Circa 6 milioni di anni fa, in un intervallo di tempo di circa 700000 anni, nel bacino Mediterraneo avvenne la deposizione di più di un milione di chilometri cubi di rocce evaporitiche. Tale evento viene definito Crisi di Salinità del Messiniano (CSM). I modelli formulati per spiegare la deposizione eccezionale di evaporiti a scala mediterranea sono tutt’ora discussi. Ad oggi la CSM viene divisa in tre diverse fasi: la prima caratterizzata dalla deposizione di evaporiti solfatiche (gesso selenitico) nelle aree marginali del Mediterraneo e di depositi privi di evaporiti nella zone distali, la seconda caratterizzata dalla deposizione di enormi volumi di salgemma e di depositi evaporitici clastici (gesso risedimentato) nelle aree di moderata profondità, e la terza caratterizzata dalla deposizione di evaporiti solfatiche e sedimenti con associazioni fossiliferi di acque salmastre (fase Lago-Mare). Una delle maggiori controversie ancora aperte riguarda la profondità del bacino Mediterraneo durante le tre fasi della CSM. L’ipotesi di un Mediterraneo completamente prosciugato venne messa 3 in discussione dal ritrovamento di rocce sedimentarie tipiche di bacini profondi, quali per esempio depositi torbiditici e depositi laminati di gesso cumulitico. In questa tesi viene presentato lo studio petrografico preliminare di campioni di gesso laminato deposti durante la seconda fase della CSM e provenienti da due diverse località in Sicilia, Pasquasia e Racalmuto, entrambe nel bacino di Caltanissetta. Le osservazioni effettuate su sezioni sottili e smear slides attraverso tecniche di microscopia ottica ed elettronica hanno permesso di caratterizzare l’alternanza di lamine gessose e lamine carbonatico-pelitiche. La tipologia dei cristalli di gesso studiati è compatibile con una nucleazione nella massa d’acqua e il loro successivo accumulo sul fondale marino (depositi cumulitici). Le lamine non-gessose hanno rivelato la presenza di carbonato di calcio imputabile alla presenza di plancton calcareo. I dati raccolti nelle due sezioni stratigrafiche sono congruenti con un bacino marino profondo durante la seconda fase della CSM che ospitava la precipitazione dei gessi laminati.
Studio petrografico preliminare dei gessi laminati messiniani del Bacino di Caltanissetta (Sicilia)
FRAU, LORENZO
2022/2023
Abstract
Circa 6 milioni di anni fa, in un intervallo di tempo di circa 700000 anni, nel bacino Mediterraneo avvenne la deposizione di più di un milione di chilometri cubi di rocce evaporitiche. Tale evento viene definito Crisi di Salinità del Messiniano (CSM). I modelli formulati per spiegare la deposizione eccezionale di evaporiti a scala mediterranea sono tutt’ora discussi. Ad oggi la CSM viene divisa in tre diverse fasi: la prima caratterizzata dalla deposizione di evaporiti solfatiche (gesso selenitico) nelle aree marginali del Mediterraneo e di depositi privi di evaporiti nella zone distali, la seconda caratterizzata dalla deposizione di enormi volumi di salgemma e di depositi evaporitici clastici (gesso risedimentato) nelle aree di moderata profondità, e la terza caratterizzata dalla deposizione di evaporiti solfatiche e sedimenti con associazioni fossiliferi di acque salmastre (fase Lago-Mare). Una delle maggiori controversie ancora aperte riguarda la profondità del bacino Mediterraneo durante le tre fasi della CSM. L’ipotesi di un Mediterraneo completamente prosciugato venne messa 3 in discussione dal ritrovamento di rocce sedimentarie tipiche di bacini profondi, quali per esempio depositi torbiditici e depositi laminati di gesso cumulitico. In questa tesi viene presentato lo studio petrografico preliminare di campioni di gesso laminato deposti durante la seconda fase della CSM e provenienti da due diverse località in Sicilia, Pasquasia e Racalmuto, entrambe nel bacino di Caltanissetta. Le osservazioni effettuate su sezioni sottili e smear slides attraverso tecniche di microscopia ottica ed elettronica hanno permesso di caratterizzare l’alternanza di lamine gessose e lamine carbonatico-pelitiche. La tipologia dei cristalli di gesso studiati è compatibile con una nucleazione nella massa d’acqua e il loro successivo accumulo sul fondale marino (depositi cumulitici). Le lamine non-gessose hanno rivelato la presenza di carbonato di calcio imputabile alla presenza di plancton calcareo. I dati raccolti nelle due sezioni stratigrafiche sono congruenti con un bacino marino profondo durante la seconda fase della CSM che ospitava la precipitazione dei gessi laminati.File | Dimensione | Formato | |
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