3. In response to growing concerns about crime and aggression, anti-aggression devices, including sprays containing pharmacologically active substances such as capsaicin and dihydrocapsaicin, have become increasingly popular. While these devices were initially used by the police as riot control tools, now that they are freely available for sale, they can unfortunately be used as a means of assault, as happened during the massacre in Turin's Piazza San Carlo on 3 June 2017, which left two women dead and 1600 injured. The aim of the present study is to evaluate the persistence of pharmacologically active substances on commonly worn textiles in order to assess their detectability following certain sample storage conditions and, furthermore, to identify how they can be distinguished from a food-grade capsaicin-contaminated tissue. Firstly, the compliance of six anti-capsaicin sprays on the market with Ministerial Decree No. 103/2011 was verified. Through HPLC analysis of the extracts obtained from the deposition of the sprays on commonly worn textiles, it was found that the different storage methods of the sample significantly influenced the recovery of these substances, with most recovery occurring even after 21 days only when placed inside safety bags. However, if the spray is left outdoors, the components of the spray are recovered after 21 days.
Per far fronte alla crescente preoccupazione per la criminalità e le aggressioni, si sono diffusi sempre più i dispositivi antiaggressione, tra cui gli spray contenenti sostanze farmacologicamente attive, come capsaicina e diidrocapsaicina. Se inizialmente questi dispositivi venivano impiegati dalle Forze dell’Ordine come strumenti antisommossa, ora, messi in libera vendita, possono essere purtroppo usati come mezzo di offesa, come accaduto durante la strage di Piazza San Carlo a Torino, il 3 giugno 2017, provocando il decesso di due donne e 1600 feriti. Il presente studio si pone come obiettivo la valutazione della persistenza di sostanze farmacologicamente attive su tessuti comunemente indossati, al fine di valutarne la rilevabilità a seguito di determinate condizioni di conservazione del campione e, inoltre, individuarne le modalità di discriminazione rispetto ad un tessuto contaminato da capsaicina alimentare. In primo luogo, è stata verificata la conformità di sei spray antiaggressione, presenti sul mercato, rispetto il Decreto Ministeriale n.103/2011. Attraverso l’analisi HPLC degli estratti provenienti dalle deposizioni degli spray sui tessuti comunemente indossati, si è notato come le diverse modalità di conservazione del reperto influenzino in maniera rilevante il recupero di queste sostanze, garantendone gran parte del recupero anche dopo 21 giorni solo se posti all’interno di buste di sicurezza. Se posti all’aria aperta però i componenti dello spray vengono facilmente degradati, mettendo a rischio la loro rilevazione.
Valutazione della persistenza di sostanze antiaggressione farmacologicamente attive su reperti di interesse forense
PASSI, GIADA
2022/2023
Abstract
Per far fronte alla crescente preoccupazione per la criminalità e le aggressioni, si sono diffusi sempre più i dispositivi antiaggressione, tra cui gli spray contenenti sostanze farmacologicamente attive, come capsaicina e diidrocapsaicina. Se inizialmente questi dispositivi venivano impiegati dalle Forze dell’Ordine come strumenti antisommossa, ora, messi in libera vendita, possono essere purtroppo usati come mezzo di offesa, come accaduto durante la strage di Piazza San Carlo a Torino, il 3 giugno 2017, provocando il decesso di due donne e 1600 feriti. Il presente studio si pone come obiettivo la valutazione della persistenza di sostanze farmacologicamente attive su tessuti comunemente indossati, al fine di valutarne la rilevabilità a seguito di determinate condizioni di conservazione del campione e, inoltre, individuarne le modalità di discriminazione rispetto ad un tessuto contaminato da capsaicina alimentare. In primo luogo, è stata verificata la conformità di sei spray antiaggressione, presenti sul mercato, rispetto il Decreto Ministeriale n.103/2011. Attraverso l’analisi HPLC degli estratti provenienti dalle deposizioni degli spray sui tessuti comunemente indossati, si è notato come le diverse modalità di conservazione del reperto influenzino in maniera rilevante il recupero di queste sostanze, garantendone gran parte del recupero anche dopo 21 giorni solo se posti all’interno di buste di sicurezza. Se posti all’aria aperta però i componenti dello spray vengono facilmente degradati, mettendo a rischio la loro rilevazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/105244