Nonostante l’abbondante produzione di dati e gli allarmi lanciati dalla comunità scientifica, le azioni politiche di ripensamento dei modelli produttivi volti a evitare o mitigare la devastazione ambientale e il surriscaldamento globale faticano a essere messi in atto. È possibile assumere che il problema non sia la mancanza di evidenze quanto piuttosto l’incapacità di immaginare modelli culturali ed economici diversi da quello capitalista estrattivista e antropocentrico che vede Homo sapiens al vertice di una piramide e alienato dalla sua componente biologica. Questo lavoro si propone di indagare come il paradigma scientifico e/o le sue misconcenzioni abbiano contribuito a forgiare e mantenere tale immaginario e quali siano le strade, in seno alla stessa comunità, per produrne di diversi. La tesi si articola in tre sezioni principali. La prima propone un’analisi critica del paradigma antropocentrico nelle Scienze Naturali, ripercorrendone le origini storiche e sociali, dalla Scala Naturae al darwinismo sociale. In essa si definiscono le componenti sociali della scienza, sottolineando il ruolo del linguaggio e della narrazione nella perpetuazione, ma anche nella potenziale decostruzione, dei bias antropocentrici. La seconda sezione esamina le principali misconcezioni legate al permanere del paradigma antropocentrico nelle Scienze Naturali e come queste possano essere combattute modificando le rappresentazioni, le domande di ricerca e le modalità di insegnamento e divulgazione. La terza parte propone alternative narrative, terminologie e rappresentazioni descrivendone il potenziale per minare il paradigma antropocentrico in ambito accademico, museale, didattico e di divulgazione generalista. Ciò su cui si sofferma in particolare sono le potenzialità insite nella ricerca paleontologica e nell’evolutionary developmental biology come fonte privilegiata di narrazioni. A corredo della terza parte sono state prodotte schede di supporto per l’insegnamento, vademecum e proposte linguistiche per la divulgazione interna ed esterna al mondo accademico. In conclusione questa tesi rappresenta un invito a indirizzare la terza missione nel riconsiderare e a riformulare il nostro posto nel mondo non come dominatori, ma come partecipanti attivi e responsabili in un'ecologia di relazioni inter-specie. Richiama l'attenzione sul ruolo attivo che la comunità scientifica può rivestire nel promuovere un pensiero in grado di valorizzare la complessità e l'interconnessione della vita sulla Terra, e fa emergere la critica al paradigma antropocentrico non solo come esigenza accademica, ma come imperativo etico e pratico per affrontare le sfide ambientali contemporanee e garantire un futuro sostenibile per tutti gli esseri viventi.
Raccontare (altre) storie: per una critica al paradigma antropocentrico nelle Scienze Naturali
MERLETTI, MARTINA
2022/2023
Abstract
Nonostante l’abbondante produzione di dati e gli allarmi lanciati dalla comunità scientifica, le azioni politiche di ripensamento dei modelli produttivi volti a evitare o mitigare la devastazione ambientale e il surriscaldamento globale faticano a essere messi in atto. È possibile assumere che il problema non sia la mancanza di evidenze quanto piuttosto l’incapacità di immaginare modelli culturali ed economici diversi da quello capitalista estrattivista e antropocentrico che vede Homo sapiens al vertice di una piramide e alienato dalla sua componente biologica. Questo lavoro si propone di indagare come il paradigma scientifico e/o le sue misconcenzioni abbiano contribuito a forgiare e mantenere tale immaginario e quali siano le strade, in seno alla stessa comunità, per produrne di diversi. La tesi si articola in tre sezioni principali. La prima propone un’analisi critica del paradigma antropocentrico nelle Scienze Naturali, ripercorrendone le origini storiche e sociali, dalla Scala Naturae al darwinismo sociale. In essa si definiscono le componenti sociali della scienza, sottolineando il ruolo del linguaggio e della narrazione nella perpetuazione, ma anche nella potenziale decostruzione, dei bias antropocentrici. La seconda sezione esamina le principali misconcezioni legate al permanere del paradigma antropocentrico nelle Scienze Naturali e come queste possano essere combattute modificando le rappresentazioni, le domande di ricerca e le modalità di insegnamento e divulgazione. La terza parte propone alternative narrative, terminologie e rappresentazioni descrivendone il potenziale per minare il paradigma antropocentrico in ambito accademico, museale, didattico e di divulgazione generalista. Ciò su cui si sofferma in particolare sono le potenzialità insite nella ricerca paleontologica e nell’evolutionary developmental biology come fonte privilegiata di narrazioni. A corredo della terza parte sono state prodotte schede di supporto per l’insegnamento, vademecum e proposte linguistiche per la divulgazione interna ed esterna al mondo accademico. In conclusione questa tesi rappresenta un invito a indirizzare la terza missione nel riconsiderare e a riformulare il nostro posto nel mondo non come dominatori, ma come partecipanti attivi e responsabili in un'ecologia di relazioni inter-specie. Richiama l'attenzione sul ruolo attivo che la comunità scientifica può rivestire nel promuovere un pensiero in grado di valorizzare la complessità e l'interconnessione della vita sulla Terra, e fa emergere la critica al paradigma antropocentrico non solo come esigenza accademica, ma come imperativo etico e pratico per affrontare le sfide ambientali contemporanee e garantire un futuro sostenibile per tutti gli esseri viventi.File | Dimensione | Formato | |
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