli Stati Uniti tra la fine di gennaio e la metà di febbraio. I governi misero in atto misure di isolamento per fermare la trasmissione del virus e rallentare il tasso di diffusione. Le misure imposte hanno previsto l’isolamento degli individui “ sintomatici e asintomatici”, divieto di raduni di massa, la chiusura obbligatoria in casa. Da un punto di vista scientifico, questo isolamento forzato, che ha allontanato le persone dagli spazi di lavoro e ricreativi, rappresenta un evento senza precedenti e i ricercatori sostengono che può rappresentare un’opportunità unica per studiare gli impatti umani sulla biosfera e sui sistemi fisici della Terra. Questo periodo è stato identificato con il termine “Antropausa”, come suggerito da Rutz che ha proposto questa etichetta per questo periodo drammatico ma temporaneo. L’Antropausa è diventato un termine importante anche sui media tradizionali e sui social media, dove si sono diffusi molti articoli su questo tema e rappresenta un evento simbolico e culturale che potrebbe influenzare il modo in cui le persone e i governi percepiscono e agiscono rispetto alle sfide ambientali. L’elaborato è suddiviso in tre capitoli. Il primo capitolo descrive gli effetti del lockdown sulla qualità dell’aria. In seguito, alla riduzione dell’attività economica e dei trasporti globali stabiliti dai governanti per combattere la diffusione del Coronavirus 19, è stato riscontrato un calo dell’inquinamento atmosferico in particolare si è verificata una diminuzione nelle concentrazioni di biossido di azoto troposferico e particolato fine e un aumento dell’ozono. Anche la percentuale di CO2 si è ridotta notevolmente a causa del calo della mobilità. Il secondo capitolo, invece, descrive gli effetti della pandemia sull’idrosfera attraverso un’analisi degli impatti ambientali alle foci dei fiumi Po, Brenta-Adige, Metauro, Tevere eseguita dall’ISPRA durante il periodo di lockdown e post-lockdown da fine aprile 2020 a fine maggio 2020. I risultati dell’indagine hanno evidenziato una diminuzione della concentrazione di solidi sospesi totali nell’area interessata dalle foci dei fiumi Brenta, nella foce del Po si è verificato un incremento di silicio e nelle zone influenzate da Metauro e Tevere si è evidenziato un aumento di azoto ammoniacale. L’ultimo capitolo dell’elaborato descrive gli effetti del lockdown sulla biosfera con particolare attenzione alla fauna selvatica. La pandemia ha portato effetti positivi sul successo riproduttivo, ha ridotto il traffico stradale e di conseguenza è diminuita la mortalità di alcune specie colpite dall’uccisione stradale. Purtroppo, però, durante il lockdown è mancato un attento pattugliamento e monitoraggio da parte di scienziati, ranger ed escursionisti nelle zone di campagna e montagna. Ciò ha favorito l’opportunità di bracconaggio e avvelenamento di alcune specie.

"Covid e ambiente: come il lockdown ha inciso sul nostro pianeta"

DEGIOANNI, ALESSANDRA
2022/2023

Abstract

Il presente elaborato ha come oggetto di studio le conseguenze del periodo di lockdown legato alla pandemia di COVID-19 sull’ambiente. L’obiettivo è quello di descrivere gli effetti delle chiusure imposte per contenere la pandemia da COVID-19 sugli equilibri naturali del nostro pianeta. La comparsa del COVID-19 è stata identificata per la prima volta il 30 dicembre 2019 e dichiarata pandemia globale dall’Organizzazione della Sanità l’11 marzo 2020. I casi si sono diffusi rapidamente, inizialmente in Cina, per poi espandersi rapidamente in Corea del Sud, in Giappone, in Europa (soprattutto Italia, Francia e Spagna) e poi negli Stati Uniti tra la fine di gennaio e la metà di febbraio. I governi misero in atto misure di isolamento per fermare la trasmissione del virus e rallentare il tasso di diffusione. Le misure imposte hanno previsto l’isolamento degli individui “ sintomatici e asintomatici”, divieto di raduni di massa, la chiusura obbligatoria in casa. Da un punto di vista scientifico, questo isolamento forzato, che ha allontanato le persone dagli spazi di lavoro e ricreativi, rappresenta un evento senza precedenti e i ricercatori sostengono che può rappresentare un’opportunità unica per studiare gli impatti umani sulla biosfera e sui sistemi fisici della Terra. Questo periodo è stato identificato con il termine “Antropausa”, come suggerito da Rutz che ha proposto questa etichetta per questo periodo drammatico ma temporaneo. L’Antropausa è diventato un termine importante anche sui media tradizionali e sui social media, dove si sono diffusi molti articoli su questo tema e rappresenta un evento simbolico e culturale che potrebbe influenzare il modo in cui le persone e i governi percepiscono e agiscono rispetto alle sfide ambientali. L’elaborato è suddiviso in tre capitoli. Il primo capitolo descrive gli effetti del lockdown sulla qualità dell’aria. In seguito, alla riduzione dell’attività economica e dei trasporti globali stabiliti dai governanti per combattere la diffusione del Coronavirus 19, è stato riscontrato un calo dell’inquinamento atmosferico in particolare si è verificata una diminuzione nelle concentrazioni di biossido di azoto troposferico e particolato fine e un aumento dell’ozono. Anche la percentuale di CO2 si è ridotta notevolmente a causa del calo della mobilità. Il secondo capitolo, invece, descrive gli effetti della pandemia sull’idrosfera attraverso un’analisi degli impatti ambientali alle foci dei fiumi Po, Brenta-Adige, Metauro, Tevere eseguita dall’ISPRA durante il periodo di lockdown e post-lockdown da fine aprile 2020 a fine maggio 2020. I risultati dell’indagine hanno evidenziato una diminuzione della concentrazione di solidi sospesi totali nell’area interessata dalle foci dei fiumi Brenta, nella foce del Po si è verificato un incremento di silicio e nelle zone influenzate da Metauro e Tevere si è evidenziato un aumento di azoto ammoniacale. L’ultimo capitolo dell’elaborato descrive gli effetti del lockdown sulla biosfera con particolare attenzione alla fauna selvatica. La pandemia ha portato effetti positivi sul successo riproduttivo, ha ridotto il traffico stradale e di conseguenza è diminuita la mortalità di alcune specie colpite dall’uccisione stradale. Purtroppo, però, durante il lockdown è mancato un attento pattugliamento e monitoraggio da parte di scienziati, ranger ed escursionisti nelle zone di campagna e montagna. Ciò ha favorito l’opportunità di bracconaggio e avvelenamento di alcune specie.
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